Perché i migranti dalla Tunisia prendono i barconi e non gli aerei o i traghetti

Se l’è chiesto un senatore della Lega, facendo un ragionamento che non sta in piedi per una serie di motivi
Pagella Politica
Dall’inizio dell’anno sono sbarcati in Italia oltre 73 mila migranti, più del doppio dei circa 31 mila arrivati nello stesso periodo del 2022. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, il 7 per cento dei migranti sbarcati ha nazionalità tunisina e proprio dalla Tunisia negli ultimi mesi si sono intensificati gli arrivi, complice la grave crisi economica che sta colpendo il Paese nordafricano. 

Secondo il senatore della Lega Manfredi Potenti «qualcosa non torna» su questi numeri. Il 12 luglio Potenti si è chiesto sui social network «perché si pagano cifre da capogiro agli scafisti» quando dalla Tunisia si potrebbe prendere un traghetto o un volo aereo spendendo meno. 
Secondo il senatore della Lega, la risposta sta nel fatto che l’ingresso illegale prospetta la possibilità di vedersi riconosciuto dall’Italia lo status di rifugiato, con tanto di permesso di soggiorno per la protezione internazionale.

L’argomentazione di Potenti non sta in piedi per una serie di motivi.

L’ingresso legale in Italia

In base al Testo unico sull’immigrazione (la cosiddetta “legge Bossi-Fini), entrata in vigore nel 1998, un migrante straniero proveniente da un Paese che non fa parte dell’Unione europea, come la Tunisia, può entrare legalmente in Italia se ha il passaporto o un altro documento di viaggio valido e il visto di ingresso. Il visto è un documento che autorizza il migrante a entrare in Italia, deve essere richiesto dal migrante all’ambasciata o ai consolati italiani in Tunisia e certifica il motivo dell’ingresso in Italia. Esistono due tipi di visto: quello di breve durata, che permette di restare in Italia per tre mesi al massimo, e quello di lunga durata, che ha una durata superiore. Il primo può essere richiesto, per esempio, per turismo, mentre il secondo per motivi di lavoro o per il ricongiungimento familiare. Per quanto riguarda nello specifico i viaggi aerei, una direttiva europea sanziona le compagnie che trasportano passeggeri privi di documenti di viaggio validi. 

Le alternative per arrivare legalmente in Italia sono i cosiddetti “decreti flussi”, ossia i provvedimenti con cui il governo stabilisce quanti lavoratori stranieri possono entrare in Italia ogni anno per ragioni di lavoro. E i cosiddetti “visti umanitari”, quelli rilasciati a persone che vogliono entrare in Italia per fuggire da guerre e persecuzioni. Il problema dei “decreti flussi” è che per far entrare un lavoratore in Italia occorre che un datore di lavoro effettui una specifica richiesta di assunzione, assumendo di fatto la persona senza nemmeno conoscerla o averla vista. I visti umanitari sono procedure di ingresso protette che sono regolate a livello europeo, ma non esiste obbligo di applicarle: al momento l’Italia non concede questi visti se non tramite accordi con le associazioni umanitarie.

Requisiti stringenti

Ottenere un visto turistico per l’Italia dalla Tunisia (e anche dagli altri Paesi da cui provengono i migranti) è tutt’altro che semplice. Innanzitutto un cittadino tunisino deve fornire alcune garanzie: tra le altre cose deve spiegare la finalità del viaggio, fornire i documenti sul proprio reddito, dire che mezzi di trasporto prenderà in Italia, dove alloggerà, ed essere munito di un’assicurazione sanitaria. Un visto di breve durata costa 80 euro, di lunga durata 116 euro. Secondo i dati più aggiornati della Banca mondiale, nel 2022 il Pil pro capite della Tunisia era pari a circa 3.400 euro l’anno, un decimo di quello italiano.

Dunque i costi non sarebbero limitati all’aereo o al traghetto, ma se ne aggiungono altri. Ma al di là delle cifre, se l’ambasciata o il consolato dubita che il cittadino tunisino sia intenzionato a venire in Italia per turismo e pensa che possa fermarsi una volta scaduto il visto, allora molto probabilmente non glielo concederà.

Secondo i dati più recenti pubblicati dalla Commissione europea, rielaborati da Pagella Politica, nel 2022 i consolati italiani nei Paesi extra-Ue hanno rilasciato in totale circa 630 mila visti. Quelli rilasciati per cittadini tunisini erano circa 9.500, l’1,5 per cento sul totale. Al primo posto c’era la Russia, con oltre 100 mila visti rilasciati dai consolati italiani a Mosca e San Pietroburgo, seguita dalla Turchia (poco più di 81 mila) e dalla Bielorussia (oltre 36 mila).
Secondo i dati raccolti dal progetto Passport Index, i cittadini tunisini con il loro passaporto possono entrare in 33 Paesi del mondo senza visto, quasi tutti in Africa e nessuno nell’Ue. Per fare un confronto, gli italiani con il loro passaporto possono viaggiare senza visto di ingresso in 124 Paesi. 

I risultati delle richieste

Quanti cittadini tunisini che entrano illegalmente in Italia ricevono poi asilo dal nostro Paese? Secondo i dati più aggiornati della Commissione Ue, nel 2022 l’Italia ha preso circa 53 mila decisioni sulle richieste di asilo ricevute, con quasi 2.100 da cittadini tunisini. In oltre 7.600 casi l’Italia ha concesso l’asilo con lo status di rifugiato: tra questi solo 110 erano tunisini. In 370 tunisini hanno ricevuto la protezione per motivi umanitari, abolita dal governo Meloni con il decreto “Cutro”, mentre cinque hanno ricevuto la protezione sussidiaria. 

In totale, quindi, l’anno scorso solo un richiedente asilo su quattro con cittadinanza tunisina ha ricevuto una qualche forma di protezione.

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