A Firenze il centrodestra unito tenta la prima vittoria sul centrosinistra diviso

Dai candidati al come si vota, tutto quello che c’è da sapere sulle elezioni per il sindaco nel capoluogo della Toscana
ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI
ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI
Sabato 8 e domenica 9 giugno, oltre alle elezioni europee, si terranno le elezioni comunali in oltre 3.700 comuni in tutta Italia. Tra questi, Firenze è la città più popolosa che andrà al voto, con i suoi 360 mila abitanti. Negli ultimi vent’anni il capoluogo della Toscana è stato sempre governato da giunte di centrosinistra e al momento è guidata dal sindaco Dario Nardella. Eletto per la prima volta nel 2014, l’esponente del Partito Democratico è al suo secondo mandato consecutivo: non potendosi più presentare per la carica di sindaco, ha deciso di candidarsi alle elezioni europee. 

Sul nome del suo sostituto, la coalizione di partiti che ha governato la città negli ultimi cinque anni si è divisa, mentre i partiti di destra e centrodestra si presentano uniti. Dai candidati al come si vota, abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere per arrivare informati alle elezioni comunali a Firenze.

Una sfida a dieci

Alle elezioni comunali di Firenze i candidati alla carica di sindaco sono dieci.

La coalizione formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sostiene la candidatura di Eike Schmidt, 56 anni di età, storico dell’arte che tra il 2015 e il 2023 è stato direttore della Galleria degli Uffizi. Nato in Germania, a novembre 2023 Schmidt ha ottenuto la cittadinanza italiana: la moglie di Schmidt è l’italiana e storica dell’arte Roberta Bartoli. Ad aprile 2024 Schmidt si è candidato ufficialmente a sindaco, sostenuto anche dalla lista civica personale “Eike Schmidt sindaco”, dal Partito Liberale Italiano e da Noi Moderati.
Eike Schmidt durante la presentazione della sua candidatura a sindaco di Firenze, 16 aprile 2024 – Fonte: Ansa
Eike Schmidt durante la presentazione della sua candidatura a sindaco di Firenze, 16 aprile 2024 – Fonte: Ansa
Negli ultimi vent’anni i partiti di destra e centrodestra non sono sempre stati alleati alle elezioni comunali. Per esempio nel 1995 Forza Italia e Alleanza Nazionale hanno sostenuto due candidati diversi, nel 1999 la Lega Nord ha sostenuto un suo candidato, così come Fratelli d’Italia nel 2014. La coalizione si è invece presentata unita nel 2004, nel 2009 e nel 2019. L’ultima volta che un candidato di centrodestra è andato al ballottaggio risale a 15 anni fa, al 2009, quando è stato eletto sindaco Matteo Renzi. 

La principale sfidante di Schmidt è l’assessora uscente al Welfare Sara Funaro, 47 anni, sostenuta dal Partito Democratico, da Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa, Azione, dalla lista “Centro”, dalla lista civica personale “Sara Funaro sindaco” e dalla lista “Anima Firenze”. Funaro non è riuscita a ricevere il sostegno del Movimento 5 Stelle, che appoggia la candidatura di Lorenzo Masi, attuale vicecapogruppo del partito di Giuseppe Conte in Consiglio comunale.
Sara Funaro (a destra) insieme alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, 16 marzo 2024 – Fonte: Ansa
Sara Funaro (a destra) insieme alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, 16 marzo 2024 – Fonte: Ansa
Italia Viva sostiene la candidatura di Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana, sostenuta anche dal Partito Socialista Italiano e dai Libdem Europei. La candidatura di Saccardi è stata annunciata a dicembre 2023 dal leader di Italia Viva Renzi, che ha chiesto al Partito Democratico di fare le primarie tra i partiti di centrosinistra per la scelta di un candidato comune. All’epoca le primarie erano state chieste pure da Cecilia Del Re, ex assessora all’Urbanistica nella giunta di Nardella, che puntava a candidarsi a sindaca per il centrosinistra. Il PD aveva però confermato che la sua candidata sarebbe stata in ogni caso Funaro e che le primarie non si sarebbero fatte. A quel punto Italia Viva ha confermato comunque la candidatura di Saccardi, e lo stesso ha fatto Del Re, che è uscita dal PD e si è candidata con la lista civica “Firenze Democratica”. 

Oltre a Del Re, fuori dagli schieramenti principali ci sono altri cinque candidati sindaco: Francesco Zini, sostenuto da “Firenze Cambia”; Francesca Mazzacca, sostenuta da “Ribella Firenze”; Dmitrij Palagi Gabriellovic per “Sinistra progetto comune” e “Firenze ambientalista e solidale”; Alessandro De Giuli per “Firenze rinasce”; e Andrea Asciuti per Il Popolo della Famiglia e le liste “Firenze Vera” e “Indipendenza!”.

Come si vota

A Firenze, come in tutti i comuni italiani, l’elezione del sindaco avviene su un’unica scheda, dove gli elettori possono esprimere il loro voto in almeno tre modi. Possono votare solo per un candidato sindaco, e il voto non si estende alle liste a esso collegate; possono votare per una lista di consiglieri, e il voto si estende al candidato sindaco collegato; oppure possono votare per un candidato sindaco e una delle liste collegate. 

