Da società farmaceutiche a un ex ministro Dc: chi ha finanziato la campagna elettorale del Pd

Da fine luglio in poi, il partito guidato da Enrico Letta ha ricevuto donazioni per circa 1,2 milioni di euro: ecco da chi sono arrivati i finanziamenti più sostanziosi
ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI
Durante la campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre, il Partito democratico ha ricevuto finanziamenti per oltre 1,2 milioni di euro. Tra questi, ci sono le donazioni dei parlamentari attualmente in carica e dei candidati del partito, ma anche quelle di alcune società farmaceutiche, di un ex ministro democristiano e di un deputato attualmente iscritto al gruppo parlamentare di Italia viva, il partito di Matteo Renzi.

I dati sui finanziamenti sono pubblicamente consultabili dall’elenco delle erogazioni versate ai partiti e ai movimenti politici, scaricabile dal sito della Camera. Questi finanziamenti includono sia le donazioni dei privati cittadini e delle imprese sia i contributi economici dei parlamentari, previsti dallo statuto del partito. Quest’ultimo stabilisce che al finanziamento del partito contribuiscano anche le «erogazioni liberali degli eletti», che, come vedremo meglio tra poco, hanno avuto cifre concordate per questa campagna elettorale.

In questa analisi abbiamo considerato solo i finanziamenti ricevuti dalla sezione nazionale del Partito democratico e non quelli ricevuti dalle sezioni locali del partito.

Il contributo dei candidati

In base alle elaborazioni di Pagella Politica, dal 1° gennaio al 28 settembre 2022 (ultimo giorno per cui sono disponibili i dati) il Partito democratico ha ricevuto donazioni per circa 2,7 milioni di euro. Di questi, 1,2 milioni di euro sono stati raccolti dal 20 luglio in poi. In quella data possiamo fissare l’inizio della campagna elettorale, essendo il giorno in cui le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi hanno poi aperto le porte per le elezioni anticipate del 25 settembre.

Tra fine luglio e fine settembre, oltre la metà dei versamenti ricevuti dal Partito democratico è arrivata dal gruppo dei suoi parlamentari uscenti, in cui vanno distinti i candidati il 25 settembre nei cosiddetti “collegi blindati”, ossia quelli in cui il centrosinistra era sicuro di vincere. Questi candidati hanno dovuto versare almeno 15 mila euro al partito. Per esempio, a inizio settembre Letta, rieletto alla Camera, ha donato al suo partito 16.500 euro, stessa cifra versata, tra gli altri, anche dal deputato rieletto Alessandro Zan. Quest’ultimo è anche il fondatore del Padova pride village, un festival estivo per diritti Lgbtq+ attivo da 15 anni. Il festival è gestito dalla società Be Proud Srl, che il 28 luglio, durante la campagna elettorale, ha donato 9 mila euro alla sezione di Padova del Partito democratico. Prima di questa donazione, nel corso del 2022 Be Proud aveva già finanziato la sezione padovana del Partito democratico con un totale di 16 mila euro.

In campagna elettorale, sono arrivati anche i soldi di aziende, di imprenditori, e di cittadini che, prima delle elezioni, o non ricoprivano cariche in parlamento, ma erano candidati, o non facevano parte del mondo della politica. Questo insieme di donatori ha versato al partito circa 541 mila euro, e comprende nomi come quello dell’economista Carlo Cottarelli, eletto al Senato, o dell’ex sindaco di Bologna Virginio Merola, eletto alla Camera, che hanno donato 1.500 euro a testa. Il totale delle donazioni ricevute da aziende ammonta invece a 125 mila euro.

Le donazioni di Librandi

Per quanto riguarda le aziende, la donazione più alta sono i 60 mila euro ricevuti da Milano Krea Design Srl. La visura camerale della società mostra che l’azienda si occupa di «progettazione, costruzione, commercializzazione all’ingrosso di mobili, arredi, attrezzature per alberghi, ristoranti, mense, banche, esposizioni, mostre, sale cinematografiche e teatri». La stessa visura indica anche che la società è controllata per il 33 per cento dall’imprenditore Felice Boga e per il 67 per cento dall’imprenditore Gianfranco Librandi. Il 2 giugno 2015, all’epoca del governo Renzi, Boga è stato nominato cavaliere della Repubblica su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri, mentre Librandi è attualmente deputato di Italia viva, ma si è candidato alle elezioni del 25 settembre (senza successo) con Più Europa, il partito di Emma Bonino, alleato del Partito democratico nella coalizione di centrosinistra. 

