Il 22 settembre Matteo Renzi ha commentato la dichiarazione di Salvini secondo cui, se nel 2019 un numero compreso tra il milione e il milione e mezzo di italiani potrà pagare solo il 15 per cento di tasse sui propri guadagni, per il ministro dell’Interno sarebbe una “enorme soddisfazione”.

L’ex presidente del Consiglio ha ricordato che il suo governo aveva già introdotto nel 2015 quella aliquota per alcune categorie di lavoratori. Secondo Renzi – che ha ribadito il concetto anche il 26 settembre, quando è stato ospite di Otto e mezzo – già oggi quasi un milione di persone beneficerebbe di questo livello di tassazione.

Abbiamo verificato e si tratta di un’affermazione sostanzialmente corretta.

C’è già un’aliquota agevolata al 15 per cento per alcuni italiani?

A sostegno del suo ragionamento, Matteo Renzi cita la Legge di stabilità per il 2015.

Per quanto riguarda l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche), la legge 190/2014 (articolo 1, comma 64) ha introdotto un regime agevolato forfettario, con un’aliquota fissa al 15 per cento, per i contribuenti che soddisfano tre requisiti.

In primo luogo, possono accedere al regime forfettario le partite IVA che non hanno conseguito ricavi – o ricevuto compensi – superiori alla soglia determinata a seconda dell’attività svolta, come stabilito dalla Tabella 1 allegata al provvedimento. Tali soglie variano da un minimo di 25 mila euro annui per gruppi come gli intermediari del commercio, a un massimo di 50 mila euro annui per chi, per esempio, fornisce servizi di alloggio e ristorazione.



Tabella 1: Soglie dei compensi e ricavi per ogni attività economica prima e dopo la modifica del 2016 – Fonte: Agenzia delle Entrate

In secondo luogo, i contribuenti che vogliono godere della tassazione al 15 per cento non devono aver sostenuto spese superiori a 5 mila euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori. Infine, il capitale fisico detenuto da queste partite IVA non deve superare i 20 mila euro alla data di chiusura dell’esercizio.

La Legge di stabilità 2016 ha poi aumentato le soglie di accesso, favorendo così un incremento del numero di partite IVA che possono godere del regime agevolato. Per i contribuenti che avviano una attività, le nuove norme hanno introdotto anche una tassazione ancora più favorevole: la possibilità di pagare per 5 anni il 5 per cento in tasse di quanto guadagnato (ossia, come spiega il Ministero, «l’aliquota è applicata su una base imponibile ridotta di 2/3 per la durata di cinque anni»).

Sembra dunque che l’introduzione di un’aliquota al 15 per cento non costituisca una novità per alcuni italiani, che beneficiano già di questo regime di tassazione dal 2015. Ma quanti sono?

Quante partite IVA godono di un regime forfettario?

Il Dipartimento delle Finanze ha certificato che nel 2016 (ultime dichiarazioni dei redditi disponibili) le partite IVA che godevano del regime forfetario al 15 per cento erano oltre 483.200, con un aumento di quasi tre volte rispetto al 2015. Tra questi, sono compresi anche gli individui che usufruiscono della tassazione agevolata per i primi 5 anni introdotta dalla Legge di bilancio del 2016.

Sono invece 935.406 le partite IVA (vedi Tabella 2) che nel 2016 usufruivano di questi due tipi di regime forfettario e del vecchio regime fiscale di vantaggio. Quest’ultimo prevede un’aliquota al 5 per cento e se ne può beneficiare solamente per 5 anni, ma non oltre il compimento del trentacinquesimo anno di età. Le leggi di stabilità per il 2015 e 2016 lo hanno abolito per il futuro, lasciandolo in vita in via residuale per chi già lo aveva scelto in precedenza.

Probabilmente Matteo Renzi si riferisce alla cifra complessiva dei vari regimi agevolati quando afferma che 925 mila italiani già pagano solo il 15 per cento di tasse. In realtà, come abbiamo visto, a pagare il 15 per cento (e il 5 per cento per chi ha avviato una nuova attività) sono circa la metà (483.200), gli altri pagano invece il 5 per cento per il vecchio regime fiscale di vantaggio.



Tabella 2: Numero di imprenditori, professionisti e agricoltori divisi per regione (2016) – Fonte: Dipartimento delle Finanze

Il verdetto

Renzi è impreciso ma ha sostanzialmente ragione nel sostenere che già oggi ci sono circa un milione di lavoratori che pagano un’aliquota del 15 per cento. L’imprecisione dipende dal fatto che l’ex segretario del Partito Democratico non ha specificato che quel milione di lavoratori paga “il 15 per cento o meno” di tasse, escludendo così chi paga solo il 5 per cento di tasse perché sta godendo dello sconto per l’apertura di una nuova attività o perché – quando ancora disponibile – aveva optato per il vecchio regime dei minimi.

In conclusione, Matteo Renzi si merita quindi un “C’eri quasi”.
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2018-10-02 10:31:55 UTC


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C’eri quasi




«Sapete che la FLAT TAX al 15% per alcune categorie in realtà c’è già? E sapete che l’abbiamo introdotta noi, con la Legge di Bilancio 2015? […] Indovinate quante persone pagano il 15% oggi? Gli ultimi dati disponibili dicono 925 mila».





Matteo Renzi



Senatore Partito democratico

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sabato 22 settembre 2018


2018-09-22

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