Il 10 luglio il Parlamento europeo ha bocciato la mozione di censura che chiedeva le dimissioni della Commissione europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen. Il testo, presentato da oltre 70 parlamentari, è stato respinto con 360 voti contrari, 175 voti favorevoli e 18 astensioni. Per passare, la mozione avrebbe dovuto ricevere il voto della maggioranza assoluta dei parlamentari europei (almeno 361 voti su 720) e quello dei due terzi dei voti espressi.
La bocciatura della mozione era ampiamente prevedibile, ma la sua discussione mostra comunque che la Commissione Ue non è solida quanto la scorsa legislatura. Tra le accuse rivolte a von der Leyen ci sono la scarsa trasparenza nelle trattative per l’acquisto dei vaccini contro la COVID-19, l’uso improprio dei trattati europei per promuovere il piano di riarmo europeo e l’interferenza nei processi elettorali di alcuni Stati membri, tra cui Romania e Germania.
La bocciatura della mozione era ampiamente prevedibile, ma la sua discussione mostra comunque che la Commissione Ue non è solida quanto la scorsa legislatura. Tra le accuse rivolte a von der Leyen ci sono la scarsa trasparenza nelle trattative per l’acquisto dei vaccini contro la COVID-19, l’uso improprio dei trattati europei per promuovere il piano di riarmo europeo e l’interferenza nei processi elettorali di alcuni Stati membri, tra cui Romania e Germania.