In Piemonte il centrodestra punta alla prima riconferma in 25 anni

Dai candidati al come si vota, ecco tutto quello che c’è da sapere sulle elezioni per il presidente della regione e i nuovi consiglieri regionali
Ansa
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Sabato 8 e domenica 9 giugno, oltre alle elezioni europee si terranno le elezioni regionali in Piemonte per l’elezione del presidente della regione e dei nuovi membri del consiglio regionale. Come abbiamo spiegato in un precedente approfondimento, il Piemonte è la regione che storicamente ha registrato i risultati elettorali più simili a quelli nazionali. In altre parole, insieme alle europee, le elezioni in Piemonte potrebbero dire diverse cose sui rapporti di forza tra i partiti a livello nazionale. Il Piemonte è al momento governato dal centrodestra con il presidente Alberto Cirio, che punta a un secondo mandato consecutivo, risultato mai ottenuto negli ultimi 25 anni da nessun candidato. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sostengono invece candidati diversi, non avendo trovato un accordo per una candidatura in comune.

Dai candidati al come si vota, abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere per arrivare informati alle elezioni regionali in Piemonte.

I candidati

I candidati alla presidenza della Regione Piemonte sono cinque. La coalizione di centrodestra, formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, sostiene la ricandidatura di Cirio. A febbraio di quest’anno Cirio, che ha 51 anni di età, è stato nominato vicesegretario nazionale di Forza Italia e in passato, prima di diventare presidente del Piemonte, è stato assessore regionale e parlamentare europeo sempre per il partito guidato oggi da Antonio Tajani. La ricandidatura di Cirio è sostenuta anche da Noi Moderati e dalla lista civica personale “Cirio presidente”.
Immagine 1. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, ricandidato con la coalizione di centrodestra – Fonte: Ansa
Immagine 1. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, ricandidato con la coalizione di centrodestra – Fonte: Ansa
Il PD sostiene la candidatura di Giovanna Pentenero, 59 anni, dal 2021 assessora comunale a Torino con delega al lavoro. Pentenero è appoggiata anche da Alleanza Verdi-Sinistra, da Italia Viva, da Più Europa, e dalle liste civiche “Piemonte ambientalista e solidale-Pentenero presidente” e “Pentenero Presidente”. Il PD ha presentato la candidatura di Pentenero a marzo, una decisione che non è stata apprezzata dal Movimento 5 Stelle, secondo cui il partito di Elly Schlein avrebbe rinunciato a qualsiasi dialogo per trovare un candidato unitario. 

Un mese dopo, il Movimento 5 Stelle ha quindi ufficializzato che sarebbe andato in solitaria alle regionali, sostenendo la candidatura di Sarah Disabato, 35 anni, consigliera regionale uscente del partito di Giuseppe Conte. Negli ultimi giorni il Movimento 5 Stelle sta però affrontando alcuni problemi con i suoi candidati al consiglio regionale: il 3 giugno il candidato del Movimento 5 Stelle al consiglio regionale Marco Allegretti ha infatti ritirato la sua candidatura perché indagato per sottrazione fraudolenta delle imposte. Secondo l’accusa, Allegretti avrebbe tentato di occultare alcuni fabbricati ad Asti e a Torino per evitare una procedura di riscossione su tasse non pagate.
Immagine 2. Giovanna Pentenero, candidata del PD alle elezioni regionali in Piemonte – Fonte: Ansa
Immagine 2. Giovanna Pentenero, candidata del PD alle elezioni regionali in Piemonte – Fonte: Ansa
Fuori dagli schieramenti principali ci sono altri due candidati alla carica di presidente della regione: Alberto Costanzo, sostenuto dalla lista “Libertà” dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, e Francesca Frediani, sostenuta dalla lista “Piemonte Popolare”, vicina al partito di sinistra radicale Unione Popolare. 

Azione di Carlo Calenda non ha presentato una lista elettorale, ma un suo esponente locale è candidato nella lista civica di Cirio.

Le regole del voto

L’elezione del presidente della Regione Piemonte avviene su un’unica scheda (qui i fac-simile), dove gli elettori possono esprimere il loro voto in vari modi. Possono votare per un candidato presidente della regione, e il voto non si estende alle liste a esso collegate; possono votare per una lista di consiglieri, e il voto si estende al candidato presidente collegato; oppure possono votare per un candidato presidente e una delle liste collegate. 

