Il cibo sarà al centro dell’Expo di Milano e il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ricorda come il valore dei prodotti italiani taroccati sia doppio rispetto alle nostre esportazioni alimentari. Tutto vero?
Secondo Coldiretti, che ha elaborato i dati Istat sul commercio estero, il valore delle esportazioni di cibo e bevande italiane nel 2014 ha raggiunto la cifra record di 34,3 miliardi di euro, in aumento del 2,4% rispetto al 2013. Come spiega il comunicato della Coldiretti, “due terzi del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i Paesi dell’Unione Europea ma il Made in Italy va forte anche nelle Americhe e nei mercati emergenti come quelli asiatici. Il prodotto Made in Italy più esportato è il vino ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio di oliva”.
Parmesan e proseko
Maroni afferma poi che il giro d’affari dell’Italian sounding si attesti sui 60 miliardi. Questo dato sembra provenire dal Rapporto sui Crimini Agroalimentari in Italia, redatto dall’Eurispes e dalla Coldiretti. Lo studio, pubblicato a gennaio 2015, produce una stima del giro d’affari globale della ”contraffazione alimentare”, ossia di quei prodotti che, scimmiottando nomi e parole italiane, camuffano in realtà provenienze ben diverse. A pagina 4 della sintesi del rapporto si legge infatti del fenomeno dell’Italian sounding, un settore dal fatturato globale stimato attorno ai 60 miliardi di euro.
Tale dato viene ribadito nel comunicato della Coldiretti citato sopra, in cui si specifica che “l’agropirateria internazionale sui prodotti italiani vale 60 miliardi con quasi due prodotti alimentari i tipo italiano su tre che sono falsi, dal Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma in vendita c’è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America. Per non parlare del Romano, dell’Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane”.
Maroni azzecca entrambi i dati e porta a casa un “Vero”.