Il 28 maggio il Ministero dell’Interno ha pubblicato il numero di studenti che ha chiesto di poter votare alle elezioni europee senza dover tornare nel proprio comune di residenza. In totale, 23.734 studenti hanno chiesto al ministero l’attestazione per partecipare da “fuorisede” al voto dell’8 e 9 giugno. Secondo i dati più aggiornati, gli studenti fuorisede in Italia sono circa 591 mila, dunque quelli che potranno votare senza dover rientrare nel proprio comune di residenza sono solo il 4 per cento. Ma non tutti gli studenti che potranno beneficiare di questa nuova modalità di voto potranno votare nel comune in cui effettivamente vivono, anzi: quasi il 90 per cento di loro sarà comunque costretto a spostarsi e andare nel capoluogo di regione, se già non ci vive per studiare.
La novità del voto agli studenti fuorisede per le europee è stata introdotta a marzo con la conversione in legge del decreto “Elezioni” e, per il momento, è stata riservata in via sperimentale solo agli studenti: i lavoratori fuorisede, dunque, sono esclusi. Gli studenti interessati a sfruttare questa nuova modalità di voto hanno avuto tempo fino al 5 maggio per inviare una richiesta al proprio comune di residenza per chiedere di poter votare in un’altra città. Entro il 4 giugno, il Ministero dell’Interno invierà loro un’attestazione di ammissione al voto con l’indicazione del numero e dell’indirizzo della sezione dove votare.
Nel pubblicare i dati, il ministero ha allegato anche una tabella con i numeri divisi per regione. In totale, 9.398 studenti fuorisede hanno chiesto di votare nella Circoscrizione Nord-Ovest (quella con Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia), 7.713 studenti nella Circoscrizione Nord-Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna); 5.824 studenti nella Circoscrizione Centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio); 642 studenti nella Circoscrizione Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria); e 157 studenti nella Circoscrizione Isole (Sicilia e Sardegna).
Non tutti i 23.734 studenti fuorisede potranno però votare nel comune in cui vivono per motivi di studio: come anticipato, potrà farlo solo una minoranza di questi. Il decreto “Elezioni” ha infatti stabilito due modalità di voto per gli studenti fuorisede: questi potranno votare nel comune dove vivono per motivi di studio solo se quel comune appartiene alla stessa circoscrizione elettorale del comune di residenza; al contrario, se il comune è fuori dalla circoscrizione di residenza, dovranno votare nel capoluogo di regione del comune dove vivono temporaneamente.
Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, gli studenti che vivono fuori dalla loro circoscrizione sono 21.166, quasi il 90 per cento di quelli che hanno chiesto di poter votare senza tornare nel comune di residenza. Per consentire il voto a questi studenti, i comuni capoluogo di regione istituiranno apposite sezioni speciali che non potranno avere più di 800 elettori iscritti. Quindi, solo 2.568 studenti fuorisede che vivono nella stessa circoscrizione del comune di residenza sono certi di poter votare nel comune in cui vivono, senza doversi spostare nel capoluogo. Se in tutta Italia gli studenti fuorisede sono circa 591 mila, vuol dire che l’8 e il 9 giugno solo lo 0,4 per cento di questi studenti potrà votare nel comune in cui effettivamente vive. A questi si possono aggiungere gli studenti che studiano in una città che fa parte di una circoscrizione diversa da quella in cui c’è il loro comune di residenza, ma che è anche il capoluogo di regione. Quantificare questo numero non è però possibile dai dati pubblicati dal Ministero dell’Interno.
La novità del voto agli studenti fuorisede per le europee è stata introdotta a marzo con la conversione in legge del decreto “Elezioni” e, per il momento, è stata riservata in via sperimentale solo agli studenti: i lavoratori fuorisede, dunque, sono esclusi. Gli studenti interessati a sfruttare questa nuova modalità di voto hanno avuto tempo fino al 5 maggio per inviare una richiesta al proprio comune di residenza per chiedere di poter votare in un’altra città. Entro il 4 giugno, il Ministero dell’Interno invierà loro un’attestazione di ammissione al voto con l’indicazione del numero e dell’indirizzo della sezione dove votare.
Nel pubblicare i dati, il ministero ha allegato anche una tabella con i numeri divisi per regione. In totale, 9.398 studenti fuorisede hanno chiesto di votare nella Circoscrizione Nord-Ovest (quella con Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia), 7.713 studenti nella Circoscrizione Nord-Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna); 5.824 studenti nella Circoscrizione Centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio); 642 studenti nella Circoscrizione Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria); e 157 studenti nella Circoscrizione Isole (Sicilia e Sardegna).
Non tutti i 23.734 studenti fuorisede potranno però votare nel comune in cui vivono per motivi di studio: come anticipato, potrà farlo solo una minoranza di questi. Il decreto “Elezioni” ha infatti stabilito due modalità di voto per gli studenti fuorisede: questi potranno votare nel comune dove vivono per motivi di studio solo se quel comune appartiene alla stessa circoscrizione elettorale del comune di residenza; al contrario, se il comune è fuori dalla circoscrizione di residenza, dovranno votare nel capoluogo di regione del comune dove vivono temporaneamente.
Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, gli studenti che vivono fuori dalla loro circoscrizione sono 21.166, quasi il 90 per cento di quelli che hanno chiesto di poter votare senza tornare nel comune di residenza. Per consentire il voto a questi studenti, i comuni capoluogo di regione istituiranno apposite sezioni speciali che non potranno avere più di 800 elettori iscritti. Quindi, solo 2.568 studenti fuorisede che vivono nella stessa circoscrizione del comune di residenza sono certi di poter votare nel comune in cui vivono, senza doversi spostare nel capoluogo. Se in tutta Italia gli studenti fuorisede sono circa 591 mila, vuol dire che l’8 e il 9 giugno solo lo 0,4 per cento di questi studenti potrà votare nel comune in cui effettivamente vive. A questi si possono aggiungere gli studenti che studiano in una città che fa parte di una circoscrizione diversa da quella in cui c’è il loro comune di residenza, ma che è anche il capoluogo di regione. Quantificare questo numero non è però possibile dai dati pubblicati dal Ministero dell’Interno.