Il taglio delle accise costa 7 miliardi di euro, per ora

Abbiamo calcolato gli oneri per lo Stato della misura sui carburanti introdotta dal governo Draghi, poi riconfermata varie volte, di recente in forma ridotta anche dal governo Meloni
ANSA
ANSA
Di recente ha fatto discutere la scelta del governo, guidato da Giorgia Meloni, di ridurre da 25 a 15 centesimi di euro al litro il taglio delle accise su benzina e diesel, introdotto dal governo precedente. L’esecutivo di Mario Draghi aveva infatti stabilito che a partire dal 22 marzo 2022 le imposte fisse sui carburanti dovessero essere temporaneamente ridotte, per aiutare i consumatori contro i rincari energetici. 

Il taglio delle accise è stato prorogato varie volte negli scorsi mesi dal governo Draghi e ora, seppure in forma ridotta, anche dal governo Meloni, fino alla fine di dicembre. Accise più basse, però, significano entrate minori per le casse dello Stato. In questo 2022, quanto è costata finora la decisione di tagliare le imposte sui carburanti? Abbiamo fatto i conti: in breve, la risposta è circa 7 miliardi di euro (per avere un ordine di grandezza, è una cifra vicina alla spesa annuale per finanziare il reddito di cittadinanza, pari a quasi 9 miliardi di euro). Questa cifra potrà ulteriormente salire se nelle prossime settimane il governo Meloni deciderà di prorogare ancora il taglio.

Tutti i decreti che hanno ridotto le accise

Come anticipato, il taglio delle accise sui carburanti è stato introdotto per la prima volta a marzo 2022. In quell’occasione, il governo Draghi aveva ridotto, inizialmente solo dal 22 marzo al 21 aprile, le accise sulla benzina da 73 centesimi di euro al litro a 48 centesimi al litro, quelle sul gasolio da 62 centesimi a 37 centesimi al litro e quelle sul Gpl da 27 centesimi a 18 centesimi al chilo. In concreto, il governo ha di fatto tagliato di 25 centesimi l’accisa per benzina e gasolio, e di circa 9 centesimi quella relativa al Gpl. 

Questo taglio è stato poi ripetutamente confermato dal governo Draghi fino al 18 novembre 2022, attraverso sette decreti-legge o decreti del Ministero dell’Economia. In seguito, il governo Meloni, da poco entrato in carica, ha prima confermato il taglio fino al termine dell’anno, salvo poi ridurlo pochi giorni dopo per il solo mese di dicembre. Dal 1° al 31 dicembre, infatti, il taglio delle accise sarà minore rispetto agli altri mesi del 2022 e consisterà in 15 centesimi al litro (e non più 25) su benzina e gasolio e in 5 centesimi al chilo (e non più 9) sul Gpl.

Abbiamo calcolato il totale degli oneri per lo Stato previsti con il taglio delle accise, introdotto dal primo decreto del governo Draghi e via via riconfermato, fino all’ultimo decreto del governo Meloni. Tra fine marzo e fine dicembre 2022, il totale degli oneri per lo Stato ammonta a circa 7,3 miliardi di euro, quasi 730 milioni al mese. Parte di questi oneri è stato finanziato dallo Stato grazie alle maggiori entrate ottenute con l’Iva, l’imposta che si applica in percentuale sul prezzo netto del carburante più l’accisa.

Il decreto che prevedeva gli oneri maggiori era quello relativo al periodo tra il 19 novembre e il 31 dicembre, che stimava quasi 1,4 miliardi di entrate in meno nelle casse dello Stato. Tuttavia, questo decreto, approvato il 10 novembre dal governo Meloni e pubblicato il 18 novembre in Gazzetta Ufficiale, è di fatto rimasto in vigore solo per pochi giorni. Come accennato, nella notte tra il 21 e il 22 novembre il governo ha approvato un altro decreto-legge, che ha diminuito il taglio sulle accise e prevede per tutto il mese di dicembre un onere di 391 milioni di euro. Al momento non è chiaro se l’onere previsto dal nuovo decreto con la riduzione dello sconto (391 milioni) sostituisca, del tutto o in parte, quello previsto dal decreto precedente per il periodo novembre-dicembre (1,4 miliardi). Se così fosse, eliminando i 30 giorni di dicembre dagli oneri del decreto non più in vigore, il calcolo totale del costo dello sconto sui carburanti per le casse dello Stato ammonterebbe a circa 6,5 miliardi, e quindi a 650 milioni al mese.

I pro e i contro

Se da un lato, in un contesto economico come quello attuale, i benefici di un taglio delle imposte sui carburanti sembrano evidenti (si evitano costi aggiuntivi per chi usa quotidianamente mezzi di trasporto privato, per esempio per motivi di lavoro), dall’altro lato diversi osservatori hanno segnalato come questa strategia non sia esente da rischi. Tra le altre cose, tutti i cittadini beneficiano del taglio delle accise, senza distinzioni di reddito. Lo scorso ottobre, l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha per esempio calcolato che il 10 per cento della popolazione italiana più ricca ha avuto benefici 6,5 volte più alti rispetto al 10 per cento più povero, grazie al taglio delle accise. Questo è dovuto al fatto che le risorse destinate a ridurre il costo dei beni energetici confluiscono di più verso i più ricchi perché «naturalmente consumano le maggiori quantità assolute di questi beni». Inoltre, le risorse stanziate per finanziare il taglio potrebbero essere utilizzate in un altro modo, per esempio incentivando forme di trasporto alternative.

Nel mentre, va sottolineato che il prezzo dei carburanti è sceso. Secondo i dati più aggiornati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, nella settimana tra il 21 novembre e il 27 novembre 2022 in Italia il costo della benzina, al netto dell’accisa e dell’Iva, era pari a 0,88 euro al litro e quello del gasolio pari a circa un euro. A marzo, prima del taglio introdotto da Draghi, il costo netto della benzina era pari a 1,06 euro al litro, quello del gasolio a 1,15 euro. 

SOSTIENI PAGELLA

Leggi ogni giorno la newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana. Ricevi le nostre guide eBook sui temi del momento.
ATTIVA LA PROVA GRATUITA
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi articoli