Quanti diventerebbero italiani grazie al referendum

Saranno 2,5 milioni, come ripete Landini? Di più o di meno? Vediamo che cosa dicono i numeri
ANSA
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Da settimane, il segretario del sindacato CGIL Maurizio Landini ripete che, se vincesse il Sì al referendum sulla cittadinanza dell’8 e 9 giugno, 2,5 milioni di stranieri residenti nel nostro Paese otterrebbero la cittadinanza italiana. «Votando Sì, ciascun elettore è come se fosse un parlamentare capace di determinare cambiamenti immediati: 2,5 milioni di persone acquisterebbero la cittadinanza», ha detto Landini, per esempio, il 2 maggio in un’intervista al Corriere della Sera

Più di recente, il segretario della CGIL ha ripetuto lo stesso numero il 25 maggio, in un’intervista con il Quotidiano Nazionale: «Due milioni e cinquecentomila uomini e donne otterrebbero finalmente la cittadinanza».

Ma davvero, in caso di vittoria del Sì, oltre 2 milioni di stranieri diventerebbero italiani? In breve, la risposta è no: non ci sarà nessuna conseguenza automatica, mentre è difficile sapere con certezza quanti potrebbero essere i beneficiari delle nuove regole.

Il quesito

In base alla legge, acquista automaticamente la cittadinanza italiana chi nasce da almeno un genitore italiano. 

Un bambino nato in Italia da genitori entrambi stranieri deve vivere senza interruzioni nel nostro Paese fino ai 18 anni di età per poter chiedere la cittadinanza italiana. Può acquisirla prima della maggiore età solo se la ottiene uno dei suoi genitori, che può così trasmettergliela.

Le regole per gli adulti, invece, cambiano a seconda dei casi. Un cittadino proveniente da un Paese che non fa parte dell’Unione europea deve risiedere legalmente in Italia per dieci anni prima di poter chiedere la cittadinanza. Per i cittadini europei, o gli stranieri che sposano cittadini italiani, i tempi sono più brevi.  

Quando il requisito della residenza viene raggiunto, non scatta nessun automatismo: il cittadino straniero deve fare richiesta per ottenere la cittadinanza italiana, con i tempi burocratici che possono durare anche alcuni anni. 

Il referendum abrogativo sulla cittadinanza – uno dei cinque che si voteranno l’8 e 9 giugno – propone di dimezzare da dieci a cinque anni il requisito della residenza valido per gli stranieri extra-Ue. Il quesito non tocca gli altri requisiti da rispettare per chiedere la cittadinanza italiana, tra cui il possesso di un certo reddito e la conoscenza della lingua italiana.

Il permesso di soggiorno di lungo periodo

A oggi, non ci sono dati precisi su quanti stranieri beneficerebbero con certezza della modifica proposta dal referendum sulla cittadinanza, ma si possono fare alcune stime.

Come abbiamo spiegato in passato, si può per esempio guardare al numero di cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. Questo tipo di permesso di soggiorno è a tempo indeterminato e può essere richiesto da chi possiede un permesso di soggiorno da almeno cinque anni, ossia il periodo di residenza a cui vorrebbe arrivare il referendum per concedere la cittadinanza.

Secondo i dati ISTAT più aggiornati, nel 2023 i titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo erano quasi il 60 per cento degli oltre 3,6 milioni di titolari di permesso di soggiorno. In valore assoluto, stiamo parlando di circa 2,2 milioni di persone, un numero un po’ più basso dei «2,5 milioni» citati da Landini.

Potenzialmente, è vero quindi che oltre 2 milioni di cittadini potrebbero essere interessati dalla vittoria dei Sì al referendum sulla cittadinanza. In realtà, questo numero è con tutta probabilità più basso, per una serie di motivi.

La doppia cittadinanza

Innanzitutto, non tutti i Paesi extra-Ue consentono ai loro cittadini di avere la doppia cittadinanza, in questo caso quella del Paese d’origine e quella italiana. 

Secondo il Centro Studi e Ricerche IDOS, che si occupa di immigrazione e lotta alle discriminazioni, una cinquantina di Paesi extra-Ue non riconosce la doppia cittadinanza. Come fonte, IDOS ha citato un articolo pubblicato dal sito di divulgazione World Atlas, specializzato in questioni demografiche e geografiche. Abbiamo controllato alcuni Paesi presenti nella lista, tra cui Cina, India e Ucraina, e in effetti questi – da cui provengono centinaia di migliaia di persone che vivono in Italia da tempo – non permettono ai loro cittadini di avere la doppia cittadinanza. 

