Salvini ha detto quattro bugie in un minuto ospite di Bruno Vespa

Su Rai 1 il leader della Lega ha dichiarato in poco più di 60 secondi quattro cose fuorvianti o non supportate dai fatti
Pagella Politica
Acquista Bugie al potere, il libro di Pagella Politica con il fact-checking del primo anno del governo Meloni. È disponibile anche in tutte le librerie.

Il 15 novembre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è stato ospite del programma televisivo Cinque minuti, condotto su Rai 1 da Bruno Vespa. In circa un minuto di tempo il leader della Lega è riuscito a dire quattro cose fuorvianti o non supportate dai fatti, rispondendo a una domanda sulle motivazioni dello sciopero generale di Cgil e Uil, organizzato per venerdì 17 novembre e precettato da Salvini. 

Dal taglio del cuneo fiscale ai soldi per la sanità, analizziamo una per una le quattro dichiarazioni di Salvini.

I benefici del taglio del cuneo

«Questa manovra economica mette, stando ai dati di Banca d’Italia, poi gli italiani lo vedranno in busta paga e nella pensione da gennaio, 600 euro in media in più ai tre quarti delle famiglie italiane per tutto il 2024»

Qui il ministro fa riferimento all’audizione in Parlamento tenuta da Banca d’Italia il 13 novembre sul disegno di legge di Bilancio per il 2024: in quell’occasione la banca centrale ha fornito le sue stime su due provvedimenti voluti dal governo Meloni. Nel 2024, infatti, la nuova legge di Bilancio – che deve essere ancora approvata – riconfermerà il taglio del cuneo fiscale, già in vigore nella seconda metà del 2023, pari a 7 punti percentuali per i lavoratori dipendenti con una retribuzione annua fino a 25 mila euro e pari a 6 punti percentuali per quelli che guadagnano fino a 35 mila euro. A questo si aggiunge la revisione temporanea dell’Irpef, che solo nel 2024 vedrà ridursi il numero delle aliquote da quattro a tre, estendendo l’aliquota più bassa, pari al 23 per cento, per lo scaglione di reddito fino a 28 mila euro (ora i redditi tra 15 mila e 28 mila euro hanno un’aliquota pari al 25 per cento). 

Secondo i calcoli di Banca d’Italia, «quasi tre famiglie su quattro trarrebbero benefici» da queste due misure. Il taglio del cuneo fiscale e la revisione dell’Irpef aumenterebbero il reddito delle famiglie di circa 600 euro annui, la cifra indicata da Salvini. Ma questo conto è fatto «rispetto alla legislazione vigente», ha chiarito la Banca d’Italia. E in base alle leggi oggi in vigore – dunque senza considerare l’approvazione della nuova legge di Bilancio – nel 2024 non ci sarebbe il taglio del cuneo fiscale: tolti i benefici, piuttosto contenuti, della revisione dell’Irpef, in concreto i lavoratori beneficiari del taglio del cuneo fiscale troveranno in busta paga i soldi in più che già stanno ricevendo in questi mesi.

La stretta sulle pensioni

«Sulle pensioni noi stiamo continuando a smontare la “legge Fornero”»

A differenza di quello che dice il leader della Lega, il disegno di legge di Bilancio per il 2024 propone di restringere l’accesso al pensionamento anticipato, avvicinandosi a quanto previsto dalla “legge Fornero”. Tra le altre cose il governo Meloni ha proposto di aumentare i requisiti per accedere a Opzione donna e Ape sociale, due forme di pensionamento anticipato riservate rispettivamente alle lavoratrici e a specifiche categorie di lavoratori, tra cui i disoccupati, chi assiste un familiare disabile o chi svolge lavori gravosi.

Dopo le trattative tra i partiti di maggioranza, il governo ha deciso di confermare per il prossimo anno “quota 103”, introdotta con la scorsa legge di Bilancio, che permette il pensionamento anticipato ai lavoratori con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati (sommando 62 con 41 si ottiene, appunto, 103). I requisiti di “quota 103” sono però meno favorevoli di “quota 100” e “quota 102”, introdotte gli scorsi anni. 

La nuova “quota 103”, nella versione all’esame del Parlamento, prevede poi una penalizzazione rispetto a quella in vigore quest’anno: l’assegno pensionistico andrà determinato solo con il sistema contributivo, che comporterà una perdita per chi accede alla misura (il calcolo retributivo è infatti più conveniente per il lavoratore). Chi farà accesso a “quota 103” non potrà ricevere un assegno superiore a quattro volte l’assegno pensionistico minimo, ossia circa 2.255 euro lordi mensili, per tutto il periodo in cui avrebbe dovuto lavorare se fosse andato in pensione con i requisiti della “legge Fornero”.

La Cgil contro la Fornero

«La Cgil non protestò quando fu approvata la “legge Fornero”»

Quello che dice Salvini non è vero: a dicembre 2011, quando fu approvata la riforma delle pensioni voluta dal governo Monti, la Cgil organizzò uno sciopero generale insieme a Cisl e Uil. L’allora segretaria della Cgil Susanna Camusso fu molto critica nei confronti della “legge Fornero”, anche se negli anni successivi l’attuale segretario del sindacato Maurizio Landini disse che si sarebbe potuto fare di più.

I soldi sulla sanità

«Questa manovra economica ha il record storico della Repubblica italiana d’investimento in sanità: 3 miliardi di euro in più destinati al taglio delle liste d’attesa»

È vero che il disegno di bilancio per il 2024 propone di stanziare 3 miliardi di euro in più il prossimo anno per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Ma questo non è l’aumento più grande mai registrato, come sostiene Salvini: senza considerare il 2020 e il 2021, due anni fortemente condizionati dalla pandemia di Covid-19, dal 2000 in poi ci sono stati almeno cinque anni in cui l’aumento del finanziamento del Ssn in termini nominali (ossia senza considerare l’impatto dell’inflazione) è stato superiore ai 3 miliardi di euro. 

Non è vero infine che i soldi stanziati dal governo Meloni per il prossimo anno saranno destinati solo al «taglio delle liste d’attesa», come lasciato intendere da Salvini. Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, nel 2024 oltre 2 miliardi di euro dei 3 miliardi stanziati andranno al rinnovo dei contratti dei medici e infermieri. Per la riduzione delle liste d’attesa andranno circa 520 milioni di euro.

Acquista Bugie al potere, il libro di Pagella Politica con il fact-checking del primo anno del governo Meloni. È disponibile anche in tutte le librerie.

AIUTACI A CRESCERE NEL 2024

Siamo indipendenti: non riceviamo denaro da partiti né fondi pubblici dalle autorità italiane. Per questo il contributo di chi ci sostiene è importante. Sostieni il nostro lavoro: riceverai ogni giorno una newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana e avrai accesso a contenuti esclusivi, come le nostre guide sui temi del momento. Il primo mese di prova è gratuito.
Scopri che cosa ottieni
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi articoli