Dopo mesi di critiche e polemiche, ora è ufficiale: la Corte Costituzionale dovrà stabilire se la riforma del Codice della strada, voluta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, sia incostituzionale. In particolare, la Corte dovrà decidere se le nuove regole sulla guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti violano o meno la Costituzione.
Lo scorso 8 aprile, la giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Pordenone, Milena Granata, ha accolto una richiesta della Procura e ha trasmesso alla Corte Costituzionale una questione di legittimità costituzionale sul nuovo articolo 187 del Codice della strada. Secondo questa norma, se la saliva, il sangue o le urine di un guidatore risultano positive a sostanze stupefacenti, il guidatore può essere punito, indipendentemente dal fatto che si trovi effettivamente in uno «stato di alterazione psicofisica», come invece prevedeva il vecchio testo.
In altre parole, la precedente versione del Codice puniva soltanto i comportamenti che compromettevano la sicurezza stradale, partendo dal presupposto che solo l’alterazione psicofisica potesse creare pericoli. Le nuove regole, invece, puniscono chiunque abbia assunto sostanze alteranti, senza più la necessità di dimostrare che queste abbiano minato le capacità psicomotorie di un guidatore.
La Corte Costituzionale dovrà valutare se il nuovo Codice della strada vìola tre articoli della Costituzione. Ma prima di entrare nei dettagli, è utile ricostruire come si è arrivati a questo punto.
Lo scorso 8 aprile, la giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Pordenone, Milena Granata, ha accolto una richiesta della Procura e ha trasmesso alla Corte Costituzionale una questione di legittimità costituzionale sul nuovo articolo 187 del Codice della strada. Secondo questa norma, se la saliva, il sangue o le urine di un guidatore risultano positive a sostanze stupefacenti, il guidatore può essere punito, indipendentemente dal fatto che si trovi effettivamente in uno «stato di alterazione psicofisica», come invece prevedeva il vecchio testo.
In altre parole, la precedente versione del Codice puniva soltanto i comportamenti che compromettevano la sicurezza stradale, partendo dal presupposto che solo l’alterazione psicofisica potesse creare pericoli. Le nuove regole, invece, puniscono chiunque abbia assunto sostanze alteranti, senza più la necessità di dimostrare che queste abbiano minato le capacità psicomotorie di un guidatore.
La Corte Costituzionale dovrà valutare se il nuovo Codice della strada vìola tre articoli della Costituzione. Ma prima di entrare nei dettagli, è utile ricostruire come si è arrivati a questo punto.