È iniziata la Pagella Cup 2023. Dieci politici, un solo vincitore: vota qui qual è stata la dichiarazione più scorretta che abbiamo verificato quest’anno.
Il 18 dicembre il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha scritto ai suoi follower su X che «l’unico modo» per «rimanere in contatto» è leggere la sua newsletter personale Enews. «I media ci tagliano fuori per scelta», ha dichiarato Renzi, che da maggio è il direttore del quotidiano Il Riformista. «Noi rompiamo lo schema dello scontro tra influencer e portiamo la politica. Quindi ci mettono in un cono d’ombra mediatico», si legge nella sua newsletter, dove l’ex presidente del Consiglio dice che bisogna «vincere la consegna del silenzio che viene dai dirigenti Rai e da alcuni editori».
I numeri più aggiornati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che è indipendente e assicura una corretta competizione tra gli operatori nel mercato della comunicazione, danno però torto a Renzi. In tv e in radio Italia Viva non sembra infatti avere un trattamento di sfavore rispetto ad altri partiti. I quotidiani non sono monitorati dall’Agcom, ma sul suo sito ufficiale Italia Viva raccoglie ogni giorno le interviste dei suoi esponenti sui giornali cartacei e online.
Prima di vedere i numeri, diamo un po’ di contesto sul “peso” che Italia Viva ha oggi nella politica italiana. A novembre il partito si è definitivamente diviso in Parlamento dall’ex alleato Azione, con cui si era presentato con un’unica lista alle elezioni politiche del 2022. Ora Italia Viva conta nove deputati (è il gruppo parlamentare meno numeroso alla Camera, insieme al Misto) e sette senatori (solo un senatore in più del gruppo di Noi Moderati e del gruppo per le Autonomie). Secondo i sondaggi più aggiornati, Italia Viva raccoglie circa il 3 per cento dei consensi degli elettori: è l’ottavo partito per numero di consensi, subito dietro ad Azione (4 per cento) e ad Alleanza Verdi-Sinistra (3,5 per cento), e davanti a Più Europa (2,5 per cento). Se si votasse oggi per il rinnovo del Parlamento, Italia Viva rischierebbe di non eleggere parlamentari correndo da sola, visto che la soglia di sbarramento è fissata al 3 per cento dei voti a livello nazionale. Alle elezioni europee, che sono in programma a giugno 2024, questa soglia è al 4 per cento.
Il 18 dicembre il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha scritto ai suoi follower su X che «l’unico modo» per «rimanere in contatto» è leggere la sua newsletter personale Enews. «I media ci tagliano fuori per scelta», ha dichiarato Renzi, che da maggio è il direttore del quotidiano Il Riformista. «Noi rompiamo lo schema dello scontro tra influencer e portiamo la politica. Quindi ci mettono in un cono d’ombra mediatico», si legge nella sua newsletter, dove l’ex presidente del Consiglio dice che bisogna «vincere la consegna del silenzio che viene dai dirigenti Rai e da alcuni editori».
I numeri più aggiornati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che è indipendente e assicura una corretta competizione tra gli operatori nel mercato della comunicazione, danno però torto a Renzi. In tv e in radio Italia Viva non sembra infatti avere un trattamento di sfavore rispetto ad altri partiti. I quotidiani non sono monitorati dall’Agcom, ma sul suo sito ufficiale Italia Viva raccoglie ogni giorno le interviste dei suoi esponenti sui giornali cartacei e online.
Prima di vedere i numeri, diamo un po’ di contesto sul “peso” che Italia Viva ha oggi nella politica italiana. A novembre il partito si è definitivamente diviso in Parlamento dall’ex alleato Azione, con cui si era presentato con un’unica lista alle elezioni politiche del 2022. Ora Italia Viva conta nove deputati (è il gruppo parlamentare meno numeroso alla Camera, insieme al Misto) e sette senatori (solo un senatore in più del gruppo di Noi Moderati e del gruppo per le Autonomie). Secondo i sondaggi più aggiornati, Italia Viva raccoglie circa il 3 per cento dei consensi degli elettori: è l’ottavo partito per numero di consensi, subito dietro ad Azione (4 per cento) e ad Alleanza Verdi-Sinistra (3,5 per cento), e davanti a Più Europa (2,5 per cento). Se si votasse oggi per il rinnovo del Parlamento, Italia Viva rischierebbe di non eleggere parlamentari correndo da sola, visto che la soglia di sbarramento è fissata al 3 per cento dei voti a livello nazionale. Alle elezioni europee, che sono in programma a giugno 2024, questa soglia è al 4 per cento.