Come funziona Alarm Phone, il telefono per soccorrere i migranti in mare

È un servizio nato nel 2014 con l’obiettivo di aiutare chi salva le vite delle persone in difficoltà nel Mediterraneo
Ansa
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Nella notte dell’11 marzo oltre 30 persone sono andate disperse dopo un naufragio al largo delle coste della Libia. Secondo Alarm Phone, un servizio telefonico che fornisce assistenza ai migranti nel Mediterraneo, le autorità italiane, libiche e maltesi avrebbero cercato di «evitare che le persone venissero portate in Italia, ritardando l’intervento in modo che la guardia costiera libica arrivasse e riportasse con la forza le persone in Libia». La Guardia costiera italiana ha spiegato in un comunicato stampa che le operazioni di salvataggio erano di competenza della Libia, non intervenuta «a causa della mancanza di disponibilità di assetti navali». L’Italia ha poi inviato quattro navi mercantili che hanno iniziato le operazioni di soccorso «alle prime luci dell’alba» dell’11 marzo, quando è avvenuto il naufragio. 
Le accuse di Alarm Phone all’Italia hanno subito suscitato le reazioni della politica. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (Fratelli d’Italia) ha definito le accuse «strumentali», mentre secondo il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni il governo ha scelto di «demandare il soccorso a navi mercantili, assetti completamente inadeguati». Al di là dei giudizi politici sulla tragedia e sulla dinamica dei fatti, che cos’è Alarm Phone e come funziona? Da chi è stata creata e chi sono i suoi finanziatori?

Che cosa fa Alarm Phone

Alarm Phone è stata fondata nel 2014 da un gruppo di organizzazioni non governative (Ong) attive nel soccorso in mare dei migranti. Queste Ong avevano lanciato un appello per la creazione di un numero telefonico che ricevesse le chiamate di emergenza dalle imbarcazioni che trasportano i migranti. All’epoca l’appello era stato sottoscritto da diverse associazioni ed attivisti in tutta Europa, tra cui l’italiana Arci. Attualmente la sede legale di Alarm Phone si trova a Berlino, in Germania.

Alarm Phone non si occupa direttamente di soccorrere i migranti in mare, ma mette a disposizione un numero di telefono al quale i migranti e le navi delle Ong che li soccorrono possono segnalare una situazione di emergenza. In pratica, i migranti chiamano il numero di Alarm Phone (+33 4 86 51 71 61) e i volontari chiedono la loro posizione, che i migranti possono inviare via WhatsApp. Non sempre però i volontari di Alarm Phone ricevono tutte le telefonate di emergenza. «I nostri volontari utilizzano telefoni normali e dunque riusciamo a ricevere le chiamate di emergenza solo quando le imbarcazioni dei migranti si trovano in zone del mar Mediterraneo in cui c’è segnale telefonico, come per esempio nel tratto di mare tra la Turchia e la Grecia», hanno spiegato fonti di Alarm Phone a Pagella Politica. «In altre zone del mar Mediterraneo, come nella rotta tra la Libia e l’Italia, il segnale telefonico è assente e in quel caso per i migranti è molto difficile chiamarci, a meno che non abbiano con loro un telefono satellitare». 

I telefoni satellitari sono telefoni che funzionano grazie alla rete dei satelliti che orbitano intorno alla Terra e ciò consente a chi li possiede di chiamare in qualsiasi parte del mondo, in assenza di rete telefonica terrestre. Quest’ultima è la rete telefonica su cui funzionano i cellulari di uso comune. «In molti casi le associazioni criminali dei trafficanti fanno partire da soli i migranti, selezionano tra loro uno o più persone che vengono costrette a guidare l’imbarcazione e gli lasciano un telefono satellitare con cui eventualmente chiamare soccorso», hanno spiegato fonti di Alarm Phone a Pagella Politica

Una volta ricevuta la posizione dell’imbarcazione, i volontari di Alarm Phone registrano le coordinate sulle mappe di Watch the Med, che sono pubblicamente disponibili. Watch the Med è uno dei progetti che ha dato vita ad Alarm Phone ed è una piattaforma online in cui vengono registrate tutte le segnalazioni di emergenza da imbarcazioni di migranti nel mar Mediterraneo. Tra le varie cose, queste mappe permettono di visualizzare i confini delle cosiddette “zone Sar”, ossia le zone di Search and rescue (in italiano “Ricerca e soccorso), i tratti di mare in cui un determinato Paese è responsabile dei soccorsi in mare.

