Sul salario minimo l’opposizione è unita solo a parole

In Parlamento sono state presentate cinque proposte di legge diverse e, nonostante gli annunci, negli scorsi mesi gli schieramenti che si oppongono al governo si sono mostrati divisi
ANSA
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L’introduzione del salario minimo legale sembra essere una delle poche proposte che al momento mette d’accordo i partiti all’opposizione del governo di Giorgia Meloni. Dal Partito democratico al Movimento 5 stelle, passando per Azione-Italia viva e Alleanza Verdi-Sinistra, vari esponenti di questi schieramenti hanno difeso negli ultimi mesi la necessità di introdurre in Italia una soglia minima di retribuzione sotto cui un datore di lavoro non può andare per pagare un proprio dipendente. 

Passando dalle parole ai fatti, però, i singoli partiti hanno ognuno una proposta diversa su come definire nei dettagli il salario minimo. E in Parlamento c’è già stata almeno una votazione in cui i partiti all’opposizione hanno mostrato poca comunità di intenti su questo tema.

Le proposte in Parlamento

Finora in questa legislatura, iniziata il 13 ottobre 2022, sono state depositate in Parlamento cinque proposte di legge per introdurre un salario minimo legale in Italia: due al Senato e tre alla Camera dei deputati. Due proposte sono state presentate da esponenti del Partito democratico, due dal Movimento 5 stelle e una da Alleanza Verdi-Sinistra. Nel suo programma in vista delle elezioni del 25 settembre 2022, anche Azione e Italia viva hanno difeso la necessità di introdurre un salario minimo nel nostro Paese.  

Alla Camera il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e altri deputati del suo partito hanno proposto di introdurre un salario minimo di 9 euro lordi l’ora, che ogni anno dovrà comunque essere adeguato all’andamento dell’inflazione. In ogni caso, secondo Conte, il salario minimo per i dipendenti di un’impresa non potrà essere più basso di quello stipulato con il Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) in vigore per il settore in cui opera l’azienda. Secondo il Movimento 5 stelle è necessario poi istituire una commissione, presieduta dal Ministero del Lavoro, che valuti periodicamente la possibilità di aggiornare il valore del salario minimo. Conte ha anche proposto di stanziare quasi 2 miliardi di euro, dal 2023 al 2026, per detassare gli aumenti salariali dovuti all’introduzione del salario minimo.

Il testo del disegno di legge presentato in Senato dalla capogruppo del Partito democratico Simona Malpezzi e da altri esponenti del partito non è al momento disponibile. Ma durante la campagna elettorale il Pd ha proposto di introdurre un «salario minimo contrattuale» nei settori «a più alta incidenza di povertà lavorativa», con una soglia affidata alla proposta delle parti sociali. Il programma dava come indicazione una cifra di «circa 9 euro lordi orari». Nella sua mozione in vista delle primarie del 26 febbraio, la nuova segretaria del Pd Elly Schlein ha scritto che «è tempo di introdurre anche il salario minimo, riconoscendo a tutte e tutti il trattamento economico complessivo dei contratti collettivi maggiormente rappresentativi e definendo, nei settori a più alta incidenza di povertà lavorativa, una soglia minima legale condivisa con le parti sociali». 

Anche il testo della proposta presentata alla Camera da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, non è ancora stato pubblicato. In campagna elettorale Fratoianni ha più volte ribadito la necessità di introdurre un salario minimo di «almeno 10 euro» l’ora, una proposta contenuta nel programma di Alleanza Verdi-Sinistra, composta da Europa verde e Sinistra italiana. 

Come anticipato, il programma elettorale di Azione-Italia viva sosteneva la necessità di «introdurre un salario minimo» per «garantire a tutti lavoratori una retribuzione dignitosa». La «fissazione di un minimo di ultima istanza», secondo i due partiti, deve prima passare «attraverso una serie di azioni condivise con le parti sociali», come una «legge sulla rappresentanza che combatta il fenomeno dei contratti-pirata e assicuri che siano validi solo i contratti collettivi firmati da organizzazioni realmente rappresentative».

Che cosa farà (e cosa ha fatto) l’opposizione

Il 2 marzo, in un video pubblicato sui social, Conte ha chiesto a tutti i partiti dell’opposizione di sostenere l’iniziativa del Movimento 5 stelle in Parlamento, nominando espressamente Schlein e Carlo Calenda, che guida l’alleanza tra Azione e Italia viva. Il 26 febbraio, nel suo primo discorso da nuova segretaria del Pd, la stessa Schlein ha dichiarato che il suo partito lotterà in Parlamento per il salario minimo. «Lo dico già da ora, l’ho detto in queste settimane: ci rivolgeremo a tutte le altre opposizioni per fare questa battaglia insieme, per dire che sotto una certa soglia non è lavoro: è sfruttamento», ha detto Schlein. Pochi giorni prima delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio del 12 e 13 febbraio, Calenda ha detto che va approvato «immediatamente» un salario minimo da 9 euro l’ora per chi non è coperto dai contratti nazionali, chiedendo a Pd e Movimento 5 stelle di lavorare «insieme».

Finora questo non è avvenuto, anzi: alla fine di novembre in Parlamento c’è stata una votazione che ha mostrato le distanze tra i partiti dell’opposizione proprio sul tema del salario minimo. Il 30 novembre la Camera dei deputati ha votato quattro mozioni dei quattro schieramenti all’opposizione che chiedevano al governo Meloni di impegnarsi per introdurre il salario minimo in Italia. Ogni mozione si differenziava  nelle premesse dei testi e per le richieste al governo, segno di una mancanza di un intento comune. Pur essendo all’epoca già tutti favorevoli all’introduzione di un salario minimo, Partito democratico, Movimento 5 stelle, Azione-Italia viva e Alleanza Verdi-Sinistra non sono riusciti ad accordarsi per presentare una mozione unitaria, che in ogni caso sarebbe comunque molto probabilmente stata bocciata, visto che alla Camera questi partiti non hanno la maggioranza dei voti.

Far approvare una legge sul salario minimo in Parlamento è a oggi molto difficile. Nel suo programma di governo, la coalizione di centrodestra non ha inserito il salario minimo e in passato vari esponenti della maggioranza hanno criticato questa proposta. Se una commissione parlamentare iniziasse l’esame di una proposta di legge, il percorso sarebbe lungo: bisognerebbe capire, per esempio, se la proposta può essere accorpata ad altre, ci sarebbero molto probabilmente audizioni di esperti e poi tutto il dibattito per introdurre modifiche al testo. In ogni caso i partiti al governo hanno la maggioranza nelle commissioni parlamentari quindi possono decidere il destino di un’eventuale proposta in questo ambito. Nella scorsa legislatura solo l’1 per cento delle proposte di legge presentate dai parlamentari è diventata legge.

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