Sulla base dei dati ISTAT, IDOS ha calcolato quanti sono gli stranieri provenienti dai Paesi che impediscono la doppia cittadinanza, residenti da almeno cinque anni in Italia. In totale sono poco più di 500 mila gli stranieri che se chiedessero la cittadinanza italiana dovrebbero rinunciare a quella del loro Paese d’origine.

Qui le cose si complicano: al momento, infatti, è impossibile sapere quanti farebbero questa scelta se vincessero i Sì al referendum. IDOS ha ipotizzato che il 15 per cento degli oltre 500 mila stranieri visti sopra chiederebbe la cittadinanza italiana. Si tratta di circa 75 mila persone. Da dove viene la percentuale usata dal centro studi? È la percentuale di giovani cittadini cinesi che, secondo una ricerca di ISTAT del 2024, vorrebbe prendere la cittadinanza italiana, rinunciando a quella cinese. Sebbene gli stranieri con cittadinanza cinese costituiscano quasi il 10 per cento degli extracomunitari residenti in Italia, non è detto che siano rappresentativi di tutti gli stranieri che provengono da Paesi che non permettono la doppia cittadinanza. 

Prendendo per buona questa percentuale, gli extracomunitari che potrebbero ottenere più facilmente la cittadinanza italiana in caso di vittoria del Sì al referendum sarebbero al massimo 1,7 milioni. Questo numero si ottiene sottraendo il numero degli stranieri che non sarebbero disposti a rinunciare alla propria cittadinanza (circa 430 mila) al totale degli extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo (circa 2,2 milioni).

Il requisito sul reddito

Come anticipato, il requisito della residenza non è l’unico che uno straniero deve rispettare per chiedere la cittadinanza italiana. Uno straniero, infatti, deve dimostrare di avere un buon livello di italiano (il B1 nel quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza della lingua), non avere condanne penali e dimostrare di avere un reddito annuo lordo di circa 8.300 euro. Per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo si può avere un reddito annuo più basso, pari a circa 6 mila euro lordi. 

Dunque, non è detto che tutti gli extracomunitari residenti in Italia con un permesso di soggiorno di lungo periodo soddisfino il requisito sul reddito per diventare cittadini italiani.

IDOS ha provato a stimare anche quanti extracomunitari con permesso di soggiorno potrebbero avere difficoltà a rispettare il requisito sul reddito. Ha preso la percentuale di famiglie con almeno uno straniero (sia comunitario che no) a rischio povertà o esclusione sociale, e ha ipotizzato che questa percentuale possa valere anche per gli stranieri extracomunitari. 

Secondo i dati ISTAT più aggiornati, questa percentuale era al 40 per cento. Se si toglie questa percentuale dagli 1,7 milioni di stranieri visti sopra, si ottiene poco più di un milione di stranieri extracomunitari che sarebbero interessati dalla vittoria del Sì.

Il problema dei minori

Le difficoltà per stimare con precisione il numero di stranieri interessati dal referendum non finiscono qui. 

Il numero degli stranieri con permesso di soggiorno di lungo periodo comprende infatti anche i minorenni, che sono interessati solo indirettamente dal referendum sulla cittadinanza. Come abbiamo visto, il requisito dei dieci anni di residenza riguarda gli adulti. 

È vero, però, che se un adulto ottiene la cittadinanza italiana, può trasmetterla ai figli minorenni. 

Calcolare quanti siano effettivamente i minori coinvolti da questo possibile effetto del referendum è però difficile – se non impossibile – perché le variabili sono molte. Nel complesso, IDOS ha stimato che gli stranieri potenzialmente coinvolti dal referendum sulla cittadinanza potrebbero essere intorno a 1,4 milioni.

Ricapitolando: il numero di 2,5 milioni di stranieri che, secondo Landini, otterrebbero la cittadinanza italiana in caso di vittoria del Sì al referendum è con ogni probabilità sovrastimato. È vero che oltre 2 milioni di persone potrebbero teoricamente essere interessate dalla modifica proposta, ma nella pratica il numero effettivo sarebbe più basso. Alcuni stranieri dovrebbero rinunciare alla cittadinanza del loro Paese d’origine, altri non raggiungono il reddito richiesto, altri ancora sono minorenni e non acquisirebbero direttamente la cittadinanza.

Inoltre, la riforma non introdurrebbe alcun automatismo: anche con il nuovo requisito ridotto a cinque anni, la cittadinanza italiana non verrebbe concessa automaticamente, ma solo a chi fa esplicita richiesta e soddisfa tutti gli altri requisiti previsti dalla legge. Dopo la presentazione della richiesta, il comune che l’ha ricevuta ha tempo fino a tre anni per poterla esaminare ed eventualmente approvarla o respingerla.

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