In conclusione
Abbiamo verificato 12 dichiarazioni fatte da Matteo Renzi nel suo nuovo libro Controcorrente, uscito il 13 luglio. Nel complesso, il leader di Italia viva ha fatto alcune affermazioni corrette, altre esagerate, e altre ancora errate.
Per esempio, l’ex presidente del Consiglio ha ripetuto che con il Jobs act si è creato «oltre un milione di posti di lavoro» – dato esagerato – e che con il suo governo sono stati messi 2,7 miliardi di euro sulla povertà – dato da ridimensionare.
Non è vero che Renzi è stato il primo presidente del Consiglio della storia in visita in uno Stato dell’Africa subsahariana – era stato Prodi – e non è vero, in base alle previsioni della Banca mondiale, che la popolazione della Nigeria nel 2045 sarà di più di quella dell’Unione europea, anche se è vero che crescerà molto nei prossimi 25 anni.
Renzi poi semplifica troppo la relazione tra l’entrata in carica di Mario Draghi a Palazzo Chigi e l’andamento dello spread, che oltre a essere sceso è anche risalito, e semplifica le responsabilità del Titolo V della Costituzione nella gestione dell’epidemia.
L’ex presidente del Consiglio sbaglia quando scrive che il primo Pnrr di Conte dedicava risorse per i giovani «cinque volte» più basse di quelle per il cashback, così come esagera i risultati negativi, economici e sulla mortalità, dell’Italia durante la pandemia. È vero invece che i parlamentari, in base alla Costituzione, di norma non possono essere intercettati, anche se ci sono delle eccezioni, e che tra il 2015 e il 2017 il rapporto debito pubblico/Pil in Italia è sceso dopo anni di crescita.
Infine, Renzi esagera quando dice che il reddito di cittadinanza ha un importo «quasi» uguale a quello del salario di un lavoratore stagionale. In media un nucleo familiare beneficiario del reddito di cittadinanza prende meno di 550 euro al mese, mentre i salari minimi regolari oscillano tra i 1.100 e i 1.400 euro lordi al mese.