Il fact-checking di Meloni al Meeting di Rimini

Abbiamo verificato sette dichiarazioni della presidente del Consiglio, da Gaza all’economia, passando per il PNRR
ANSA/Dorin Mihai
ANSA/Dorin Mihai
Mercoledì 27 agosto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto un discorso al Meeting di Rimini, l’evento annuale organizzato dal movimento cattolico di Comunione e Liberazione. 

Nel suo intervento ha toccato vari temi, dall’economia al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), passando per il lavoro e l’immigrazione. Abbiamo verificato sette dichiarazioni della presidente del Consiglio per capire se trovano riscontro nei fatti e nei numeri.

Lo spread con la Francia

«I tassi di interesse che paghiamo sul nostro debito sono in linea con quelli che si pagano in una nazione come la Francia»

Con questa dichiarazione, Meloni fa riferimento al fatto che nelle ultime settimane il rendimento dei titoli di Stato francesi a dieci anni (gli OAT) si è avvicinato molto a quello dei titoli italiani (i BTP). Al momento, chi compra un BTP decennale ottiene un rendimento leggermente più alto rispetto a chi acquista un OAT francese. 

Come abbiamo spiegato in un altro fact-checking, il divario tra Francia e Italia si è ridotto soprattutto perché è aumentato il rendimento dei titoli francesi, più che per una diminuzione di quello italiano. I BTP continuano comunque a essere i titoli con i rendimenti più alti tra i principali Paesi dell’area euro.

L’attuazione del PNRR

«Le istituzioni comunitarie certificano che l’Italia è la prima in Europa per attuazione del PNRR»

È vero che a oggi l’Italia è il Paese europeo che ha ricevuto più soldi dall’Unione europea per il proprio PNRR e che ha raggiunto più traguardi e obiettivi, ma solo in valore assoluto. 

Ogni Paese Ue ha concordato piani con valori diversi e un numero diverso di traguardi e obiettivi. Come abbiamo spiegato lo scorso luglio, Francie e Danimarca hanno centrato finora più traguardi e obiettivi rispetto all’Italia, in percentuale sul totale concordato con l’Ue. La Francia ha incassato anche più soldi dell’Italia (soldi che vanno spesi, un fronte su cui il piano italiano ha accumulato ritardi).

L’assistenza a Gaza

«Siamo il primo Paese non musulmano al mondo per evacuazioni sanitarie da Gaza»

Questo primato è stato rivendicato di recente anche dal Ministero degli Esteri e dal Ministero della Difesa. Quest’ultimo, il 13 agosto, ha scritto in un comunicato stampa che l’Italia ha accolto fino a oggi «più di 180 bambini di Gaza» per curarli. In totale, sono «580» le persone che, secondo il ministero, «possono guardare al futuro con una speranza concreta». «L’Italia si conferma quarto Paese al mondo e primo tra quelli occidentali nell’evacuazione e nel trasferimento in ospedali specializzati di pazienti palestinesi», si legge nel comunicato stampa.

Al momento non ci sono però dati indipendenti, aggiornati e confrontabili tra i vari Stati per verificare con certezza se la dichiarazione di Meloni sia corretta o esagerata. In un aggiornamento del 7 agosto, l’Ufficio regionale per il Medio Oriente dell’Organizzazione mondiale (OMS) della sanità ha scritto che dal 7 ottobre 2023 – giorno degli attentati di Hamas contro Israele – circa 7.500 persone sono state evacuate da Gaza per motivi sanitari, tra cui oltre 5 mila bambini. Egitto, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Turchia – tutti e quattro a maggioranza musulmana – sono stati i Paesi che hanno accolto più evacuati. Al quinto posto c’è l’intera Unione europea, con 244 evacuati. Ma tra questi, non è fornito il dato italiano.

La gestione dell’immigrazione

«[Sull’immigrazione] sono scelte che hanno portato a un duplice risultato: abbattere drasticamente gli ingressi irregolari, ma soprattutto ridurre il numero dei morti e dei dispersi in mare»

Procediamo con ordine. È vero che con il governo Meloni gli sbarchi di migranti sono calati, come dice la presidente del Consiglio? In media, nei primi giorni di questo agosto gli sbarchi annui di migranti, calcolati su base mobile (cioè sommando gli sbarchi avvenuti nei 365 giorni precedenti a ogni data), sono stati circa 69 mila. Prima che il governo Meloni entrasse in carica, questo numero era intorno ai 90 mila.

