Lunedì 5 dicembre, l’agenzia stampa Ansa ha riportato alcune dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d’Italia), che ha replicato alle critiche della Banca d’Italia al disegno di legge di Bilancio per il 2023, ora all’esame della Camera. Tra le altre cose, la banca centrale ha espresso perplessità sulla volontà del governo di eliminare l’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici per qualsiasi importo, fissando l’obbligo solo per i pagamenti dai 60 euro in su.
Secondo Fazzolari, la Banca d’Italia è però «partecipata da banche private», ed è dunque «una istituzione che ha una visione, legittimamente, e questa visione fa sì che reputi più opportuno che non ci sia più di fatto utilizzo di denaro contante». Poche ore dopo questa dichiarazione, fonti del governo hanno chiarito che nelle parole di Fazzolari non c’era nessuna «volontà di mettere in discussione l’autonomia della Banca d’Italia».
A polemica rientrata, è vero che la banca centrale italiana è «partecipata da banche private» e rischia di esserne influenzata? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza (qui abbiamo spiegato se è vero che l’obbligo del Pos è un «regalo alle banche», come spesso ripetuto da esponenti di Fratelli d’Italia).
Secondo Fazzolari, la Banca d’Italia è però «partecipata da banche private», ed è dunque «una istituzione che ha una visione, legittimamente, e questa visione fa sì che reputi più opportuno che non ci sia più di fatto utilizzo di denaro contante». Poche ore dopo questa dichiarazione, fonti del governo hanno chiarito che nelle parole di Fazzolari non c’era nessuna «volontà di mettere in discussione l’autonomia della Banca d’Italia».
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