Che cosa è finito dentro alla legge di Bilancio per il 2025

Dagli stipendi dei ministri al “bonus elettrodomestici”, decine di emendamenti hanno modificato e integrato la legge più importante dell’anno
Ansa
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Nella tarda serata di martedì 17 settembre la Commissione Bilancio della Camera ha terminato l’esame del disegno di Bilancio per il 2025. Il testo è stato modificato dopo l’approvazione di vari emendamenti e ora dovrà passare per la votazione in aula, dove con tutta probabilità il governo porrà la questione di fiducia. Secondo varie fonti stampa, l’approvazione del Senato arriverà invece nei giorni tra Natale e Capodanno.

Nella sostanza, il disegno di Bilancio per il prossimo anno è rimasto lo stesso presentato dal governo Meloni a metà ottobre: tra le misure principali, sono stati resi permanenti il taglio del cuneo fiscale e la riduzione del numero delle aliquote IRPEF; è stato aumentato il finanziamento al fondo per il Servizio sanitario nazionale; e sono stati introdotti nuovi incentivi alla natalità.

Negli scorsi giorni, la Commissione Bilancio ha comunque discusso e votato decine di emendamenti, presentati dai partiti della maggioranza e dai partiti all’opposizione, che hanno integrato la nuova legge di Bilancio o modificato alcuni provvedimenti già presenti al suo interno. Una per una, vediamo le novità più importanti, su cui si è discusso di più.

Lo stipendio dei ministri

Negli scorsi giorni sono nate polemiche per un emendamento presentato il 13 dicembre dai relatori del disegno di legge di Bilancio, che proponeva di aumentare, di fatto, lo stipendio dei ministri e dei sottosegretari non eletti in Parlamento ed equipararlo a quello dei ministri e sottosegretari che sono deputati o senatori. 

Dopo le proteste di alcuni partiti all’opposizione, e dopo le dichiarazioni di alcuni ministri interessati dal potenziale aumento, l’emendamento è stato modificato. La Commissione Bilancio ha stabilito così che «i ministri e i sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma hanno diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni». Il costo di questa misura è di 500 mila euro annui dal 2025, contro gli 1,3 milioni di euro stimati per il precedente emendamento, che chiedeva l’equiparazione degli stipendi.

L’emendamento “anti-Renzi”

Una norma inserita nella nuova legge di Bilancio è stata ribattezzata dalla stampa “emendamento anti-Renzi”, in riferimento alle consulenze retribuite che l’ex presidente del Consiglio ha tenuto in questi anni in Arabia Saudita. La nuova norma, infatti, vieta ai membri del governo, ai presidenti di Regione e ai parlamentari (esclusi quelli eletti all’estero) di accettare durante il loro mandato qualsiasi forma di compenso erogato da soggetti che hanno sede fuori dall’Unione europea. Il divieto può essere evitato in seguito a un’autorizzazione da parte dell’organo di appartenenza del richiedente, ma solo per compensi inferiori ai 100 mila euro. Durante l’esame in Commissione Bilancio, l’emendamento era stato modificato per escludere i membri del governo, che poi sono stati reinseriti nella formulazione finale del testo.

Il ponte sullo Stretto

Su proposta della Lega, nella legge di Bilancio sono stati aggiunti 1,4 miliardi di euro al fondo per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, che ora può contare complessivamente su 13 miliardi di euro.

Non è passato invece l’emendamento che chiedeva un aumento dell’1,8 per cento dei pedaggi autostradali, mentre un altro emendamento della Lega ha rinnovato per altri 50 anni la convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ANAS, la società che gestisce le infrastrutture stradali italiane. La proroga delle concessioni per la distribuzione di energia elettrica è stata ridotta da 40 a 20 anni.

Il pensionamento anticipato

Durante l’esame in Commissione Bilancio, sono state modificate le regole per il pensionamento anticipato a 64 anni di età con 20 anni di contributi. Finora questa possibilità era prevista per chi aveva iniziato a lavorare con il sistema contributivo, quindi dopo il 1995, e aveva maturato un importo pensionistico pari ad almeno tre volte la pensione minima, quindi circa 1.600 euro al mese. Per arrivare a questa soglia, dal 2025 si potranno usare anche eventuali rendite integrative maturate con altri fondi previdenziali. Questo sarà possibile, però, a fronte di un aumento degli anni di contributi necessari, che passano a 25 dal 2025 e a 30 dal 2030.

Il “bonus elettrodomestici”

Accanto a queste misure di più ampio respiro, ne sono state approvate altre che si rivolgono a specifiche categorie di cittadini, con un raggio d’azione ridotto. 

Per esempio, un emendamento di Fratelli d’Italia ha aumentato la quota di mance percepite dai camerieri che può essere tassata con il regime agevolato del 5 per cento. Prima questa agevolazione copriva mance fino al 50 per cento dei redditi totali, ora la percentuale sale al 75 per cento. Chi produce birre artigianali avrà una riduzione delle accise dal 20 al 50 per cento in base alle quantità prodotte, mentre 100 mila euro sono stati stanziati per la «promozione del gelato artigianale». 

Inoltre, 50 milioni di euro finanzieranno il nuovo “bonus elettrodomestici”: chi acquisterà elettrodomestici di elevata efficienza energetica, non inferiore alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento del vecchio elettrodomestico, potrà ricevere un contributo pari al 30 per cento del costo del nuovo apparecchio, fino a un massimo di 100 euro. Questo contributo può arrivare fino a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore ai 25 mila euro. 

Per il 2025 sono stati stanziati 10 milioni di euro per il sostegno psicologico agli studenti ed è stato previsto un fondo per finanziare l’assunzione, in aziende pubbliche e private, di giovani esperti di cybersicurezza.

Gli incentivi per le assunzioni

Rimanendo in tema di assunzioni, una novità della legge di Bilancio taglia di quattro punti percentuali (dal 24 al 20 per cento) l’importo dell’imposta sui redditi delle società (IRES) per le società che assumono e investono nel personale. Nello specifico, l’aliquota ridotta si applica per le aziende che aumentano di almeno l’1 per cento gli occupati a tempo indeterminato, che quest’anno non hanno fatto ricorso alla cassa integrazione e che hanno accantonato e investito una parte degli utili fatti in questi anni.

È stato rifinanziato con altri 10 milioni di euro per il 2025 e con 20 milioni per il 2026 il Fondo per la morosità incolpevole, che aiuta a pagare l’affitto le persone che hanno perso il lavoro. 

Altri emendamenti per specifiche categorie di lavoratori riguardano l’aumento del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, destinato a festival e artisti di strada, che sarà incrementato di 2,5 milioni di euro, e la stabilizzazione dei contratti di oltre 300 lavoratori precari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).

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