Guida alle primarie del Partito democratico

Tutto quello che c’è da sapere sulla sfida del 26 febbraio tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein per diventare il nuovo segretario 
ANSA
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Domenica 26 febbraio, dalle ore 8 alle 20, in tutta Italia si terranno le elezioni primarie del Partito democratico, che vedranno sfidarsi il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la deputata Elly Schlein per diventare il nuovo segretario del Partito democratico al posto di Enrico Letta.

Chi sono i due candidati? Che cosa dicono nei loro programmi? E quali sono le modalità di voto? Abbiamo raccolto tutte le informazioni necessarie per un voto informato.

Che cosa sono le primarie

Le elezioni primarie sono una competizione politica con cui un partito sceglie, attraverso il voto degli iscritti e degli elettori, quale dei suoi componenti ricoprirà una carica interna o rappresenterà il partito in un’elezione nazionale. Nel caso delle primarie per la scelta del suo segretario, il Partito democratico prevede due fasi. La prima è quella dedicata al voto degli iscritti nei circoli, mentre la seconda è quella aperta a tutti gli elettori italiani e non solo.  

In occasione delle primarie di quest’anno, la votazione degli iscritti nei circoli si è tenuta tra il 3 e il 19 febbraio. Durante questa fase gli iscritti hanno discusso sulle varie mozioni, ossia i programmi presentati dai quattro candidati alla segreteria, Bonaccini, Schlein e i deputati Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, e le hanno messe ai voti. 

Secondo i dati ufficiali pubblicati dal Partito democratico Bonaccini ha preso il 52,9 per cento delle preferenze e Schlein il 34,9 per cento, mentre Cuperlo e De Micheli si sono fermati rispettivamente all’8 per cento e al 4,2 per cento. Cuperlo e De Micheli sono stati quindi esclusi dalle primarie aperte, dal momento che a queste hanno accesso solo i due candidati più votati. Secondo i dati pubblicati dal Pd, gli iscritti che hanno votato in questa prima fase sono stati oltre 151 mila, ma non è chiaro quanti siano gli iscritti aventi diritto di voto. Al momento, infatti, il Pd non ha ancora pubblicato i dati sui propri iscritti dopo la campagna di tesseramento del 2022.

Chi sono i due candidati

I due candidati che si sfideranno alle primarie aperte del 26 febbraio sono Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. 

Nato nel 1967 a Campogalliano, in provincia di Modena, Bonaccini ha iniziato la sua carriera politica nel Partito comunista italiano (Pci). Come racconta sul suo sito ufficiale, Bonaccini è diventato assessore alle Politiche giovanili nel comune di Campogalliano all’età di 22 anni, mentre dal 1999 al 2006 ha svolto l’incarico di assessore ai Lavori pubblici nel comune di Modena. A ottobre del 2009 Bonaccini è stato eletto segretario regionale del Partito democratico in Emilia-Romagna ed è stato tra i sostenitori di Pier Luigi Bersani nelle primarie di quell’anno per l’elezione del segretario nazionale del partito. A novembre 2014, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra, Bonaccini è stato eletto per la prima volta presidente della Regione Emilia-Romagna e il 26 gennaio 2020 è stato rieletto per un secondo mandato. Tra le altre cose, dal 2015 al 2021 è stato presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, l’organismo che rappresenta a livello nazionale le regioni e le province autonome italiane. 

Nel Partito democratico Bonaccini è considerato uno degli esponenti di punta dell’area moderata: la sua candidatura ha ricevuto il sostegno, tra gli altri, del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, di quello di Firenze Dario Nardella, dell’ex segretario del partito Matteo Orfini, degli ex ministri Graziano Delrio, Lorenzo Guerini e Piero Fassino, e del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Nata nel 1985 a Lugano, in Svizzera, da madre italiana e padre statunitense, Schlein è considerata vicina all’ala più di sinistra del Partito democratico. Durante la sua campagna elettorale per le primarie, Schlein ha ricevuto il sostegno, tra gli altri, del vicesegretario del partito Peppe Provenzano, dell’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini, del deputato Alessandro Zan, e di Bersani, già segretario del Pd, oggi in Articolo 1. Schlein ha ricevuto l’appoggio anche di alcuni esponenti dell’area centrista del Pd, come l’ex ministro della Cultura Dario Franceschini. 

Come racconta nel suo sito ufficiale, Schlein ha iniziato la sua carriera politica nel 2008, quando è andata negli Stati Uniti per fare la volontaria nella campagna elettorale di Barack Obama, candidato del Partito democratico degli Stati Uniti alle elezioni presidenziali di quell’anno. Nel 2013 Schlein è stata una dei principali esponenti di “OccupyPd”, un movimento di protesta interno al Partito democratico, nato in seguito alla mancata elezioni di Romano Prodi a presidente della Repubblica e contro le cosiddette “larghe intese” tra centrosinistra e centrodestra, ossia il dialogo tra il Partito democratico e Forza Italia. Nello stesso anno ha sostenuto la candidatura del deputato Pippo Civati alla carica di segretario del partito e nel 2014 è stata eletta al Parlamento europeo. 

