Perché in tre anni l’Italia non ha ancora ratificato la riforma del Mes

Lo ha chiesto Giorgia Meloni a Elly Schlein. La risposta è che non c’è mai stata unità tra i partiti al governo
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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Questa settimana i partiti sono tornati a discutere sulla ratifica del trattato che ha istituito il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), creato per aiutare i 20 Paesi che adottano l’euro durante un’eventuale crisi economica. In base al calendario dei lavori della Camera, il disegno di legge per la ratifica è atteso in aula il 14 dicembre, ma vari esponenti della maggioranza hanno già annunciato che l’esame sarà rimandato ancora una volta, come successo in passato. A oggi il Parlamento italiano è l’unico tra quelli degli Stati membri del Mes a non aver ratificato la riforma del trattato, fatto che è stato criticato da alcuni partiti dell’opposizione. 

«Non è possibile per ragioni ideologiche bloccare tutto il resto d’Europa sulla ratifica di un trattato», ha dichiarato l’11 dicembre al Corriere della Sera la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. «Siete stati al governo quattro anni, ma perché non avete ratificato la riforma se era così fondamentale farlo in tempi rapidi?», ha risposto lo stesso giorno, in serata, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ospite di un evento organizzato dall’agenzia stampa Ansa

La risposta alla domanda che si è fatta Meloni è semplice: sulla ratifica della riforma del Mes non c’è mai stata unità tra i partiti al governo.

Perché si parla della riforma

Il Mes è stato creato nel 2012 e a luglio di quell’anno il Parlamento italiano ha approvato la ratifica del trattato che istituiva l’organismo di cui inizialmente facevano parte 17 Paesi europei (poi si sono aggiunti Lettonia, Lituania e Croazia). All’epoca era in carica il governo tecnico di Mario Monti, supportato da vari partiti, tra cui il Popolo delle Libertà e il Partito Democratico. I parlamentari di questi due partiti votarono a favore della ratifica, tranne alcune eccezioni (tra i voti contrari ci fu quello dell’attuale ministro della Difesa Guido Crosetto, mentre l’allora deputata Giorgia Meloni era assente durante la votazione). Gli esponenti della Lega, che all’epoca si chiamava “Lega Nord”, votarono contro la ratifica.

Dal 2017 in poi si è iniziato a discutere a livello europeo della necessità di riformare il trattato con cui era stato creato il Mes. Le trattative hanno coinvolto in particolare due governi italiani: il primo governo Conte, sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, e il secondo governo Conte, supportato dal Movimento 5 Stelle, dal Partito Democratico, da Italia Viva e da Liberi e Uguali. A dicembre 2019 era stato raggiunto un accordo di massima sulla riforma del trattato del Mes, ma le trattative sono poi state sospese a causa dell’inizio della pandemia di Covid-19. Il confronto tra i Paesi è ripreso nella seconda metà del 2020 e alla fine di novembre di quell’anno è stato raggiunto un accordo. 

All’epoca alla guida dell’Italia c’era il secondo governo Conte e non tutti i partiti che lo sostenevano erano uniti a favore dell’intesa raggiunta sul nuovo trattato. A inizio dicembre 2020, infatti, in Parlamento alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle votarono contro il mandato da dare al presidente del Consiglio Conte per finalizzare l’accordo sulla riforma raggiunto a livello europeo alcuni giorni prima. Alla fine la riforma del trattato è stata siglata tra i Paesi membri del Mes alla fine di gennaio 2021, ma per diventare operativa è necessaria la ratifica, ossia l’approvazione e il riconoscimento, di tutti i Parlamenti degli Stati che fanno parte dell’organizzazione. E così si arriva al dibattito di questi giorni. Ma come mai da gennaio 2021 a oggi, dunque in quasi tre anni, il trattato non è stato ratificato dal Parlamento italiano?

Perché va ancora approvata la ratifica

A febbraio 2021 il secondo governo Conte è stato sostituito dal governo tecnico di Mario Draghi, supportato da quasi tutti i partiti in Parlamento, fatta eccezione per Fratelli d’Italia. Del governo Draghi faceva parte anche la Lega di Matteo Salvini, che è sempre stata contraria alla ratifica della riforma del trattato istitutivo del Mes, considerato un organismo inutile, che presterebbe soldi a condizioni troppo svantaggiose. A marzo 2022 l’allora ministro dell’Economia Daniele Franco aveva dichiarato che il governo Draghi era intenzionato a presentare in Parlamento il disegno di legge di ratifica. La Lega aveva manifestato la sua contrarietà e anche il Movimento 5 Stelle, che supportava il governo Draghi, aveva espresso perplessità sul voto per voce del suo presidente Conte. In Parlamento, dunque, non era scontato che il governo Draghi avrebbe avuto i numeri per supportare la ratifica del trattato. Tra i partiti favorevoli c’erano, tra gli altri, il Partito Democratico, Italia Viva e Forza Italia. Anche in caso di approvazione della ratifica, un voto contrario della Lega con tutta probabilità avrebbe causato una crisi di governo, che poi è comunque iniziata a luglio 2022, portando poi alle elezioni anticipate di settembre. 

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Un paio di mesi dopo, a dicembre, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti (Lega) aveva annunciato che il governo Meloni era consapevole dell’«impegno assunto dall’Italia» a livello europeo per la ratifica del trattato di riforma del Mes. Ma secondo il ministro, la ratifica del trattato poteva avvenire solo dopo «un adeguato e ampio dibattito in Parlamento». Pochi giorni prima la Camera aveva approvato una mozione dei partiti della maggioranza che impegnava il governo a «non approvare il disegno di legge di ratifica della riforma del trattato istitutivo del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo». All’epoca il Parlamento tedesco doveva ancora approvare la ratifica, cosa successivamente avvenuta. 

Tra giugno e luglio 2023 si è tornati a parlare di nuovo del Mes perché alla Camera è stato messo in calendario l’esame del disegno di legge per la ratifica del trattato, presentato dal PD e da Italia Viva-Azione. In quell’occasione i partiti che sostengono il governo Meloni hanno deciso di sospendere per almeno quattro mesi l’esame del testo, rimandando ancora in avanti la decisione finale. In breve il governo Meloni aveva preso ancora tempo, nell’attesa di conoscere gli sviluppi sulla riforma del Patto di stabilità, quello che fissa per tutti gli Stati membri dell’Ue alcuni parametri economici da rispettare. A oggi le trattative per riformare questo patto sono ancora in corso

Ricordiamo che la ratifica della riforma del trattato non comporta una richiesta di aiuto al Mes, non c’è nessun automatismo dato che questi sono due processi separati. Al momento però chi volesse chiedere assistenza al Mes (ossia i 20 Paesi con l’euro, non i 27 Paesi Ue come detto erroneamente da Schlein in risposta a Meloni) non potrebbe farlo sulla base delle novità contenute nella riforma, perché il trattato in vigore è ancora quello istitutivo.

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