Domenica 12 e lunedì 13 febbraio circa 12 milioni di elettori nel Lazio e in Lombardia sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della regione e il consiglio regionale. A caratterizzare questa tornata elettorale è stato un elevato astensionismo, che i partiti hanno provato ad arginare ricordando, soprattutto sui social, che il voto è un diritto sancito dalla Costituzione e un dovere civico.
Spesso però l’esortazione dei politici si è trasformata in vera e propria propaganda, con messaggi che contenevano indicazioni di voto anche nei giorni in cui vige il cosiddetto “silenzio elettorale”, ossia il divieto di fare campagna elettorale dal giorno precedente alle elezioni fino al loro termine. In generale, tutti i partiti hanno infranto il divieto, anche se non tutti allo stesso modo.
Spesso però l’esortazione dei politici si è trasformata in vera e propria propaganda, con messaggi che contenevano indicazioni di voto anche nei giorni in cui vige il cosiddetto “silenzio elettorale”, ossia il divieto di fare campagna elettorale dal giorno precedente alle elezioni fino al loro termine. In generale, tutti i partiti hanno infranto il divieto, anche se non tutti allo stesso modo.