Tutti i numeri sulle pensioni in Italia e nell’Ue, in quattro grafici

Nel nostro Paese ci sono oltre 16 milioni di pensionati. La spesa totale per questa voce è la seconda più alta nell’Ue
Ansa
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Da un paio di mesi le pensioni sono uno dei temi al centro del dibattito sulla legge di Bilancio per il 2024. Nel testo, al momento in attesa di essere approvato dal Senato, il governo ha introdotto alcune restrizioni per rendere meno conveniente i pensionamenti anticipati. Il 12 dicembre, in un discorso alla Camera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivendicato quanto fatto finora dal governo su questo tema, dicendo che il sistema pensionistico italiano «è tra i più equilibrati d’Europa».

Non è chiaro a che cosa faccia riferimento questa espressione: i confronti tra i sistemi pensionistici dei vari Paesi europei vanno presi con cautela, visti i tanti fattori e le molte differenze che ci sono a livello normativo. Su alcuni numeri, però, è possibile vedere com’è messa l’Italia rispetto agli Stati dell’Unione europea. Li abbiamo raccolti e spiegati in quattro grafici.

Quanti pensionati ci sono

Secondo i dati Istat più aggiornati, nel 2021 in Italia c’erano in totale 16,1 milioni di pensionati che ricevevano 22,8 milioni di pensioni. Questa discrepanza è spiegata dal fatto che nel nostro Paese esistono vari tipi di pensioni: una persona può riceverne anche due allo stesso tempo, per esempio una di vecchiaia e l’altra di invalidità. In Italia il 78 per cento delle pensioni sono pensioni di invalidità, vecchiaia o superstiti; il 20 per cento sono pensioni assistenziali, destinate a persone in difficoltà economica; e le restanti sono di tipo indennitario, come quelle corrisposte in seguito a un infortunio.  

Come anticipato, confrontare il numero dei pensionati tra i 27 Paesi europei è complicato per via dei diversi sistemi pensionistici e di raccolta dati. Eurostat, l’ente statistico dell’Unione europea, propone di confrontare il numero di persone che ricevono almeno una pensione (indipendentemente dalla tipologia) con il numero di persone sopra i 65 anni di età. Sulla base di questo confronto, in media nell’Ue ci sono 1,3 persone che ricevono almeno una pensione ogni persona sopra i 65 anni. Questo accade perché, come anticipato, non ci sono solo le pensioni di anzianità e vecchiaia, che in diversi Paesi sono solo una parte di tutte le pensioni. L’Italia, con 1,1 persone con almeno una pensione per ogni over 65, è il quinto Paese con il rapporto più basso dell’Ue. Dietro ci sono Spagna, Ungheria, Malta e Grecia. Il Lussemburgo è il Paese con il rapporto più alto, pari a 2,3 persone con una pensione per ogni persona sopra i 65 anni. In Francia il rapporto è di 1,5 e in Germania di 1,3.

Quanto spendiamo in pensioni

Erogare le pensioni ha un costo per le casse dello Stato. Nel 2021 l’Italia ha speso 313 miliardi di euro in pensioni, di cui 227 miliardi per pensioni di vecchiaia e anzianità, 44 miliardi per quelle dei superstiti, 13 miliardi per quelle di invalidità, 4 miliardi per quelle indennitarie e 26 miliardi per quelle assistenziali. 

Rapportando la spesa pensionistica al Prodotto interno lordo (Pil), l’Italia è secondo Paese nell’Ue che spende di più per le pensioni, con una spesa pari al 16,3 per cento del Pil. Al primo posto c’è la Grecia con il 16,4 per cento, mentre la media europea è pari al 12,9 per cento. Il Paese dove le pensioni pesano di meno è l’Irlanda (il 4,5 per cento del Pil), seguita da Malta (6,3 per cento). Tra i grandi Paesi europei, la Spagna ha una spesa pensionistica pari al 13,9 per cento del Pil, la Francia al 14,9 per cento e la Germania al 12,2 per cento.

Quanto si prende di pensione

L’elevata spesa pensionistica italiana è anche dovuta al fatto che il nostro Paese è tra quelli con gli importi delle pensioni più alti. Questo si può comprendere confrontando la spesa totale per le pensioni di vecchiaia e anzianità in purchasing power standard (Pps) con il totale dei pensionati. Il Pps è una valuta artificiale che tiene conto dei diversi costi della vita negli Stati membri. In teoria con un Pps si può comprare la stessa quantità di beni o servizi in ogni Stato. 

Nel 2021 nell’Unione europea un pensionato ha ricevuto in media 15.200 Pps. I due Paesi con gli importi pensionistici maggiori sono il Lussemburgo e la Danimarca con 20.200 Pps, mentre quelli più bassi si registrano in Slovacchia (5.700) e in Bulgaria (5.200). L’Italia è il sesto Paese con l’importo più alto, pari a 18.400 Pps, davanti ai 17.600 della Spagna, ai 17.300 della Francia e ai 15.900 della Germania. Le pensioni italiane sono il 21 per cento più alte della media europea. 

Va comunque tenuto conto che stiamo considerando solo le pensioni di anzianità e vecchiaia, che vengono assegnate con criteri diversi tra i vari Paesi. In più, i dati sono lordi e non tengono quindi conto delle imposte e dei diversi contributi sociali che i Paesi applicano.

A che età si va in pensione e come cambierà

Il nuovo rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sui sistemi pensionistici, pubblicato il 14 dicembre, mostra che nel 2022 in Italia l’età effettiva di pensionamento è stata in media di 65 anni. Questo dato è leggermente superiore alla media dei 27 Paesi Ue, pari a 64,7 anni. 

Tra i 19 Paesi dell’Ue per cui sono disponibili i dati Ocse, l’Italia è il sesto con l’età di pensionamento effettiva più alta. Il Paese con l’età di pensionamento più alta è la Danimarca (67 anni), mentre Grecia e Lussemburgo hanno l’età più bassa (62 anni). In Germania l’età media in cui si accede alla pensione è di 65,8 anni, in Spagna di 65 anni e in Francia di 64,8 anni.

L’Ocse ha stimato anche l’età pensionabile di una persona che entra ora nel mercato del lavoro all’età di 22 anni. Tra i 27 Paesi dell’Ue, in media questa sarà pari a 66,7 anni, ma in Italia salirà a 71 anni, così come in Estonia, mentre in Danimarca arriverà a 74 anni. Sopra i 70 anni ci saranno anche i Paesi Bassi e la Svezia. In alcuni Stati, come Irlanda, Spagna e Lussemburgo, l’Ocse prevede invece che l’età pensionabile non subirà particolari variazioni.

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