La dichiarazione di Grillo ci dà l’opportunità di rivedere dei momenti estremamente interessanti della storia italiana, che effettivamente può reclamare l’invenzione di tutto ciò che reclama il leader del MoVimento 5 Stelle.


Com’è noto, il fascismo è un movimento politico italiano nato in Italia nel 1919 da Benito Mussolini. L’espressione “movimento fascista” appare la prima volta nel 1915 sul giornale creato dallo stesso Mussolini “Il Popolo d’Italia” per definire un nuovo tipo di associazione, un “antipartito” formato da coloro che rifiutavano i vincoli dottrinari e organizzativi di un partito. Il Partito Nazionale Fascista, giunto al potere nel 1922 dopo la famosa “marcia su Roma”, trasforma il fascismo in regime a partito unico fino alla sua fine, nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. 


Numerose forze politiche si sono ispirate al fascismo in tutto il mondo, dal più ovvio partito nazionalsocialista di Hitler al movimento ustaša di Ante Pavelić in Croazia fino al Peronismo in Argentina. 


L’Italia può reclamare anche l’invenzione delle banche intese in senso moderno. Come spiega l’Enciclopedia Treccani, la prima banca di tipo moderno nasce a Genova nel 1407 con il nome di “Casa delle Compere e dei Banchi di San Giorgio“, poi “Banco di San Giorgio”. Vale la pena riportare la storia della creazione del banco ripresa dal sito ufficiale: “L’origine dell’ente risale a un ennesimo riordinamento delle finanze pubbliche genovesi, che ai primi del Quattrocento erano gravate da un gran numero di debiti (“compere”) e non riuscivano più a sostenere l’ingente carico degli interessi passivi […]. [Nel] 1407 si nominò una commissione dotata di ampi poteri per convertire un certo numero di compere all’8, 9 e 10% in un solo debito consolidato al 7%, rimborsando i creditori avversi all’operazione. Coloro che accettarono la riduzione dei tassi originari costituirono un consorzio posto sotto l’invocazione del patrono cittadino, che assunse il nome di Societas (o Officium) comperarum Sancti Georgii. […] La riforma, se da un lato attenuò la pressione sulle finanze comunali, dall’altro diede vita a una potente associazione di creditori pubblici, dotata di piena autonomia di gestione e investita di giurisdizione civile e penale sulle materie di sua competenza, che assorbì man mano gli altri debiti esclusi dalla conversione fino a inglobare nel 1454 l’intero debito pubblico ascendente a circa 8 milioni di lire”.


Come spiega lo storico Carlo Maria Cipolla, il debito pubblico fu inventato dai Comuni medievali italiani. Il primo esempio di debito pubblico di cui abbiamo notizia risale al 1167, quando la Repubblica di Venezia impose un prestito forzoso ai suoi cittadini più abbienti. Cipolla racconta che il cittadino poteva, quindi, essere costretto a pagare una somma al Comune in base alle sue capacità economiche; avrebbe ricevuto l’interesse sulla somma concessa e, laddove il prestito non veniva consolidato, poteva sperare di ricevere indietro la quantità prestata inizialmente.  Le città che più svilupparono il concetto di debito pubblico furono Firenze, Genova e Venezia, tra i centri finanziari più avanzati in Italia durante il periodo.


Anche la mafia ha le sue origini in territorio nostrano. Il termine mafia deriverebbe infatti da “mafioso”, derivato dall’arabo “marfud” e ripreso in siciliano con “mafiuni”, cioè un impostore o malandrino.  L’espressione “mafioso” compare per la prima volta nel 1863 in una commedia siciliana, “I mafiusi de la Vicaria”, e nel 1865 viene proposta in un documento ufficiale firmato dal prefetto di Palermo.  Per spunti interessanti sulle origini e la storia della mafia l’Enciclopedia Treccani presenta diversi articoli interessanti. Anche il sito dell’FBI ha una sezione dedicata alla mafia, che descrive i diversi gruppi mafiosi italiani, la maggior parte dei quali presenti negli Usa. Da notare che il concetto di “mafia”, inteso come organizzazione di crimine organizzato, non è però limitato ai confini italiani: esempi simili esistono in Cina, dove nasce la famosa “triade“, o anche in Russia e nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. 


Un bel “Vero” in storia per Beppe Grillo.