Referendum: le posizioni dei partiti

Dalla cittadinanza al lavoro, come si schierano le forze politiche tra Sì, No e astensione
ANSA
ANSA
Questo articolo è la sintesi di un estratto dalla Guida di Pagella Politica ai referendum su cittadinanza e lavoro, dove spieghiamo che cosa chiede ogni quesito, e quali sono le ragioni del Sì e del No. Scopri qui come riceverla gratis, per votare in modo informato.

LEGGI LA GUIDA AI REFERENDUM DI GIUGNO

Ti spiega in modo chiaro e semplice:
• che cosa chiedono i cinque referendum abrogativi su cittadinanza e lavoro;
• le ragioni di chi è a favore e di chi è contrario;
• le posizioni dei partiti;
• e come funziona il voto, anche per chi vive fuorisede.
Scopri come riceverla gratis
L’8 e il 9 giugno si terranno cinque referendum abrogativi: uno riguarda le regole per ottenere la cittadinanza italiana da parte degli stranieri, gli altri quattro propongono l’eliminazione – totale o parziale – di alcune norme sul lavoro, dai contratti a tempo determinato alla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sui cinque quesiti, i partiti che sostengono il governo Meloni si mostrano più compatti rispetto a quelli all’opposizione. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono contrari alla proposta di dimezzare – da dieci a cinque anni – il periodo minimo di residenza legale richiesto a uno straniero adulto, proveniente da un Paese extra-Ue, per poter richiedere la cittadinanza italiana. Nei giorni scorsi, esponenti di questi partiti hanno dichiarato il loro sostegno al No nel referendum sulla cittadinanza, o meglio: hanno invitato gli elettori a non recarsi alle urne per ostacolare il raggiungimento del quorum. I referendum abrogativi, infatti, sono validi solo se partecipa al voto almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto. La stessa strategia dell’astensione è stata adottata anche per i quattro quesiti sul lavoro.
Le posizioni dei partiti di opposizione sono invece più diversificate. Alleanza Verdi-Sinistra – composta da Sinistra Italiana ed Europa Verde – è l’unica forza politica schierata apertamente per il Sì a tutti e cinque i quesiti. Anche la Direzione nazionale del Partito Democratico ha approvato una linea ufficiale a favore del Sì su tutti i referendum, condivisa dalla segretaria Elly Schlein. Ma alcuni esponenti del PD hanno annunciato che voteranno Sì solo ai quesiti sulla cittadinanza e sulla sicurezza sul lavoro, e No agli altri tre che coinvolgono, in parte, il Jobs Act. Tra questi ci sono gli ex ministri Lorenzo Guerini e Marianna Madia, e gli europarlamentari Pina Picierno e Giorgio Gori.

Il Movimento 5 Stelle ha invitato i suoi elettori a votare Sì sui quattro referendum sul lavoro, lasciando libertà di voto su quello relativo alla cittadinanza (su cui il presidente Giuseppe Conte ha dichiarato che voterà Sì). Azione, pur criticando il ricorso allo strumento referendario, ha annunciato che voterà Sì sul quesito sulla cittadinanza e No su quelli relativi al lavoro.
Ancora diversa è la posizione di Italia Viva: il presidente del partito Matteo Renzi ha invitato i suoi elettori a votare Sì al quesito sulla cittadinanza, No al quesito sui licenziamenti e i contratti a tutele crescenti sui licenziamenti e a quello sulla reintroduzione delle causali nei contratti a tempo determinato; e ha lasciato libertà di voto sugli altri due quesiti: quello sulla responsabilità in caso di incidenti sul lavoro e quello sui licenziamenti, e i relativi risarcimenti, nelle piccole imprese.

Infine, Più Europa è a favore di due Sì – su cittadinanza e sicurezza sul lavoro – e tre No. 

Questo articolo è la sintesi di un estratto dalla Guida di Pagella Politica ai referendum su cittadinanza e lavoro, dove spieghiamo che cosa chiede ogni quesito, e quali sono le ragioni del Sì e del No. Scopri qui come riceverla gratis, per votare in modo informato.
Newsletter

Conti in tasca

Ogni giovedì
Si dice che l’economia ormai sia diventata più importante della politica: in questa newsletter Massimo Taddei prova a vedere se è vero. Qui un esempio.

Ultimi articoli