Pagella Cup 2025: qual è stato l’errore peggiore dell’anno?

Quattro leader, quattro dichiarazioni sbagliate: vota quella con l’errore più grave tra quelle che abbiamo verificato quest’anno
Pagella Politica
L’anno sta per finire e, come da tradizione, è arrivato il momento di tirare le somme anche sul fronte delle dichiarazioni politiche più sbagliate. Torna quindi la Pagella Cup, il nostro torneo di fine anno in cui chiediamo ai lettori e alle lettrici di scegliere qual è stata, tra quelle sottoposte al nostro fact-checking negli ultimi dodici mesi, la dichiarazione con l’errore fattuale peggiore.

Rispetto alle edizioni precedenti c’è però una novità. Quest’anno in gara ci sono solo quattro leader: la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il segretario della Lega Matteo Salvini, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Non perché gli altri abbiano smesso di sbagliare, ma per una questione di chiarezza e rilevanza: nel 2025 questi quattro sono stati stabilmente al centro del dibattito pubblico e le loro dichiarazioni hanno avuto un peso maggiore. Ridurre il numero dei candidati rende la sfida più semplice da seguire e il confronto più diretto.

Anche l’albo d’oro racconta bene quanto certi nomi siano ricorrenti quando si parla di errori clamorosi, secondo chi ci legge. In testa c’è Salvini, vincitore nel 2019, nel 2021, nell’edizione speciale per le elezioni politiche del 2022 e anche nel 2024. Seguono Meloni, che ha vinto nel 2020 e nel 2023, e Conte, vincitore dell’edizione 2022.

Qui sotto trovate le quattro dichiarazioni in gara. Per votare basta selezionare il politico o la politica e cliccare su “Invia”. Dopo il modulo potete leggere una breve spiegazione del perché ciascuna dichiarazione è scorretta, con i link ai nostri fact-checking. C’è tempo per votare fino al 31 dicembre, quando annunceremo il vincitore o la vincitrice della Pagella Cup.
A rappresentare il governo in carica c’è Meloni, che a maggio ha rivendicato il calo dello spread come prova della ritrovata fiducia dei mercati, arrivando a sostenere che i titoli di Stato italiani sarebbero oggi «più sicuri» di quelli tedeschi. Il punto è che lo spread non misura questo: indica solo una differenza tra rendimenti. Finché resta positivo, i BTP sono considerati più rischiosi dei Bund, anche se meno di prima.
Salvini entra in gara con una dichiarazione fatta a settembre, parlando di diritti LGBT+. Secondo il leader della Lega, solo i Paesi islamici al mondo prevederebbero carcere, ergastolo o pena di morte per l’omosessualità. Non è così: esistono numerosi Stati non islamici, a maggioranza cristiana o buddista, che mantengono leggi altrettanto severe. La generalizzazione, insomma, non regge.
Per il Partito Democratico c’è Schlein, che in tv ha parlato di «500 mila giovani» costretti a emigrare durante il governo Meloni. I dati ufficiali dicono altro: nei primi due anni dell’attuale governo i giovani emigrati sono stati molti meno. Il mezzo milione citato si riferisce a un periodo di oltre dieci anni, non a una singola legislatura.
Chiude la sfida Conte, che ha accusato il governo Meloni di aver riportato la pressione fiscale ai livelli più alti dell’ultimo decennio, rivendicando al tempo stesso di aver abbassato le tasse quando era presidente del Consiglio. È vero che oggi la pressione fiscale è aumentata, ma i dati mostrano che era cresciuta anche durante i suoi governi.

A Natale tutti più buoni. Il resto dell’anno? Meglio più informati.

Regala un anno della nostra membership. Chi lo riceverà avrà accesso a:

• le guide sui temi del momento;
• la newsletter quotidiana con le notizie più importanti sulla politica;
• gli articoli esclusivi e all’archivio;
• un canale diretto di comunicazione con la redazione.
REGALA UN ABBONAMENTO
Newsletter

Politica di un certo genere

Ogni martedì
In questa newsletter proviamo a capire perché le questioni di genere sono anche una questione politica. Qui un esempio.

Ultimi articoli