Come hanno votato i partiti sulla mozione di sfiducia contro von der Leyen

La richiesta di dimissioni della presidente della Commissione Ue è stata bocciata dal Parlamento europeo, dove le forze politiche italiane si sono divise
ANSA
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Il 10 luglio il Parlamento europeo ha bocciato la mozione di censura che chiedeva le dimissioni della Commissione europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen. Il testo, presentato da oltre 70 parlamentari, è stato respinto con 360 voti contrari, 175 voti favorevoli e 18 astensioni. Per passare, la mozione avrebbe dovuto ricevere il voto della maggioranza assoluta dei parlamentari europei (almeno 361 voti su 720) e quello dei due terzi dei voti espressi. 

La bocciatura della mozione era ampiamente prevedibile, ma la sua discussione mostra comunque che la Commissione Ue non è solida quanto la scorsa legislatura. Tra le accuse rivolte a von der Leyen ci sono la scarsa trasparenza nelle trattative per l’acquisto dei vaccini contro la COVID-19, l’uso improprio dei trattati europei per promuovere il piano di riarmo europeo e l’interferenza nei processi elettorali di alcuni Stati membri, tra cui Romania e Germania.

I partiti al governo

I partiti che sostengono il governo Meloni si sono divisi nel voto sulla mozione, anche perché sono a loro volta divisi nel sostegno a von der Leyen. I parlamentari europei di Forza Italia fanno parte del Partito Popolare Europeo – il gruppo di cui fa parte la stessa presidente della Commissione Ue – e hanno votato compattamente contro la mozione. Lo scorso anno, Forza Italia ha votato a favore sia della rielezione di von der Leyen a presidente della Commissione Ue sia della squadra dei commissari europei

I parlamentari europei di Fratelli d’Italia, invece, non hanno partecipato al voto sulla mozione. Il 7 luglio, durante la discussione del testo in aula, è intervenuto Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, di cui fa parte il partito di Giorgia Meloni. Proprio alcuni parlamentari di questo gruppo, provenienti da Romania e Polonia, hanno firmato la mozione contro von der Leyen. Procaccini ha detto che non avrebbe supportato la mozione di censura contro la Commissione Ue, di cui tra l’altro fa parte l’ex ministro italiano Raffaele Fitto. 

La Lega, invece, ha votato a favore della mozione, che è stata sottoscritta da alcuni parlamentari del gruppo dei Patrioti per l’Europa, di cui fa parte il partito di Matteo Salvini. Lo scorso anno, la Lega ha votato contro sia la rielezione di von der Leyen come presidente sia contro la squadra dei commissari europei, a cui invece Fratelli d’Italia ha votato a favore.

I partiti all’opposizione

Anche i partiti che sono all’opposizione del governo Meloni hanno votato in modo diverso sulla mozione di censura. 

La maggior parte dei parlamentari europei del Partito Democratico, che fanno parte del gruppo dei Socialisti e Democratici, hanno votato contro la richiesta di dimissioni di von der Leyen. Seppure negli ultimi mesi ci siano state alcune divisioni nella maggioranza, i Socialisti e Democratici sostengono la Commissione Ue insieme al Partito Popolare Europeo, ai liberali di Renew Europe e ad altri partiti che fanno parte dei Verdi. 

Alcuni parlamentari del Partito Democratico hanno comunque deciso di non partecipare al voto. Tra questi ci sono l’ex capodelegazione del partito Brando Benifei, e gli indipendenti Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Tutti e tre hanno partecipato ad altre votazioni previste in aula giovedì 10 luglio, ma non a quella sulla mozione contro von der Leyen.

I parlamentari del Movimento 5 Stelle, che dall’inizio di questa legislatura sono molto critici nei confronti della presidente della Commissione Ue, hanno votato a favore della mozione, mentre quelli di Alleanza Verdi-Sinistra non hanno partecipato alla votazione. I due partiti che formano questa alleanza fanno parte di due gruppi diversi al Parlamento europeo: Sinistra Italiana è nel gruppo della Sinistra (insieme al Movimento 5 Stelle), mentre Europa Verde fa parte dei Verdi. Questa divisione li ha portati negli scorsi mesi a prendere strade diverse in aula: per esempio, a luglio dello scorso anno i parlamentari di Europa Verde hanno votato a favore della rielezione di von der Leyen a presidente, mentre quelli di Sinistra Italiana contro.

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