Il 19 marzo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto-legge con cui il governo Meloni ha introdotto la possibilità per i cittadini fuorisede di votare ai referendum dell’8 e 9 giugno. Attualmente, chi risiede in un comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, lavoro o cure mediche deve tornare nel proprio comune per votare. Il decreto ora passa all’esame del Parlamento, che avrà 60 giorni di tempo per convertirlo in legge, eventualmente con modifiche.
Già lo scorso anno, in occasione delle elezioni europee, era stata introdotta una prima sperimentazione che permetteva agli studenti fuorisede di votare lontano dal proprio comune di residenza. Una misura che riguardava solo una parte dei circa 5 milioni di fuorisede stimati in Italia. Questa sperimentazione, però, non aveva prodotto risultati «soddisfacenti», come ha riconosciuto lo scorso febbraio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
In vista dei referendum sulla cittadinanza e sul lavoro, il governo ha deciso di riproporre la misura, estendendola questa volta a tutti i fuorisede. Ma quali sono i meccanismi di voto?
Già lo scorso anno, in occasione delle elezioni europee, era stata introdotta una prima sperimentazione che permetteva agli studenti fuorisede di votare lontano dal proprio comune di residenza. Una misura che riguardava solo una parte dei circa 5 milioni di fuorisede stimati in Italia. Questa sperimentazione, però, non aveva prodotto risultati «soddisfacenti», come ha riconosciuto lo scorso febbraio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
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