Falso: la legge di Bilancio non è stata approvata in tempi record

Lo ha rivendicato la presidente del Consiglio durante la conferenza stampa di fine anno, ma la sua affermazione non è supportata dai fatti
Ansa
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Il 4 gennaio, durante la conferenza stampa di fine anno con i giornalisti, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato tra le altre cose della legge di Bilancio per il 2024, approvata definitivamente dalla Camera lo scorso 29 dicembre. Meloni ha detto di essere soddisfatta del lavoro svolto dal governo perché, a detta sua, il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei ministri «in tempi record rispetto a quello che accadeva in passato». 

Come abbiamo spiegato nel fact-checking dedicato alla conferenza stampa, il primato rivendicato da Meloni non è supportato dai fatti. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di Bilancio per il 2024 il 16 ottobre 2023, presentando poi il testo in Parlamento due settimane dopo, il 30 ottobre. Andando indietro nel tempo, altri governi hanno avuto tempistiche simili. Per esempio la legge di Bilancio per il 2019 è stata approvata dal governo Conte il 15 ottobre 2018, quella per il 2018 è stata approvata dal governo Gentiloni il 16 ottobre 2017 e quella per il 2017 è stata approvata dal governo Renzi il 15 ottobre 2016.

Il record rivendicato da Meloni non è vero nemmeno se si considerano le tempistiche dell’esame parlamentare del disegno di legge di Bilancio.

I tempi in Parlamento

Dopo il via libera da parte del governo, il disegno di legge di Bilancio deve essere approvato dalla Camera e dal Senato. E la prassi prevede che ogni anno l’esame parlamentare del provvedimento inizi in modo alternato tra le due camere: un anno inizia la Camera, l’anno successivo il Senato. 

In base alle verifiche di Pagella Politica, il Parlamento ha impiegato in totale 60 giorni, ossia due mesi, per esaminare e approvare definitivamente la legge di Bilancio per il 2024. Negli ultimi vent’anni questa è la nona legge di Bilancio per cui il Parlamento ha impiegato più tempo per l’approvazione, a pari merito con la legge di Bilancio per il 2019 (approvata durante il primo governo Conte) e con quella per il 2015 (governo Renzi).

Gran parte del tempo per approvare la legge di Bilancio per il 2024 è stato impiegato dal Senato, dove è iniziato l’esame parlamentare del testo. Dal 30 ottobre 2023, giorno della presentazione da parte del governo, il Senato ha impiegato 53 giorni per esaminare il provvedimento, approvandolo il 22 dicembre. Il testo è passato quindi alla Camera, che ha dato il via libera definitivo sette giorni dopo, il 29 dicembre.

In base alle verifiche di Pagella Politica, dal 2004 a oggi la legge di Bilancio che ha richiesto più tempo per essere approvata dal Parlamento è stata quella per il 2005, presentata dal secondo governo Berlusconi. In quel caso il governo aveva depositato il disegno di legge in Parlamento il 30 settembre 2004 ed era stato approvato definitivamente il 28 dicembre, quasi tre mesi dopo. Al secondo posto c’è la legge di Bilancio per il 2010, presentata dal quarto governo Berlusconi il 29 settembre 2009 e approvata definitivamente il 22 dicembre (84 giorni), a pari merito con la legge di Bilancio per il 2006, all’epoca del terzo governo Berlusconi. Al terzo posto c’è la legge di Bilancio per il 2008, presentata dal secondo governo Prodi, che il Parlamento ha approvato in 81 giorni.
La legge di Bilancio per il 2024 è stata approvata due giorni prima della scadenza del 31 dicembre. Questa è una data importante: se il Parlamento non approva la legge di Bilancio entro la fine di ogni anno, infatti, si entra nel cosiddetto “esercizio provvisorio”. In questa situazione la spesa pubblica è limitata e il governo può adottare nuovi provvedimenti solo per l’ordinaria amministrazione. 

Oltre a quella per il 2024, tutte le leggi di Bilancio dei tre anni precedenti sono state approvate dal Parlamento a ridosso del 31 dicembre. La legge di Bilancio per il 2021, presentata dal secondo governo Conte, è stata approvata definitivamente dal Parlamento il 30 dicembre 2020; quella per il 2022, quando c’era il governo Draghi, il 30 dicembre 2021; e quella per il 2023, la prima del governo Meloni, il 29 dicembre 2022. In passato varie leggi di Bilancio sono comunque state approvate prima del 29 dicembre. Per esempio la legge di Bilancio per il 2020, presentata dal secondo governo Conte, è stata approvata definitivamente dal Parlamento il 24 dicembre 2019. Prima ancora, la legge di Bilancio per il 2017, presentata dal governo Renzi, era stata approvata il 7 dicembre 2016.

Il voto di fiducia

Durante la conferenza stampa di fine anno Meloni ha poi rivendicato un altro primato sulla nuova legge di Bilancio. «Mi consenta, apro e chiudo la parentesi, di rivendicare che per il primo anno, dopo molti, la legge del Bilancio è stata approvata con voto finale senza apposizione di voto di fiducia», ha detto Meloni.

Quando il governo pone la questione di fiducia su un provvedimento i tempi dell’esame del testo da parte del Parlamento si riducono perché cade la possibilità per le aule di votare modifiche al testo. In questo modo però il governo rischia di perdere la fiducia di una delle due aule, nel caso in cui non avesse la maggioranza dei voti.

Per quanto riguarda la nuova legge di Bilancio, il governo Meloni ha posto la fiducia in occasione della votazione del provvedimento in Senato, il 22 dicembre, ma ha scelto di non metterla alla Camera. La decisione è stata frutto di un accordo con i partiti di opposizione.

Ma è vero che da molti anni la legge di Bilancio non veniva approvata senza il voto di fiducia finale? In questo caso Meloni ha ragione. In base alle verifiche di Pagella Politica, l’ultima volta che il voto finale sulla legge di Bilancio è avvenuto senza questione di fiducia è stata nel 2011. All’epoca la legge di Stabilità per il 2012 (la vecchia denominazione della legge di Bilancio) fu approvata definitivamente dalla Camera il 12 novembre 2011 e l’allora quarto governo Berlusconi scelse di non mettere la fiducia sul testo. Curiosità: nel 2011 il relatore alla Camera della legge di Bilancio per la maggioranza di centrodestra era il deputato della Lega Nord Giancarlo Giorgetti, oggi ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Meloni.

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