Il fact-checking del discorso con cui Schlein si è candidata alla segreteria del Pd

Dai rave party al reddito di cittadinanza, passando per il mondo del lavoro, abbiamo verificato otto dichiarazioni dell’ex parlamentare europea 
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il 4 dicembre, durante un incontro allo spazio Monk di Roma, la deputata Elly Schlein ha annunciato la sua candidatura alla segreteria del Partito democratico, nella cui lista è stata eletta in Parlamento lo scorso 25 settembre. «Io, insieme a voi, voglio diventare la segretaria del nuovo Partito democratico», ha dichiarato (min. 1:40:30) Schlein al termine del suo discorso, aggiungendo che «questa settimana» prenderà la tessera del partito.

Dai rave party al reddito di cittadinanza, passando per il mondo del lavoro, abbiamo verificato otto dichiarazioni di Schlein per vedere quali contengono numeri e fatti corretti, e quali no.

La norma contro i rave

«Una norma contro i raduni che hanno dovuto riscrivere perché era incostituzionale» (min. 56:02)

Qui Schlein ha fatto riferimento all’articolo 5 del decreto-legge approvato il 31 ottobre dal governo Meloni, che ha introdotto un nuovo reato, all’articolo 434-bis del codice penale, per punire chi organizza e partecipa a raduni illegali, con l’occupazione di terreni o edifici che mettono a rischio l’ordine o la salute pubblica. La norma, pensata per colpire il fenomeno dei rave party, è stata criticata da più parti: da un lato, il nuovo reato prevede pene più severe di quelle in vigore negli altri grandi Paesi europei; dall’altro lato, la norma rischia di essere eccessivamente vaga, finendo per punire raduni diversi dai rave party. Secondo alcuni costituzionalisti, il provvedimento sarebbe dunque incostituzionale, perché violerebbe l’articolo 17 della Costituzione, secondo cui «i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi». 

Ora il decreto è all’esame del Parlamento per la conversione in legge. In Senato il governo ha presentato un emendamento per modificare il nuovo reato e punire chiunque «organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati» per «realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento». 

Sulla costituzionalità o meno del provvedimento, la Corte Costituzionale non si è però pronunciata.

I benefici del reddito di cittadinanza

«Il reddito di cittadinanza ha impedito a un milione di persone di scivolare nella povertà, lo dice l’Istat» (min. 57:50)

È vero, anche se serve una precisazione. Secondo Istat, nel 2020 il reddito di cittadinanza, insieme ad altri sussidi introdotti dal secondo governo Conte, come il reddito di emergenza, ha permesso a un milione di persone di non trovarsi in povertà assoluta a causa della crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. 

L’Istat ha calcolato che, in assenza dei sussidi, la povertà assoluta avrebbe toccato l’11,1 per cento della popolazione in Italia, invece che il 9,4 per cento rilevato, e avrebbe coinvolto circa 6,6 milioni di persone, invece di 5,6 milioni. Senza sussidi, tra cui il reddito di cittadinanza, le famiglie colpite dalla povertà sarebbero state circa 500 mila in più: due milioni e 450 mila, a fronte dei due milioni rilevati.

I lavoratori poveri in Italia

«In Italia ci sono 3 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri» (min. 58:20)

Questa cifra è più o meno corretta, a seconda di che cosa si intenda per “lavoratori poveri”. Secondo Eurostat, in Italia quasi l’11 per cento dei lavoratori tra i 18 e i 64 anni di età vive sotto la soglia di povertà relativa (e non di quella assoluta, citata sopra), ossia con un reddito annuo inferiore ai 10.840 euro annui. Eurostat considera però solo i soggetti che hanno lavorato per almeno sette mesi in un anno: se si considera anche chi ha lavorato per meno tempo, la percentuale vista sopra sale intorno al 13 per cento. 

Secondo Istat, a ottobre in Italia c’erano oltre 23,2 milioni di occupati. I lavoratori poveri sarebbero dunque tra i 2,5 milioni e i 3 milioni. 

