Renato Brunetta attacca la politica economica del governo Renzi, evidenziando come il debito pubblico abbia raggiunto un nuovo record. Ma sarà vero?



La parola ai numeri



Sul sito di Bankitalia è possibile seguire la progressione storica del nostro debito pubblico. Effettivamente è vero, se osserviamo l’andamento del debito dall’Unità d’Italia ai giorni nostri possiamo notare che, almeno per quanto riguarda il valore nominale, non esistono attenuanti: il debito pubblico italiano è al suo record storico come ribadito anche nell’ultimo supplemento al Bollettino Statistico (marzo 2015, pag. 12). 2.184 miliardi di euro è una cifra “astronomica”.





Debito delle amministrazioni pubbliche



Il verdetto



A differenza di quanto si possa pensare, la dimensione globale del debito pubblico, o il fatto che semplicemente ogni anno si produca del deficit, di per sé, non è segnale di una gestione particolarmente sbagliata dei conti pubblici. Vi sono moltissimi indicatori che indicano la “salute” di un’economia e che sarebbe saggio mettere a confronto, come per esempio l’andamento del debito rispetto a grandezze come il Pil, oppure considerarne il solo incremento, il deficit. L’Europa, ad esempio, si focalizza proprio su queste due grandezze, e non su valori assoluti, per giudicare la situazione di un’economia in fatto di stabilità finanziaria.



Anche basarsi solo su valori nominali e assoluti, può essere fuorviante: un debito di grandi dimensioni può essere più sicuro rispetto a uno di piccole, semplicemente perchè la sua economia è più reattiva e capace di “pagare” attraverso la tassazione o, ancora, perchè la struttura dei pagamenti è migliore e più orientata al lungo che al breve termine. Infine, paradossalmente, grossi debiti in mano a piccoli investitori possono perfino essere più sicuri di piccoli debiti esposti alla speculazione (in mano a fondi di hedge o a portafogli speculativi): è infatti difficile che questi acquistino repentini oscillazioni di prezzo senza che le istituzioni se ne accorgano e varino manovre correttive.



Insomma, parlare di un’unica grandezza, senza relazionarla ad altri fattori, è forse superficiale: vale come “scoop”, ma non è una critica molto profonda.



Il dato citato da Brunetta, per quanto opinabile nel suo significato “economico”, è però indubbiamente corretto. Un “Vero” meritato, anche se forse strumentale alla polemica politica.