In Piemonte è previsto pure il cosiddetto “voto disgiunto”, ossia la possibilità di votare per un candidato presidente e per una lista non collegata, mentre non è previsto il secondo turno di ballottaggio: vince il candidato presidente che ottiene più voti, a prescindere dal risultato.
Immagine 3. Il fac-simile della scheda elettorale alle elezioni regionali in Piemonte – Fonte: Regione Piemonte
Immagine 3. Il fac-simile della scheda elettorale alle elezioni regionali in Piemonte – Fonte: Regione Piemonte
Le elezioni regionali in Piemonte serviranno a eleggere i nuovi membri del consiglio regionale. Quest’ultimo è composto da 40 consiglieri, oltre al presidente eletto, eletti sulla base di liste circoscrizionali collegate a ciascun presidente. Le circoscrizioni sono porzioni di territorio in cui è divisa la regione in occasione delle elezioni e il Piemonte ne ha sette, che corrispondono alle sue province: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli. Al momento del voto l’elettore può esprimere al massimo due preferenze per i consiglieri regionali, a patto che siano di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.

La legge elettorale regionale del Piemonte prevede un premio di maggioranza per le liste collegate al candidato presidente vincitore, che varia in base al risultato del candidato vincitore. Se il candidato vincitore ottiene meno del 45 per cento dei voti le liste a lui collegate ricevono 28 seggi su 40; se ottiene tra il 45 per cento e il 60 per cento ricevono 30 seggi; se supera il 60 per cento dei voti ricevono invece 32 seggi. In ogni caso i partiti di opposizione devono avere almeno 18 seggi in consiglio regionale. Le coalizioni di liste che ottengono meno del 5 per cento dei voti validi non eleggono consiglieri regionali. La soglia di sbarramento per le liste che corrono da sole è invece fissata al 3 per cento.

Perfetto equilibrio

Negli ultimi vent’anni alla guida della Regione Piemonte c’è stata una sostanziale alternanza tra il centrodestra e il centrosinistra, e nessun presidente ha mai svolto due mandati consecutivi. Alle elezioni regionali del 2000 ha vinto il centrodestra con Enzo Ghigo, sostenuto da Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord, mentre cinque anni dopo, nel 2005, ha vinto il centrosinistra con Mercedes Bresso, sostenuta tra gli altri dai Democratici di Sinistra, da La Margherita e dai Verdi. Nel 2010 ha vinto invece il centrodestra con il leghista Roberto Cota, oggi candidato alle elezioni europee con Forza Italia. A gennaio 2014 il Tribunale amministrativo regionale ha però annullato le elezioni regionali del 2010, dopo il ricorso di Bresso, all’epoca sfidante di Cota. Il Tar aveva annullato per irregolarità circa 27 mila voti ottenuti dalla lista dei pensionati che sosteneva il candidato del centrodestra e Cota è stato così costretto a dimettersi. Nel 2014 il Piemonte si sono quindi tenute le elezioni regionali anticipate, in cui ha vinto Sergio Chiamparino, sostenuto da PD, Sinistra Ecologia Libertà e Italia dei Valori. Cinque anni dopo, nel 2019, ha vinto invece il centrodestra con Alberto Cirio, attuale presidente della regione. 

Nel collegio del Piemonte la coalizione di centrodestra ha vinto anche in occasione delle elezioni politiche del 2022 con il 46 per cento. La coalizione di centrosinistra, formata da PD, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa e Impegno Civico, è arrivata invece seconda con il 29 per cento. Alle elezioni politiche in Piemonte il primo partito è stato Fratelli d’Italia (27 per cento), seguito dal PD (20 per cento) e dalla Lega (11 per cento).

Le elezioni regionali in Piemonte saranno un test significativo per i vari partiti. Secondo i nostri calcoli, infatti, questa regione può essere considerata una sorta di “Ohio d’Italia”, ossia la regione in cui storicamente i voti espressi a livello locale sono stati più volte indicativi di quelli espressi in media a livello nazionale. Per anni, in passato, l’Ohio è stato uno degli Stati più rappresentativi degli Stati Uniti a livello elettorale: in Italia invece è il Piemonte, nonostante giornalisti e commentatori politici assegnino questo appellativo un po’ a tutte le regioni al voto.

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