I posti di lavoro nel settore della cura

«L’Organizzazione internazionale del lavoro ci dice che se noi investissimo il doppio nell’economia della cura, da qui al 2030, si creerebbero 28 milioni di posti di lavoro in più, di cui circa 2 in Italia» (min. 1:08:07)

Qui Schlein esagera un po’. Secondo uno studio pubblicato nel 2018 dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), il raddoppiamento degli investimenti nell’economia dell’assistenza e delle cure alla persona porterebbe «a 83 milioni di posti di lavoro (70 milioni nel settore delle cure e 13 milioni nell’indotto) in 29 Paesi del continente europeo entro il 2030». Secondo Ilo, «ciò equivarrebbe alla creazione di 28 milioni di nuovi posti di lavoro (un aumento del 51,1 per cento), rispetto ai 55 milioni di posti di lavoro raggiunti nel 2015». 

Per quanto riguarda l’Italia, questo aumento degli investimenti nei servizi di assistenza e cura, spiega l’Ilo, «potrebbe incrementare il numero di posti di lavoro del settore da 3,2 milioni censiti nel 2015 a 4,6 milioni (3,9 milioni nel settore dell’assistenza e cura e 0,7 milioni di posti di lavoro creati dall’indotto) entro il 2030». Questo equivarrebbe «a 1,4 milioni nuovi posti di lavoro (un aumento del 43,0 per cento)», e non a 2 milioni, come dichiarato da Schlein.

Gli incarichi di cura sulle donne

«Oxfam ha calcolato che se appaltassimo a una sola azienda a livello globale l’intero carico di cura che grava sulle spalle delle donne, quell’azienda avrebbe 10 mila miliardi all’anno di fatturato, 43 volte quello della Apple» (min. 1:09:16)

Qui Schlein è imprecisa. È vero che in un rapporto del 2019 pubblicato dalla Ong Oxfam si legge che «se tutto il lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne di tutto il mondo fosse fornito da un’azienda, questa avrebbe un volume d’affari annuo di 10 mila miliardi di dollari, pari a 43 volte quello di Apple». Ma questa stima non è stata calcolata da Oxfam, bensì dalla multinazionale di consulenza McKinsey & Company, in un rapporto del 2015. McKinsey ha stimato, sulla base dei salari minimi in vigore a livello internazionale, che il lavoro non pagato delle donne (per esempio, nel settore della cura e della casa) ha un valore di circa 10 mila dollari. Il metodo di calcolo utilizzato non è comunque molto chiaro.

Al di là di questo, i ricavi annuali di Apple si aggirano intorno ai 394 miliardi di dollari, una cifra che moltiplicata per 25 (e non per 43) si avvicina ai 10 miliardi di dollari citati.

Quanti giovani hanno un contratto a termine

«Il 64 per cento dei lavoratori under 24 è a termine» (min. 1:12:57)

Questa percentuale è sostanzialmente corretta. Secondo i dati Istat più aggiornati, divisi per genere e tipologia di contratto, a giugno 2022 gli occupati in Italia tra i 15 e i 24 anni di età erano un milione e 49 mila. Di questi, 637 mila avevano un contratto a tempo determinato, ossia il 61 per cento circa, una percentuale vicina a quella indicata da Schlein.

I sussidi ambientalmente dannosi in Italia

«Bisogna dire basta a quei 18 miliardi di euro a quei sussidi ambientalmente dannosi» (min. 1:17:04)

I “sussidi ambientalmente dannosi”, come suggerisce il loro nome, sono quei sussidi che hanno un impatto negativo sull’ambiente. Si pensi, per esempio, quelli per le fonti energetiche basate sui combustibili fossili.

Secondo i dati più aggiornati del Ministero della Transizione ecologica (rinominato con il nuovo governo Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica), nel 2019 i “sussidi ambientalmente dannosi” in Italia erano stimati intorno ai 24,5 miliardi di euro, scesi a 21,6 miliardi nel 2020. I “sussidi ambientalmente neutri” erano pari rispettivamente a 17,6 miliardi e a 18,9 miliardi, mentre quelli di classificazione incerta a 12,9 miliardi e 13,6 miliardi. 

Fra i sussidi ambientalmente dannosi, quelli alle fonti fossili erano stimati a 15 miliardi di euro per il 2019 e a 13,1 miliardi per il 2020.

L’elezione al Parlamento Ue

«A portarmi al Parlamento europeo furono le 53 mila preferenze» (min. 1:24:06)

È vero: Elly Schlein è stata eletta parlamentare europea alle elezioni del 2014 nella lista del Partito democratico, nella circoscrizione Italia-Nord orientale, raccogliendo 53.702 preferenze.

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