A Firenze, come in tutti i comuni con più di 15 mila abitanti (i cosiddetti “comuni superiori”), è previsto il cosiddetto “voto disgiunto”: l’elettore può votare per un candidato sindaco e per una lista a lui non collegata. A Firenze e negli altri comuni superiori, se al primo turno nessuno dei candidati sindaco ottiene almeno il 50 per cento più uno dei voti, è poi previsto un ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto più voti, che si svolge due settimane dopo il primo turno. L’eventuale ballottaggio a Firenze e negli altri comuni superiori al voto è previsto per domenica 23 e lunedì 24 giugno.

Vent’anni di centrosinistra

Dal 1995 a oggi, ossia da quando i sindaci sono eletti direttamente dai cittadini e non dai consiglieri comunali, Firenze è sempre stata guidata da giunte comunali di centrosinistra. 

Alle elezioni comunali del 1995 ha vinto Mario Primicerio, candidato indipendente per una coalizione formata tra gli altri dal Partito Democratico della Sinistra e da Rifondazione Comunista. Alle elezioni del 1999 ha vinto Leonardo Domenici, sostenuto dai Democratici di Sinistra, che è stato riconfermato come sindaco cinque anni dopo, nel 2004. Nel 2009 è diventato sindaco di Firenze Renzi, che ha vinto contro l’ex portiere della nazionale italiana di calcio Giovanni Galli, candidato del centrodestra. Nel 2014 Renzi non si è ricandidato a sindaco, perché divenuto nel frattempo presidente del Consiglio, ed è stato succeduto da Nardella, che ha vinto le elezioni comunali di quell’anno ed è stato poi riconfermato nel 2019. 

Più di recente, alle elezioni politiche 2022 nel collegio di Firenze alla Camera ha vinto la coalizione di centrosinistra, formata da Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa e Impegno Civico, con quasi il 43 per cento dei voti, mentre al secondo posto si è piazzata la coalizione di centrodestra con il 27 per cento. A Firenze il primo partito è stato il Partito Democratico con oltre il 30 per cento, seguito da Fratelli d’Italia al 19,5 per cento e dalla lista formata da Azione e Italia Viva al 14 per cento. Al quarto posto si è piazzato il Movimento 5 Stelle con il 10 per cento. Alleanza Verdi-Sinistra ha ottenuto quasi l’8 per cento, mentre sia la Lega sia Forza Italia hanno ottenuto meno del 4 per cento.

L’elezione dei consiglieri comunali

Le comunali a Firenze serviranno a eleggere anche i nuovi consiglieri comunali. Nel capoluogo della Toscana, come nelle altre città tra i 250 mila e 500 mila abitanti, il consiglio comunale è composto dal sindaco e da 36 consiglieri comunali.

I consiglieri comunali sono eletti con metodo proporzionale: ogni lista ottiene un numero di consiglieri pari ai voti presi. È comunque prevista una soglia di sbarramento al 3 per cento: le liste che non raggiungono questa soglia non eleggono nessun consigliere comunale. Per la lista o la coalizione che sostiene il candidato sindaco vincitore è previsto un premio di maggioranza del 60 per cento dei seggi in consiglio comunale, che viene assegnato secondo un sistema particolare previsto solo nei comuni con più di 15 mila abitanti, eccetto quelli della Valle d’Aosta, della Sicilia, del Friuli-Venezia Giulia, nella provincia autonoma di Bolzano e in quella di Trento, dove sono previste regole speciali.

Innanzitutto va precisato che i voti ottenuti da un candidato sindaco non corrispondono necessariamente ai voti presi dalle liste collegate. Un candidato può ottenere più voti delle liste che lo sostengono perché gli elettori possono votare solo per lui, senza scegliere nessuna lista di consiglieri. Un candidato può anche ottenere meno voti delle liste collegate quando molti elettori esercitano il voto disgiunto, e votano quindi per una lista e per un candidato sindaco a essa non collegato. Questo caso particolare è avvenuto di recente alle elezioni regionali in Sardegna, dove era previsto il voto disgiunto: il candidato presidente di Regione del centrodestra Paolo Truzzu, arrivato secondo, ha preso circa 328 mila voti mentre le liste collegate ne hanno presi circa 334 mila, quasi 6 mila in più dello stesso Truzzu. 

Fatta questa precisazione, l’assegnazione del premio di maggioranza alle comunali Firenze funziona in questo modo: se il sindaco è eletto al primo turno e la coalizione che lo sostiene ha ottenuto almeno il 40 per cento dei voti, la coalizione ottiene il 60 per cento dei seggi nel consiglio comunale, a patto che altre liste o coalizioni non abbiano superato il 50 per cento dei voti. Lo stesso è previsto in caso di elezione al ballottaggio. 

L’anatra zoppa

Quando il premio di maggioranza non scatta si può verificare quello che nel gergo politico è chiamato “anatra zoppa”, ossia la situazione in cui un sindaco, pur avendo vinto, non ha la maggioranza dei consiglieri. Questo caso si è verificato per esempio a Catanzaro dopo le elezioni comunali 2022. All’epoca, le liste che sostenevano il candidato sindaco di centrosinistra Nicola Fiorita, vincitore al ballottaggio, hanno ottenuto solo nove seggi in Consiglio comunale sui 32 totali, mentre quelle dello sconfitto Valerio Donato, candidato del centrodestra, ne hanno ottenuti 17. Il motivo è che al primo turno Donato era arrivato primo con il 44 per cento, risultato non sufficiente per vincere, ma le sue liste avevano superato il 50 per cento delle preferenze complessive. Dopo la vittoria al ballottaggio, Fiorita ha dovuto quindi stringere un accordo con il centrodestra per avere la maggioranza per governare in consiglio comunale.

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