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No, il tabellone con il prezzo medio non ha fatto scendere il costo della benzina

| 06 dicembre 2023
La dichiarazione
«Il tabellone sul prezzo medio dei carburanti ha portato a una costante riduzione del prezzo di gasolio e benzina»
Fonte: X | 6 dicembre 2023
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy si prende meriti che non ha.
In breve
  • Il tabellone è entrato in vigore il 1° agosto 2023: nelle settimane successive il prezzo della benzina è aumentato, poi è sceso, con una dinamica uguale a quella registrata in Francia, Germania e Spagna. TWEET
  • Parallelamente ha avuto un andamento simile il prezzo della materia prima, ossia il petrolio, che determina buona parte del prezzo di benzina e gasolio. TWEET
  • La stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha più volte messo in dubbio l’utilità del cartello. TWEET
Mercoledì 6 dicembre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) ha scritto sui social network che il costo dei carburanti ha toccato il valore più basso dell’anno grazie all’esposizione del tabellone dei prezzi medi, una misura introdotta dal governo Meloni. «Grazie all’operazione trasparenza il prezzo medio della benzina continua a scendere», ha scritto il ministro. 

È vero che al momento i carburanti costano meno rispetto a qualche mese fa, ma Urso sbaglia ad attribuire il merito di questo calo al tabellone con i prezzi medi.

Di che cosa stiamo parlando

Secondo i dati più aggiornati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al 6 dicembre il prezzo medio in Italia di un litro di benzina al self service è pari a circa 1,80 euro, mentre quello di un litro di gasolio è pari a circa 1,78 euro. In effetti questi due valori sono i più bassi tra quelli registrati dall’inizio del 2023. Ma il tabellone con i prezzi medi c’entra qualcosa? 

Dopo aver deciso di non rinnovare il taglio temporaneo delle accise sui carburanti, lo scorso gennaio il governo Meloni ha approvato un decreto-legge che, tra le altre cose, ha introdotto l’obbligo per i distributori di esporre il prezzo medio giornaliero dei carburanti, con alcune sanzioni per i trasgressori. L’obiettivo di aumentare la trasparenza e disincentivare pratiche scorrette sui rialzi dei prezzi. Nei mesi successivi è stato stabilito che l’obbligo di esporre il tabellone sarebbe entrato in vigore il 1° agosto. E così è stato.

Il calcolo dei prezzi medi è effettuato dal ministero, elaborando su base regionale la media aritmetica del costo del carburante nelle stazioni di servizio fuori dalla rete autostradale. Per i distributori di benzina situati lungo le autostrade il calcolo del prezzo medio avviene invece su base nazionale. In entrambi i casi i prezzi medi di giornata devono essere pubblicati entro le ore 8:30 della mattina in un’apposita sezione del sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e devono essere esposti dai benzinai con un apposito cartello.

Dopo un ricorso presentato da alcune associazioni di categoria, il 10 novembre il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio ha annullato il decreto ministeriale che regolava l’introduzione del tabellone con i prezzi medi perché, tra le altre cose, non era stato chiesto un parere del Consiglio di Stato. Ma il 1° dicembre proprio il Consiglio di Stato, l’organo che rappresenta il secondo e ultimo grado di giudizio nella giustizia amministrativa, ha a sua volta sospeso la decisione del Tar, sancendo il ritorno del tabellone.

Perché scende il prezzo della benzina

Al di là di questi cambiamenti, ci sono almeno tre ragioni per smentire – o quantomeno dubitare parecchio, a essere generosi – che il costo dei carburanti sia sceso grazie al tabellone con i prezzi medi. 

Il primo motivo riguarda un confronto con gli altri Stati. Come mostra il Grafico 1, è vero che in Italia oggi il prezzo della benzina (senza le imposte) è più basso rispetto al 1° agosto. Ma la dinamica di decrescita ha riguardato anche gli altri tre grandi Paesi dell’Unione (Francia, Germania e Spagna), segnale che il cartello con i prezzi medi voluto dal governo Meloni c’entra ben poco con il calo. In più dal grafico si può notare che tra agosto e la fine di settembre, nelle prime settimane in cui era in vigore il cartello, il prezzo della benzina è addirittura aumentato.
C’è poi un secondo motivo per dubitare dell’affidabilità della dichiarazione di Urso. Il fatto che parallelamente all’esposizione del tabellone si stia osservando un calo del prezzo dei carburanti non significa per forza che il primo fenomeno stia causando il secondo. Buona parte del prezzo di un litro di benzina o gasolio dipende infatti dal costo della materia prima, ossia il petrolio. Come mostra il Grafico 2, il prezzo del petrolio in Europa è in calo da un paio di mesi, seppure con un andamento altalenante, mentre nelle settimane prima aveva registrato un aumento.
Grafico 2. L’andamento del prezzo del petrolio negli ultimi sei mesi sulla base dell’indice Brent – Fonte: Il Sole 24 Ore
Grafico 2. L’andamento del prezzo del petrolio negli ultimi sei mesi sulla base dell’indice Brent – Fonte: Il Sole 24 Ore
Infine c’è da tempo chi ha espresso dubbi sull’utilità dell’esposizione del tabellone con i prezzi medi. A fine gennaio, in un’audizione in Parlamento, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm, nota con il nome di “Antitrust”) aveva sottolineato le «possibili controindicazioni» del nuovo cartello da far esporre ai benzinai. «La media aritmetica del prezzo regionale risulta molto poco rappresentativa dell’effettivo contesto competitivo in cui un impianto di distribuzione di carburanti opera», aveva detto l’Agcm, aggiungendo un’ulteriore perplessità. Secondo l’autorità, il tabellone rischiava di ridurre la variabilità dei prezzi e poteva essere usato dai distributori «per convergere automaticamente su un “prezzo focale”» ed «evitare una “guerra di sconti” che andrebbe a beneficio ai consumatori». Tradotto in parole semplici, il tabellone con il prezzo medio avrebbe potuto incentivare i benzinai ad aumentare il prezzo per farlo convergere verso la media, invece che ridurlo.

L’Agcm ha confermato la sua posizione a giugno, quando ha pubblicato i risultati di un’indagine conoscitiva sui prezzi dei carburanti in Italia. Secondo l’autorità indipendente, sulla base delle abitudini dei consumatori il tabellone con i prezzi medi «non sembra poter garantire alcuna sostanziale utilità». «Non si può escludere», ha aggiunto l’Agcm, che il tabellone «possa determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento».

In ogni caso a oggi non sono stati pubblicati studi che mostrano un effetto positivo dell’introduzione dell’obbligo di esporre il tabellone sui prezzi dei carburanti.

Il verdetto

Secondo Adolfo Urso, il tabellone sul prezzo medio dei carburanti «ha portato a una costante riduzione del prezzo di gasolio e benzina». È vero che al momento il prezzo dei carburanti è il più basso tra quelli registrati quest’anno, ma ci sono almeno tre ragioni per smentire la dichiarazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy.

Nelle settimane successive all’introduzione del cartello il prezzo della benzina ha seguito la stessa dinamica di Francia, Germania e Spagna. Ha avuto un andamento simile il prezzo della materia prima, ossia il petrolio, che determina buona parte del prezzo di benzina e gasolio. Inoltre, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha più volte messo in dubbio l’utilità del cartello.

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