Non è vero che i media non parlano di Italia Viva

Secondo Renzi il suo partito è in un «cono d’ombra mediatico», ma i dati sulla tv e sulla radio dicono una cosa diversa
ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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Il 18 dicembre il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha scritto ai suoi follower su X che «l’unico modo» per «rimanere in contatto» è leggere la sua newsletter personale Enews. «I media ci tagliano fuori per scelta», ha dichiarato Renzi, che da maggio è il direttore del quotidiano Il Riformista. «Noi rompiamo lo schema dello scontro tra influencer e portiamo la politica. Quindi ci mettono in un cono d’ombra mediatico», si legge nella sua newsletter, dove l’ex presidente del Consiglio dice che bisogna «vincere la consegna del silenzio che viene dai dirigenti Rai e da alcuni editori». 

I numeri più aggiornati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che è indipendente e assicura una corretta competizione tra gli operatori nel mercato della comunicazione, danno però torto a Renzi. In tv e in radio Italia Viva non sembra infatti avere un trattamento di sfavore rispetto ad altri partiti. I quotidiani non sono monitorati dall’Agcom, ma sul suo sito ufficiale Italia Viva raccoglie ogni giorno le interviste dei suoi esponenti sui giornali cartacei e online. 

Prima di vedere i numeri, diamo un po’ di contesto sul “peso” che Italia Viva ha oggi nella politica italiana. A novembre il partito si è definitivamente diviso in Parlamento dall’ex alleato Azione, con cui si era presentato con un’unica lista alle elezioni politiche del 2022. Ora Italia Viva conta nove deputati (è il gruppo parlamentare meno numeroso alla Camera, insieme al Misto) e sette senatori (solo un senatore in più del gruppo di Noi Moderati e del gruppo per le Autonomie). Secondo i sondaggi più aggiornati, Italia Viva raccoglie circa il 3 per cento dei consensi degli elettori: è l’ottavo partito per numero di consensi, subito dietro ad Azione (4 per cento) e ad Alleanza Verdi-Sinistra (3,5 per cento), e davanti a Più Europa (2,5 per cento). Se si votasse oggi per il rinnovo del Parlamento, Italia Viva rischierebbe di non eleggere parlamentari correndo da sola, visto che la soglia di sbarramento è fissata al 3 per cento dei voti a livello nazionale. Alle elezioni europee, che sono in programma a giugno 2024, questa soglia è al 4 per cento.

Lo spazio in televisione

Per capire quanto spazio ha in televisione e in radio Italia Viva abbiamo a disposizione i monitoraggi mensili pubblicati dall’Agcom. L’autorità considera due indicatori: il tempo di notizia, ossia il tempo dedicato da un telegiornale o da un programma di approfondimento a un partito e ai suoi esponenti; e il tempo di parola, ossia il tempo in cui l’esponente di uno specifico partito parla direttamente in voce in trasmissione. In questo caso la somma dei tempi di parola dei vari politici va a comporre il tempo di parola generale del partito.

Durante il mese di novembre, tutte le edizioni dei telegiornali della Rai (TG1, TG2 e TG3) hanno dedicato a Italia Viva il 3,7 per cento del tempo complessivo di parola riservato ai partiti politici (non considerando il tempo riservato a soggetti istituzionali, come la presidenza della Repubblica). Questa percentuale è più alta di quelle dedicate ad altri partiti o schieramenti, come Azione, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa e Noi Moderati. Per quanto riguarda il tempo di notizia, i telegiornali Rai hanno dedicato a Italia Viva il 4 per cento del tempo riservato ai partiti, davanti a Più Europa e Noi Moderati. Ci sono comunque differenze tra i telegiornali sulle singole reti: per esempio il tempo di notizia dedicato dal TG1 al partito di Renzi è stato più alto di quello riservato ad Azione e Più Europa. 

Nello stesso periodo di tempo Italia Viva ha ottenuto il 3,9 per cento del tempo di parola dedicato dai telegiornali Mediaset (TG4, TG5, Studio Aperto e TGcom24) ai partiti. In questo caso la percentuale è più alta di quelle di Azione, Più Europa. Il tempo di notizia è stato pari al 3,2 per cento, davanti a Più Europa, Noi Moderati e persino Fratelli d’Italia, il cui dato non conta però il tempo dedicato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e gli esponenti del governo, conteggiati a parte. Nelle edizioni del TG La7 il partito di Renzi non sembra essere discriminato rispetto agli altri: le sue percentuali del tempo di notizia e del tempo di parola sono infatti più alte di quelle di Azione e Alleanza Verdi-Sinistra, due schieramenti che raccolgono più consensi. 

Discorso analogo vale per le statistiche sul tempo di parola monitorato nei cosiddetti “programmi extra-TG”. Qui rientrano, per esempio, trasmissioni come Porta a Porta su Rai 1, Agorà su Rai 3 o Dritto e Rovescio su Rete 4. Nelle reti della Rai Italia Viva ha raccolto basse percentuali, ma a novembre è comunque stato presente in programmi su Rai 2 e Rai 3, mentre altri partiti sono stati assenti. Nei programmi di Videonews, una testata giornalistica che cura i principali approfondimenti sulle reti Mediaset, a novembre Italia Viva ha ricevuto l’1,1 per cento del tempo di parola dedicato ai partiti, la percentuale più bassa, mentre nei programmi di TGcom24 ha superato Azione, Più Europa e Alleanza Verdi-Sinistra.

Lo spazio in radio

Vediamo adesso che cosa dicono i numeri del monitoraggio fatto da Agcom sui programmi radiofonici, sempre sul tempo di parola e il tempo di notizia. 

A novembre, in tutte le edizioni dei giornali radio della Rai (GR1, GR2 e GR3) a Italia Viva è stato dedicato il 2 per cento del tempo di parola riservato a partiti e politici. È la percentuale più bassa tra gli schieramenti. Il partito di Renzi, però, scala posizioni se si guarda al tempo di notizia: con il 5,4 per cento in questo caso ha superato Azione, Più Europa, Alleanza Verdi-Sinistra e Noi Moderati. Anche su Radio 24 e le altre radio Italia Viva ha avuto spazio, seppur limitato rispetto ad altri, ma è comunque stata presente, mentre alcuni schieramenti non hanno ricevuto tempo né di parola né di notizia.

È iniziata la Pagella Cup 2023. Dieci politici, un solo vincitore: vota qui qual è stata la dichiarazione più scorretta che abbiamo verificato quest’anno.

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