Carte o contanti? Un confronto tra l’Italia e l’Europa

Quattro grafici per capire quali Paesi vincolano l’uso del contante e quali preferiscono i pagamenti elettronici
Pagella Politica
Nelle scorse settimane hanno fatto discutere due norme, inserite dal governo nel disegno di legge di Bilancio, per alzare il tetto all’uso del contante a 5 mila euro ed eliminare l’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici sotto i 60 euro. Il 4 dicembre, in un video pubblicato sui social, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto (min. 13:39) che, per ora, la soglia dei 60 euro è indicativa e potrebbe anche essere «più bassa».

Numeri alla mano, qual è la situazione nel resto d’Europa? Quali Paesi vincolano l’uso del contante e quali sono quelli dove sono più diffusi i pagamenti con le carte?

Il limite al contante in Europa

Secondo i dati raccolti dallo European Consumer Centre, una rete di centri sostenuta dalla Commissione europea che si occupa di fornire informazioni sull’acquisto transfrontaliero dei beni, nell’Unione europea dieci Paesi su 27 non hanno alcun limite all’uso del contante. Gli altri 17 Paesi hanno limiti, molto diversi tra loro. 

I Paesi che non limitano l’uso del contante sono Austria, Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svezia. In Germania, per gli acquisti in contanti sopra i 10 mila euro bisogna mostrare la carta di identità al venditore, che deve registrare i dati dell’acquirente. Paesi come Estonia, Finlandia e Svezia non obbligano sempre i venditori ad accettare pagamenti in contanti, mentre nei Paesi Bassi è stata presentata una proposta per proibire i pagamenti in contanti sopra i 3 mila euro. 

Come detto, tra i Paesi con un tetto al contante c’è molta variabilità. In Croazia, per esempio, il limite è fissato a 15 mila euro, in Repubblica Ceca e Malta a 10 mila euro, mentre in Francia e Spagna è di soli mille euro, e in Grecia di 500 euro. Tra i Paesi non ancora menzionati, in Lettonia il limite è di 7 mila euro, in Bulgaria, Slovacchia e Slovenia di 5 mila, in Polonia, Belgio, Lituania e Portogallo di 3 mila, in Danimarca di 2.700 euro (per alcune casistiche) e in Romania e Italia, per ora, di 2 mila.

Quanto sono diffusi i pagamenti digitali

Capire quanto siano diffusi i pagamenti elettronici e digitali in Europa non è semplice. C’è infatti carenza di dati che permettano di confrontare, con lo stesso metodo, le abitudini dei consumatori per tutti i Paesi dell’Ue.

Nel 2019, per la Banca centrale europea (Bce), è stata però condotta un’indagine statistica dall’istituto demoscopico Kantar Public, che ha intervistato oltre 41 mila persone dai 18 anni di età in su in 17 Paesi che adottano l’Euro sull’utilizzo del contante nei pagamenti di persona. Per la ricerca, i dati di Paesi Bassi e Germania sono stati invece forniti dalle rispettive banche centrali. A chi ha partecipato all’indagine è stato chiesto di annotare in un diario tutti gli acquisti giornalieri, segnando quanto hanno speso, come hanno pagato e il posto dove hanno fatto acquisti. 

Secondo questa indagine, nei Paesi dell’area euro il contante viene utilizzato in media per il 73 per cento delle transazioni e pesa per il 48 per cento sul valore complessivo delle transazioni. Da queste percentuali si evince che il contante sia il mezzo di pagamento preferito per operazioni in media dal valore economico più basso. Tra i pagamenti elettronici, circa i tre quarti sono effettuati con carte di debito, mentre il restante con carte di credito. 

Dall’indagine statistica, non sembra emergere una netta divisione geografica tra dove viene usato di più o di meno il contante. L’uso di banconote e monete sono più diffuse a Malta e Cipro, dove valgono il 73 per cento delle transazioni, mentre sono meno utilizzate in Lussemburgo e Paesi Bassi, dove valgono rispettivamente il 24 e il 22 per cento. Gli altri Paesi sotto il 50 per cento sono Estonia (41 per cento), Belgio (33 per cento), Finlandia (27 per cento) e Francia (25 per cento). In Italia, nel 2019 il contante valeva per il 58 per cento del valore delle transazioni e l’82 per cento del numero di transazioni. Tra gli altri grandi Paesi europei, in Spagna il contante pesa per il 66 per cento e in Germania per il 51 per cento.

Nei Paesi analizzati, tra cui l’Italia, è probabile che rispetto al 2019 l’uso del contante sia sceso. Un’indagine simile era già stata condotta tre anni prima e, rispetto al 2016, nel nostro Paese l’utilizzo del contante si è ridotto di 11 punti percentuali, in Grecia di 13, in Austria di 9 e in Finlandia di 7. Allo stesso tempo, è però aumentato in Estonia, Irlanda e Lettonia.

Qual è il mezzo di pagamento preferito

L’indagine condotta per la Bce ha anche analizzato qual è il metodo di pagamento preferito dai consumatori. In Italia, il 28 per cento degli intervistati ha indicato il contante e il 47 per cento le carte, mentre il restante 25 per cento non sembra avere una preferenza netta. Solo in quattro Paesi il contante è il mezzo di pagamento preferito, rispetto a quelli elettronici: Malta, Austria, Germania e Cipro. La Francia è il Paese dove i contanti sono lo strumento indicato come il meno preferito, la Finlandia è il Paese dove i pagamenti elettronici sono indicati come quelli preferiti.
I dati dell’indagine consentono di analizzare, Paese per Paese, le abitudini dei consumatori in base ad alcuni aspetti demografici. In Italia, per esempio, il contante è lo strumento di pagamento preferito dai giovani tra i 18 e i 24 anni (40 per cento), seguiti dagli over 65 (25 per cento). Con il 27 per cento c’è la fascia di età tra i 25 e i 39 anni e con il 22 per cento quella tra i 40 e i 64 anni. Non ci sono invece particolari differenze sulla preferenza dei contanti tra zone rurali e urbane, ma ci sono tra gli uomini e le donne, con le seconde che li preferiscono ai primi.

Infine, il 52 per cento degli italiani ritiene che sia importante avere la possibilità di pagare in contanti e solo il 24 pensa invece che non sia importante. Il 24 per cento non ha una preferenza precisa su questo punto.

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