Librandi è stato particolarmente generoso nel corso di questa campagna elettorale. Oltre ai 60 mila euro donati indirettamente al Partito democratico tramite la sua azienda, il 16 agosto ha versato altri 40 mila euro nelle casse del partito, questa volta a titolo personale. Solo due settimane prima, il 29 luglio, Librandi aveva donato ulteriori 100 mila euro a Più Europa.

La storia politica di Librandi attraversa diversi schieramenti. Eletto per la prima volta alle elezioni del 2013 con Scelta civica, il partito fondato dall’ex presidente del Consiglio Mario Monti, nel 2017 Librandi è passato al gruppo parlamentare del Partito democratico, con il quale è stato rieletto alle elezioni del 2018. Un anno dopo, nel 2019, Librandi è passato al gruppo parlamentare di Italia viva, di cui tutt’ora è membro.

Alle elezioni del 25 settembre, Librandi si è candidato con Più Europa in due collegi plurinominali in Lombardia e Calabria, e per la coalizione di centrosinistra in un collegio uninominale di Milano, dove ha perso per appena 0,7 punti percentuali contro la coalizione di centrodestra. Dato che Più Europa non è riuscita a superare la soglia di sbarramento del 3 per cento a livello nazionale, Librandi – che fino al 1° agosto ha continuato a versare i contributi mensili anche a Italia viva – non è stato rieletto.

I soldi delle società farmaceutiche

Nel corso della campagna elettorale, al Partito democratico sono arrivati anche 10 mila euro a testa dalle società farmaceutiche Farmaservizi Srl e Promofarma Srl, entrambe controllate da Federfarma, il principale organo di rappresentanza dei farmacisti in Italia. Altri 20 mila euro sono stati donati da Confagricoltura, una delle principali organizzazioni di tutela e rappresentanza delle imprese agricole. 

Il 12 settembre l’azienda “San Lorenzo Srl” ha versato al partito 25 mila euro. In questo caso non è chiaro a chi appartenga questa società e di che cosa si occupi: l’elenco pubblicamente disponibile dei finanziamenti non fornisce ulteriori informazioni e il registro delle imprese contiene molte aziende con il nome “San Lorenzo Srl”.

L’ex ministro democristiano

La donazione più ingente al Partito democratico è stata effettuata da un cittadino, Francesco Merloni, che il 26 agosto ha versato nelle casse del partito 100 mila euro, l’importo massimo consentito per le donazioni. Merloni non è nuovo al mondo della politica, anzi: è stato parlamentare della Democrazia cristiana per sette legislature, a partire dal 1972, ed è stato anche ministro dei Lavori pubblici nei governi Amato e Ciampi, tra il 1992 e il 1993. 

Due giorni prima della donazione al Partito democratico, Merloni, ricoverato in un ospedale per una caduta, aveva ricevuto la visita proprio di Letta. «Abbiamo scambiato quattro chiacchiere, gli ho portato il mio conforto, siamo legati da un’amicizia di lunga data», aveva dichiarato il segretario del Partito democratico uscendo dall’ospedale. Nel 2007, in effetti, Merloni aveva dichiarato di sostenere la candidatura di Letta come segretario dell’allora nascente Partito democratico.  

L’ex ministro democristiano ha 97 anni ed è presidente onorario dell’azienda Ariston Thermo Spa, specializzata in impianti di riscaldamento e climatizzazione.

Due curiosità

Chiudiamo con due curiosità su altrettanti donatori. Il 23 agosto, pur non essendo iscritta al Partito democratico, la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein ha versato 5 mila euro al partito. Alle elezioni del 25 settembre, Schlein è stata eletta per la prima volta alla Camera, come indipendente nella lista del Partito democratico, e negli ultimi giorni è stata indicata da più parti come possibile candidata alla successione di Letta alla segreteria del partito. 

Infine, tra i finanziatori del Partito democratico c’è anche Santi Cappellani, il deputato che a inizio 2020 aveva lasciato il Movimento 5 stelle in polemica con la richiesta del suo partito di restituire una parte dello stipendio da parlamentare. A febbraio di quell’anno Cappellani era poi entrato nel gruppo parlamentare del Partito democratico, a cui a inizio agosto ha versato 15 mila euro.

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