Il ministro della Difesa si lancia in una considerazione curiosa: secondo Roberta Pinotti i governi di “destra” non solo non avrebbero mai contenuto la spesa pubblica italiana, ma anzi l’avrebbero addirittura aumentata.
Innanzitutto definiamo bene il perimetro dell’analisi.
Che cosa si intende per “destra” in Italia? La cosiddetta “destra storica” non ha mai governato con una propria maggioranza, ragion per cui ci pare corretto fare riferimento alla destra del periodo indicato come seconda repubblica, ovvero quella parte politica che fa capo alle coalizioni che riconoscono come leader Silvio Berlusconi. Per intenderci, gli avversari dei Ds, dell’Ulivo, del Pd. Escludiamo da ogni valutazione i governi “tecnici”, per inteso il governo Monti o il governo Dini. Una volta individuati gli attori in gioco, è semplice trovare il periodo storico di riferimento più coerente, che sarà quindi quello appunto della seconda repubblica, dal 1994 al 2013.
Per gli anni di “interregno” (cioè quelli condivisi da più governi) adotteremo il seguente principio: il governo con più giorni al potere per un dato anno è quello con la responsabilità sulla spesa. Tale semplificazione ci sembra il migliore compromesso tra una visione “programmatica” (i governi programmano la spesa futura) e quella “di gestione corrente” (i governi gestiscono la spesa corrente day-by-day con provvedimenti e limitano/ampliano, se necessario, le spese in conto capitale). Ricordiamo inoltre che sono inclusi gli interessi sul debito, che sono una specie di “eredità” delle inefficienze passate.
Infine, definiamo la spesa pubblica: prenderemo in esame la cosiddetta spesa consolidata delle amministrazioni pubbliche, che include nel conto consolidato le amministrazioni centrali e locali. Facciamo riferimento ai dati Istat più recenti (tavola 1).
Il quadro che ne esce dà ragione al ministro. Durante i governi di centrodestra la spesa è complessivamente sempre aumentata, sia rispetto ai governi precedenti sia anno su anno ( solo in un caso, nel 2010, è stata abbassata rispetto al 2009, con una riduzione dei salari della pubblica amministrazione e una serie di spese in conto capitale – dismissioni e riduzioni di investimenti).
Tutto bene quindi, ma ci sembra corretto aggiungere ancora due punti alla discussione:
1) anche nei governi di centrosinistra è più o meno capitata la stessa cosa: aumenti di spesa rispetto ai governi precedenti, con incrementi praticamente ogni anno, salvo rarissime eccezioni. Insomma, chi abbia avuto una condotta complessivamente più espansiva pare sia stato il centrodestra, ma di poco.
2) Il dato davvero significativo da considerare sarebbe stato forse il rapporto spesa pubblica/Pil che mostra non solo quanto uno Stato spende, ma anche come questo si relaziona con l’andamento dell’economia (Pil). Se osserviamo l’andamento di questo indicatore per il periodo 1994-2013, possiamo notare che i periodi caratterizzati dal centrosinistra hanno visto una forte riduzione della spesa in funzione del Pil, cosa che invece non è avvenuta con i governi di centrodestra (anche se, escludendo il periodo della crisi, non in modo particolarmente disastroso).
Tirando le somme, il ministro Pinotti ha ragione e si guadagna un bel “Vero”. E’ bene ricordare però che l’affermazione tralascia le considerazioni sui comportamenti simili della sinistra e non tiene conto degli indicatori di performance più pertinenti (spesa/Pil), che, oltretutto, supporterebbero meglio la tesi espressa.