Dunque, un calo c’è stato, anche se negli ultimi mesi gli sbarchi annui sono rimasti piuttosto stabili. Il calo maggiore è stato registrato rispetto a ottobre 2023, ma quando ormai era in carica da oltre un anno il governo Meloni.
Per quanto riguarda i morti e i dispersi in mare, nel 2023 sono stati circa 2.500 nella rotta del Mediterraneo centrale (che collega l’Italia con le coste del Nord Africa) e circa 1.800 nel 2024, secondo i dati raccolti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Nonostante il calo tra il 2023 e il 2024, entrambi i numeri registrati nei due anni sono più alti di quelli registrati ogni anno tra il 2018 e il 2022.

Le misure economiche del governo

«Questo governo ha garantito solo nel 2024 benefici netti per le famiglie per oltre 16 miliardi di euro, aumentando i mesi di congedo parentale retribuito all’80 per cento, rendendo l’asilo nido gratuito per il secondo figlio»

La dichiarazione secondo cui «questo governo ha garantito solo nel 2024 benefici netti per le famiglie per oltre 16 miliardi di euro» fa riferimento a una stima contenuta in un rapporto sulla legge di Bilancio per il 2024 pubblicato a febbraio dell’anno scorso dall’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), un organismo indipendente che vigila sui conti pubblici italiani.

Secondo l’UPB, nel 2024 i principali effetti positivi della legge di bilancio e delle altre misure adottate dal governo sono ricadute sulle famiglie, in particolare quelle con lavoratori dipendenti. L’impatto su imprese e lavoratori autonomi, al contrario, è considerato restrittivo. Il valore dei benefici netti per le famiglie è stimato in 16,4 miliardi di euro. Questa cifra deriva soprattutto dalla riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, sia del settore privato sia di quello pubblico, cioè dal cosiddetto “taglio del cuneo contributivo”.

È vero poi che il governo ha ampliato la possibilità di ricorrere al congedo parentale retribuito all’80 per cento, mentre non è vero che gli asili nido per i secondi figli sono diventati gratuiti, come abbiamo spiegato in un altro fact-checking.

Il record di occupazione femminile

«Sotto il mio governo si è raggiunto il record di occupazione femminile»

Meloni ha ragione. Secondo i dati ISTAT più aggiornati, a giugno 2025 in Italia il tasso di occupazione femminile era del 52,4 per cento, il più alto mai registrato da quando ci sono le statistiche mensili. Questa percentuale resta comunque la più bassa dell’Ue.

La crescita degli occupati

«In poco più di mille giorni sono stati creati oltre un milione di nuovi posti di lavoro, la gran parte dei quali a tempo indeterminato»

Secondo ISTAT, a giugno 2025 in Italia c’erano 24,3 milioni di occupati, oltre un milione in più rispetto a ottobre 2022, quando si è insediato il governo Meloni. Nello stesso periodo, gli occupati dipendenti a tempo indeterminato sono cresciuti di quasi 1,3 milioni di unità, mentre quelli a tempo determinato sono calati di quasi mezzo milione di unità.

È difficile da stabilire con certezza quanto della crescita degli occupati sia però attribuibile alle politiche del governo, in assenza di studi specifici condotti da economisti o esperti del settore. Il fatto che durante il governo Meloni gli occupati siano aumentati non implica automaticamente che tale crescita sia il risultato diretto delle scelte dell’esecutivo.

L’aumento degli occupati, infatti, è iniziato prima dell’insediamento del governo e fa parte di una dinamica che da anni interessa quasi tutti i Paesi dell’Unione europea. In alcuni Stati membri, peraltro, il numero degli occupati è cresciuto anche più che in Italia, il cui tasso di occupazione rimane il più basso dell’intera Ue.
Va inoltre osservato che la crescita degli occupati in Italia riguarda soprattutto le fasce di popolazione più anziane, nelle quali sono più diffusi i contratti a tempo indeterminato. In parte – ha sottolineato ISTAT in diversi rapporti – questo fenomeno è legato anche alle politiche che hanno innalzato l’età pensionabile.

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