Durante un’intervista con l’emittente russa Russia Today, Beppe Grillo parla, tra le altre cose, dello stato di “default permanente” in cui si troverebbe il nostro Paese. 

Il surplus primario

Il surplus di 10-15 miliardi che l’Italia avrebbe “formalmente” è in realtà ancora più significativo di quello indicato da Grillo (stiamo parlando ovviamente del surplus “primario” ovvero al netto degli interessi sul debito). Secondo i dati pubblicati dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) la scorsa settimana, nel 2013 tale surplus aveva raggiunto la cifra di 29 miliardi di euro; lo stesso istituto prevede che nel 2014 il dato sia sceso a 24,2 miliardi – circa il doppio della cifra indicata da Grillo.

La spesa per interessi e il deficit

Grillo è più preciso riguardo alla spesa per interessi sul nostro debito esistente. Secondo Eurostat, è stata pari a 78,2 miliardi nel 2013, mentre per il 2014 si è registrato un calo – stando a quanto si legge nel DEF pubblicato dal governo questo mese – arrivando a una cifra pari a 75,2 miliardi. Avendo però sottostimato il dato sul surplus primario, risulta esagerato il dato del deficit. Dal momento che si tratta della differenza tra surplus primario e spesa per interessi, il deficit si aggira attorno ai 40-50 miliardi e non ai 60 di cui parla il leader M5S. Più precisamente, sempre le stime del Fondo Monetario Internazionale indicano che nel 2014 l’Italia ha registrato un deficit pari a 49 miliardi di euro. Nel grafico sottostante riprendiamo i dati dell’Fmi per il 2008-2013 e le stime dell’istituto per il 2014-2016.

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Il nostro verdetto

Grillo ha ragione quando sottolinea che le tasse sono alte a causa degli interessi sul debito, ma è impreciso sul dato di deficit sia primario che complessivo. Pur tuttavia il suo ragionamento è giusto: l’Italia è Paese il cui avanzo primario consistente viene più che consumato da una spesa per interessi davvero ingente. “‘C’eri quasi”.