Forza Italia è il partito con più debiti di tutti

Il loro valore ha raggiunto quasi 100 milioni di euro, la cifra più alta tra i principali partiti: i debiti del PD, per esempio, sono un ventesimo e quelli di Fratelli d’Italia oltre 800 volte più bassi. Ci sono poi altri problemi per le casse del partito
ANSA
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Forza Italia è di gran lunga il partito con più debiti di tutti. In base alle verifiche di Pagella Politica sugli ultimi bilanci dei principali partiti pubblicamente disponibili, nel 2021 Forza Italia aveva debiti per più di 99 milioni di euro, un disavanzo di esercizio di oltre 340 mila euro e un disavanzo patrimoniale di circa 100 milioni. Questi numeri sono stati confermati anche nel bilancio per il 2022, approvato il 13 giugno e non ancora pubblicamente disponibile. In parole semplici, il disavanzo di esercizio è la differenza tra le entrate e le uscite in un anno, mentre il disavanzo (o avanzo) patrimoniale corrisponde ai disavanzi (o avanzi) accumulati negli anni precedenti. 

Il debito di Forza Italia è quasi venti volte più alto di quello del secondo partito più indebitato, ossia il Partito Democratico (5,5 milioni di euro). Fratelli d’Italia e Lega hanno invece una situazione finanziaria migliore: nel 2021 il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva debiti per circa 120 mila euro, oltre 800 volte in meno rispetto a Forza Italia, mentre la Lega aveva debiti per circa 590 mila euro.

Il Berlusconi creditore

Dalla morte di Silvio Berlusconi, avvenuta il 12 giugno, lo stato dei conti di Forza Italia è diventato uno dei temi più dibattuti, dal momento che i pesanti debiti accumulati dal partito potrebbero metterne in dubbio la stessa esistenza. In base all’ultimo bilancio di Forza Italia, degli oltre 99 milioni di euro di debiti, circa 5 milioni erano verso le banche, un milione erano verso fornitori di servizi, mentre oltre 92 milioni erano debiti verso “altri finanziatori”. Dietro a quest’ultima voce c’è proprio Berlusconi, che negli ultimi anni era diventato il principale creditore del partito. Nel 2015 l’ex presidente del Consiglio aveva saldato, in qualità di fideiussore, debiti contratti da Forza Italia con le banche per oltre 42 milioni di euro, portando il suo credito nei confronti delle casse del partito a oltre 90 milioni di euro, come si legge nel rendiconto dell’esercizio di Forza Italia del 2014. Dal 2015 a oggi questo credito non è mai stato saldato e dopo la morte di Berlusconi passerà ai suoi eredi, che dovranno decidere come disporne.

Ma come ha fatto Forza Italia ad accumulare così tanti debiti? La risposta a questa domanda non è semplice, ma quel che è certo è che la situazione economica del partito fondato da Berlusconi è peggiorata in modo significativo con la sua adesione al Popolo della Libertà, il partito in cui è confluito insieme ad Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini tra il 2009 e il 2013. Come dimostra la relazione sul bilancio di Forza Italia per il 2014, nel 2008 Forza Italia aveva registrato un avanzo patrimoniale di oltre 6 milioni di euro. In altre parole, all’epoca il partito era in attivo. Nel 2009, anno della fondazione del Popolo della Libertà, i conti di Forza Italia sono passati da attivi a passivi, registrando perdite per oltre 27 milioni di euro. Queste perdite sono salite fino a oltre 95 milioni nel 2014, anno successivo alla fine del PdL, avvenuta a novembre 2013. Negli anni seguenti il Popolo della Libertà si è dimostrato un peso per le casse di Forza Italia, che ha dovuto contribuire a ripianare una parte dei debiti accumulati dal partito fondato da Fini e Berlusconi.
Immagine 1. L’andamento del disavanzo patrimoniale di Forza Italia dal 2008 al 2014  – Fonte: Relazione al bilancio di Forza Italia per il 2014
Immagine 1. L’andamento del disavanzo patrimoniale di Forza Italia dal 2008 al 2014 – Fonte: Relazione al bilancio di Forza Italia per il 2014

Il Berlusconi finanziatore

L’indebitamento multimilionario di Forza Italia nei confronti della famiglia Berlusconi non è comunque l’unico fattore che determina la dipendenza economica del partito dal fondatore e i suoi eredi. Forza Italia si regge infatti prevalentemente sui contributi economici della famiglia Berlusconi e delle sue aziende. Basti pensare che da gennaio 2023 a oggi i figli di Berlusconi – Marina, Pier Silvio, Eleonora, Barbara e Luigi – hanno donato al partito 100 mila euro a testa. La stessa somma è arrivata da Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, e da Fininvest, la holding che controlla le varie aziende di proprietà della famiglia tra cui Mediaset, Mondadori e la squadra di calcio del Monza. In totale, da gennaio a oggi, almeno 700 mila euro di finanziamenti a Forza Italia sono dunque riconducibili a Berlusconi e ai suoi familiari. La stessa cosa era avvenuta lo scorso anno durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre, quando i cinque figli dell’ex presidente del Consiglio e Fininvest avevano donato in totale 600 mila euro. 

In percentuale, nel solo 2023 i contributi della famiglia Berlusconi hanno rappresentato il 56 per cento dei versamenti totali ottenuti da Forza Italia. Gli altri contributi sono arrivati in prevalenza dai membri del partito che ricoprono cariche pubbliche, che per statuto sono tenuti a versare a Forza Italia parte dei loro stipendi. Ma questi contributi sono arrivati spesso in ritardo e in maniera discontinua. Secondo la “Relazione dell’amministratore nazionale sulla gestione”, redatta dal tesoriere Alfredo Messina e che accompagna il bilancio del 2021, ad aggravare la situazione finanziaria di Forza Italia «ha concorso l’insufficiente afflusso della generalità delle contribuzioni e delle quote associative rispetto a quanto atteso». «La discontinuità dei versamenti provenienti dai parlamentari e dai consiglieri regionali rappresenta la causa primaria del disavanzo d’esercizio», si legge. 

Al di là delle valutazioni sulla condotta dei membri di Forza Italia, quindi, l’afflusso dei versamenti più basso rispetto alle aspettative ha portato il partito a dipendere in misura sempre maggiore dai contributi della famiglia Berlusconi.
I numeri del 2 per mille

A completare il quadro sulla difficile situazione di Forza Italia c’è il dato relativo al 2 per mille, ossia la forma di finanziamento che dal 2014 i contribuenti italiani possono utilizzare per destinare una piccola parte dell’imposta sui propri redditi, l’Irpef, ai partiti. Nonostante l’aumento dei fondi destinati dai cittadini ai partiti (20,4 milioni di euro contro i 18,5 milioni del 2021), tra i partiti principali Forza Italia è quello che nel 2022 ha ricevuto meno fondi da questa forma di finanziamento: quasi 600 mila euro. Questo dato è comunque in linea con l’anno precedente, con appena 33 mila contribuenti che hanno scelto di destinare il loro 2 per mille al partito di Berlusconi. 

L’incasso di Forza Italia è meno di un decimo di quello del Partito Democratico, che nel 2022 ha raccolto quasi 7,4 milioni di euro, con quasi 475 mila scelte fatte dai contribuenti. Allo stesso modo, il dato di Forza Italia è più basso di partiti come Sinistra Italiana ed Europa Verde, ma anche di Articolo Uno, il partito dell’ex ministro Roberto Speranza che si è sciolto a giugno di quest’anno per confluire nel PD.

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