Dopo aver individuato la posizione dell’imbarcazione in situazione di emergenza, Alarm Phone si mette in contatto con le autorità dei Paesi più vicini per sollecitare i soccorsi nel caso non siano ancora stati attivati, e diffonde la segnalazione sul suo profilo Twitter. 
Le imbarcazioni che trasportano migranti possono contattare Alarm Phone anche nel caso di respingimenti in mare. Queste sono le operazioni con cui le autorità di un Paese costringono un’imbarcazione con a bordo migranti a tornare nel porto di partenza, a prescindere dalle condizioni e dallo stato di salute dei migranti stessi. Nel 2012 l’Italia era stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per aver respinto verso la Libia, nel 2009, una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalità somala ed eritrea, senza averli identificati, né informati sulla loro effettiva destinazione.

I numeri delle telefonate ricevute

Il numero di emergenza di Alarm Phone è attivo tutti i giorni e può essere contattato dal mar Egeo, tra la Turchia e la Grecia, dal mar Mediterraneo centrale, tra la Libia, la Tunisia e l’Italia, e dal mar Mediterraneo occidentale, tra il Marocco e la Spagna. Secondo quanto riporta il sito ufficiale di Alarm Phone, le telefonate vengono raccolte da volontari presenti in diverse città in Europa e nel Nord Africa. Secondo un opuscolo pubblicato in occasione dei primi cinque anni della Ong, nel 2019 gli attivisti di Alarm Phone erano «200» e fino ad allora avevano ricevuto chiamate di emergenza da «2.800 imbarcazioni». 

L’11 ottobre 2022, in occasione dell’ottavo anniversario della Ong, Alarm Phone ha comunicato che il numero di imbarcazioni da cui aveva ricevuto segnalazioni era arrivato a «oltre 5 mila», di cui «la maggior parte trasportava tra le 30 e le 80 persone». «Al momento lavorano per Alarm Phone circa 200 volontari, non retribuiti, che si alternano in turni tra le quattro e le otto ore al giorno», hanno spiegato fonti di Alarm Phone.

Alarm Phone non riceve solo chiamate di emergenza: sul suo sito la Ong pubblica periodicamente dei report riguardo i flussi migratori nel mar Mediterraneo e sulle proprie attività e informazioni per i migranti sui rischi dell’attraversata.

Come si finanzia Alarm Phone

Alarm Phone dichiara di finanziarsi solo attraverso donazioni: sul sito della Ong è presente una pagina in cui sono spiegati i modi per donare, ma non un elenco dei donatori. «I nostri donatori sono privati e organizzazioni attive nel soccorso ai migranti, ma ci finanziamo anche attraverso eventi pubblici ed iniziative che organizziamo periodicamente in tutta Europa», hanno chiarito fonti di Alarm Phone. 

Curiosità: nel 2019 il quotidiano Il Giornale aveva diffuso la notizia, poi smentita dalla stessa Alarm Phone, secondo cui la Ong era stata fondata da don Mussie Zerai Yosief, un sacerdote originario dell’Eritrea, impegnato nel soccorso dei migranti e già candidato al premio Nobel per la pace nel 2015. Dai primi anni Duemila Zerai Yosief aveva messo a disposizione un numero telefonico personale attraverso cui riceveva le chiamate di emergenza dei migranti e le segnalava alle autorità per i soccorsi, un’iniziativa simile a quella di Alarm Phone. All’epoca della notizia pubblicata da Il Giornale, Zerai Yosief era indagato dalla Procura di Trapani per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, accusa poi archiviata nel 2021. «Conoscevamo l’impegno di Mussie Zerai nel salvataggio di vite in mare, per noi è un grande esempio, ma lui non ha fondato la nostra organizzazione e non ha nessun ruolo nella gestione della rete», aveva spiegato al quotidiano la Repubblica Maurice Stierl, membro di Alarm Phone.

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