Nel 2016 Schlein ha abbandonato il Partito democratico insieme alla stesso Civati, in dissenso con la linea dell’allora segretario Matteo Renzi. Quattro anni dopo, alle elezioni regionali del gennaio 2020 in Emilia Romagna, ha fondato la lista civica “Emilia-Romagna Coraggiosa” a sostegno della candidatura di Bonaccini come presidente della regione. In seguito alla vittoria del centrosinistra, Schlein è stata eletta nel consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ed è stata nominata, dallo stesso Bonaccini, vicepresidente della regione e assessora al Contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 è stata eletta alla Camera come indipendente nella lista del Partito democratico, lasciando i suoi incarichi nella giunta e nel consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. Dopo quasi tre mesi, il 13 dicembre, Schlein si è iscritta di nuovo al Pd.

Dove e come si vota

Per votare alle primarie del 26 febbraio bisogna presentarsi nel gazebo più vicino al proprio comune di residenza tra quelli allestiti dal Partito democratico in tutta Italia. I punti dove si potrà votare possono essere cercati sul sito ufficiale del partito. Possono votare ai gazebo tutti i cittadini italiani dai 16 anni di età in su e i cittadini stranieri residenti in Italia. Al voto potranno partecipare anche i lavoratori e gli studenti fuori sede: per farlo però dovranno pre-registrarsi entro il 24 febbraio sulla piattaforma online del Pd inserendo la documentazione richiesta e selezionando il gazebo della zona in cui si vive. 

Il voto è aperto a tutti gli elettori, non solo a quelli del Partito democratico o agli iscritti al partito. Chi vota dovrà comunque dichiarare di «riconoscersi nella proposta politica del Partito democratico e di sostenerlo alle elezioni» e dovrà accettare di essere registrato nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori, come stabilito dallo statuto (art.4, comma 3) del partito. Chi è iscritto a questo albo ha tra le altre cose il diritto di partecipare alle attività del partito e il dovere di sostenere «lealmente» i suoi candidati.

I programmi di Bonaccini e Schlein

In vista delle primarie, Bonaccini e Schlein hanno presentato come gli altri candidati la propria mozione, ossia il loro programma per il Partito democratico. 

Tra le due mozioni, quella di Bonaccini è la più lunga e si intitola “Energia popolare per il Pd e per l’Italia”. Il documento, lungo 44 pagine, è suddiviso in nove capitoli, che affrontano vari temi, dall’organizzazione del partito fino all’obiettivo di conquistare il governo dell’Italia nel 2027, passando per i diritti. Il documento dedica ampio spazio al lavoro, e in particolare al ruolo degli imprenditori, chiedendo un nuovo «contratto sociale», una nuova intesa tra governo, imprese e lavoratori.

Scarica qui la mozione di Stefano Bonaccini

La mozione di Schlein è lunga invece 33 pagine ed è intitolata “Parte da noi!”, che è anche lo slogan di tutta la sua campagna elettorale verso le primarie. Il documento di Schlein è molto articolato e la trattazione degli argomenti è corredata da una lunga serie di dati a supporto delle tesi della deputata. In generale, la mozione di Schlein è quella ideologicamente più progressista e vicina alle istanze della sinistra: nel testo viene data molta attenzione ai diritti della comunità Lgbt, all’accoglienza dei migranti e alla redistribuzione della ricchezza. Per quanto riguarda la questione Ucraina, il documento conferma il supporto al popolo ucraino «senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvono i conflitti».

Scarica qui la mozione di Elly Schlein

Che cosa è successo in passato

Dal 2007 a oggi il Partito democratico ha avuto in totale nove segretari, quattro dei quali sono stati eletti con le primarie. Queste ultime si sono tenute nel 2007, nel 2009, nel 2013, nel 2017 e nel 2019. In generale i risultati degli ultimi 16 anni hanno mostrato un calo dell’affluenza sia nella fase del voto degli iscritti sia in quella aperta a tutti gli elettori del partito. 

I problemi delle primarie

Durante il voto nei circoli il Partito democratico ha dovuto affrontare una serie di inconvenienti, tra cui un caso scoppiato in varie parti d’Italia, specialmente al Sud: quello delle cosiddette “tessere gonfiate”. Visto che per votare le mozioni dei candidati occorreva essere iscritti al Pd, è naturale che qualche elettore possa aver deciso di tesserarsi al partito all’ultimo minuto, per partecipare direttamente al processo di selezione dei due sfidanti alle primarie. Il forte aumento dei tesseramenti avvenuto alla fine di gennaio, negli ultimi giorni della campagna di tesseramento, ha fatto quindi pensare che potessero essere in corso dei brogli.

Per esempio a Caserta, in Campania, in soli tre giorni si è passati da 1.600 a 6 mila iscritti al partito. Per questo motivo sono state annullate oltre 3 mila iscrizioni, un numero molto alto che ha subito fatto insospettire. Secondo varie fonti stampa, questi tesseramenti sarebbero stati fatti di notte, dalle stesse caselle e-mail, pagati in una sola tabaccheria tramite pagamento Sisal, per non risultare tracciabili. Dinamiche simili si sono verificate a Salerno, dove sono stati riscontrati singoli bonifici da oltre 40 mila euro per pagare 1.500 tessere, e in misura minore anche a Taranto e a Cagliari.

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