Nelle ultime settimane hanno fatto discutere alcuni provvedimenti, inseriti dal governo Meloni nel disegno di legge di Bilancio per il 2023, relativi all’uso del contante e, in particolare, all’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici, eseguiti per esempio con carte di credito o di debito.
A oggi, in Italia, un commerciante che si rifiuta di accettare un pagamento elettronico, per qualsiasi importo, rischia una multa di 30 euro, a cui va aggiunto il 4 per cento del valore della transazione rifiutata. Queste sanzioni sono scattate dal 30 giugno 2022 per volere del governo Draghi, per rispettare uno degli impegni previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per contrastare l’evasione fiscale.
Con la legge di Bilancio, attualmente all’esame della Camera, il nuovo governo ha proposto (art. 69) di eliminare l’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici per qualsiasi importo, mantenendolo solo per i pagamenti dai 60 euro in su. Meloni ha comunque chiarito in varie occasioni che questa soglia «è indicativa» e «può essere anche più bassa». In ogni caso, da tempo la presidente del Consiglio e Fratelli d’Italia ripetono che l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici è sbagliato, definendolo un «regalo alle banche».
Ma quali sono le regole negli altri Paesi membri dell’Unione europea? Abbiamo fatto il punto della situazione: al momento non esiste un orientamento comune, e i principali Stati membri hanno adottato normative differenti, più o meno favorevoli all’uso dei pagamenti elettronici. Tra i grandi Paesi dell’Ue, l’Italia è comunque l’unico che obbliga ad accettare i pagamenti elettronici.
A oggi, in Italia, un commerciante che si rifiuta di accettare un pagamento elettronico, per qualsiasi importo, rischia una multa di 30 euro, a cui va aggiunto il 4 per cento del valore della transazione rifiutata. Queste sanzioni sono scattate dal 30 giugno 2022 per volere del governo Draghi, per rispettare uno degli impegni previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per contrastare l’evasione fiscale.
Con la legge di Bilancio, attualmente all’esame della Camera, il nuovo governo ha proposto (art. 69) di eliminare l’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici per qualsiasi importo, mantenendolo solo per i pagamenti dai 60 euro in su. Meloni ha comunque chiarito in varie occasioni che questa soglia «è indicativa» e «può essere anche più bassa». In ogni caso, da tempo la presidente del Consiglio e Fratelli d’Italia ripetono che l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici è sbagliato, definendolo un «regalo alle banche».
Ma quali sono le regole negli altri Paesi membri dell’Unione europea? Abbiamo fatto il punto della situazione: al momento non esiste un orientamento comune, e i principali Stati membri hanno adottato normative differenti, più o meno favorevoli all’uso dei pagamenti elettronici. Tra i grandi Paesi dell’Ue, l’Italia è comunque l’unico che obbliga ad accettare i pagamenti elettronici.