Il Pd ha accelerato le tappe per eleggere il nuovo segretario

Le primarie, anticipate di quasi un mese, si terranno il 19 febbraio per individuare il successore di Enrico Letta
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Sabato 19 novembre, nel corso di una riunione dell’Assemblea nazionale del Partito democratico, il segretario uscente Enrico Letta ha annunciato alcune novità legate all’elezione del suo successore, a partire dalle tempistiche. Le primarie del partito si terranno il prossimo 19 febbraio, circa tre settimane prima della data annunciata in precedenza, il 12 marzo. 

Mentre alcuni esponenti del partito hanno già ufficializzato la propria candidatura, come Paola De Micheli e Stefano Bonaccini, altri sembrano intenzionati a mettersi in gioco, a partire da Elly Schlein. Abbiamo fatto il punto della situazione.

Le nuove date

Nel suo discorso, Letta ha presentato una proposta di modifica per la parte di statuto del Pd relativa al Congresso nazionale, il lungo percorso composto da incontri e dibattiti che si concluderà con l’elezione del nuovo segretario del partito e di una nuova Assemblea nazionale. La proposta è poi stata approvata con 553 voti favorevoli, 21 contrari e 36 astenuti. 

In base al nuovo statuto, le candidature per il ruolo di segretario dovranno essere presentate entro il 27 gennaio 2023. In seguito si svolgeranno le votazioni degli iscritti, ossia dei tesserati nei circoli, e i due candidati più votati andranno alle primarie, programmate per il 19 febbraio. Questa tornata elettorale sarà aperta non più ai soli iscritti ma a tutti gli elettori e le elettrici del Partito democratico, che eleggeranno il nuovo segretario a maggioranza assoluta.  

A fine ottobre, in una precedente riunione dell’Assemblea nazionale, Letta aveva detto che le primarie si sarebbero svolte il 12 marzo, ma alcuni esponenti del partito avevano chiesto un’anticipazione, poi avvenuta. «Abbiamo valutato che sia necessario dare un tempo meno lungo per concludere questa vicenda», ha detto Letta il 19 novembre, spiegando che verranno accorciati i tempi di voto per gli iscritti e per le primarie, mentre «si mantiene in vita, come l’avevamo decisa, la fase del Congresso costituente». 

Prima di concentrarsi sull’elezione del segretario, infatti, il Congresso nazionale del Pd prevede una fase di discussione (il cosiddetto “Congresso costituente”) dedicata ai temi e ai programmi. Questa inizierà il 24 novembre con la nomina del Comitato costituente nazionale e si concluderà il 22 gennaio con l’approvazione di un nuovo “Manifesto dei valori e dei principi” del Partito democratico, che aggiornerà l’attuale manifesto, del 2007. «Il Congresso costituente deve essere un momento in cui tutti abbiano la possibilità di sciogliere i nodi fondamentali per dare vita al nuovo Pd», ha detto Letta. 

I candidati

Al momento sono state avanzate due candidature ufficiali per il ruolo di segretario del Pd. La prima è quella di Paola De Micheli, deputata e ministra delle Infrastrutture e dei trasporti nel secondo governo Conte, che ha annunciato l’intenzione di correre già a fine settembre. Il 20 novembre, poi, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha ufficializzato la sua candidatura, affermando in un’intervista al Tg1 che oggi «serve un profondo cambiamento e rinnovamento, sia di programma che nelle classi dirigenti» del Pd. 

Un altro nome che circola ormai da tempo, ma che ancora non ha ufficializzato la propria candidatura, è quello di Elly Schlein, ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna (si è dimessa lo scorso 24 ottobre), ex parlamentare europea, eletta il 25 settembre per la prima volta alla Camera dei deputati nella lista del Pd. Schlein non è formalmente iscritta al Partito democratico, ma da mesi circolano voci insistenti riguardo a una sua possibile candidatura. Nel suo discorso all’Assemblea nazionale, Letta ha specificato che il Congresso costituente seguirà «un percorso di allargamento e renderà possibile la partecipazione di persone che oggi hanno cominciato un lavoro di convergenza con noi, con delle regole più semplici che consentano di evitare ostacoli eccessivi, e con tempi certi».

Secondo fonti stampa, Bonaccini dovrebbe essere sostenuto dalla corrente di Base riformista, di cui fanno parte per esempio Lorenzo Guerini e Simona Malpezzi, oltre a vari amministratori locali, come il presidente della Toscana Eugenio Giani. Schlein potrebbe invece contare sull’appoggio di Area dem di Dario Franceschini, ma anche sull’ex segretario Nicola Zingaretti e alcuni esponenti della sinistra del partito, come Andrea Orlando e Peppe Provenzano. 

Tra l’altro, nel corso dell’Assemblea nazionale del 19 novembre è stato presentato un ordine del giorno firmato, tra gli altri, dalle deputate Marianna Madia e Lia Quartapelle, che chiede lo «scioglimento delle correnti interne al partito», viste come un motivo di «avvizzimento e ossificazione» che ne «oscura l’identità e cristallizza le divisioni». L’ordine del giorno non è stato messo ai voti ma accolto dall’Assemblea: «Mi prendo io l’impegno», ha detto Letta. 

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