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Quanti studenti stranieri otterrebbero la cittadinanza con lo ius scholae?

| 22 agosto 2024
La dichiarazione
«Parliamo della vita di circa un milione di giovani italiani senza cittadinanza»
Fonte: la Repubblica | Diritti
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Speranza ha ragione, anche se gli studenti che potrebbero richiedere subito la cittadinanza sarebbero molti meno.
In breve
  • Secondo i dati più aggiornati, gli alunni con cittadinanza straniera nelle scuole del nostro Paese sono quasi 915 mila. TWEET
  • Non tutti però otterrebbero subito la cittadinanza, se si richiede la frequentazione di almeno un ciclo scolastico: secondo Istat, nel 2022 gli studenti con questo requisito erano circa 258 mila. TWEET
Il 22 agosto, intervistato da la Repubblica, il deputato del Partito Democratico ed ex ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto nel dibattito sulla proposta di introdurre in Italia il cosiddetto ius scholae (dal latino “diritto di scuola”). Questo è il principio in base al quale si dovrebbe concedere la cittadinanza italiana ai bambini stranieri che hanno concluso un percorso di studi nel nostro Paese.

Commentando l’apertura del ministro degli Esteri Antonio Tajani nei confronti dello ius scholae, Speranza ha affermato che l’introduzione di questo principio riguarderebbe «la vita di circa un milione di giovani italiani senza cittadinanza», che «studiano con i nostri figli, parlano i nostri dialetti».

Al netto dei giudizi politici, quanti sono i giovani stranieri che potrebbero ottenere la cittadinanza italiana con lo ius scholae? Facciamo chiarezza.

Gli studenti stranieri in Italia

Al momento il dibattito sullo ius scholae è ancora nelle fasi iniziali, quindi le modalità con cui questo principio verrebbe messo in atto non sono ancora definite. Per esempio, la cittadinanza potrebbe essere concessa agli studenti stranieri che hanno frequentato per almeno cinque anni un ciclo scolastico in Italia, oppure a chi frequenta tutta la scuola dell’obbligo, che nel nostro Paese dura dai 6 ai 16 anni. La scelta dei requisiti e del raggio d’azione dello ius scholae quindi è fondamentale per determinare quanti studenti stranieri avrebbero subito diritto alla cittadinanza italiana.

In mancanza di una proposta di legge precisa, però, si può dire che – almeno potenzialmente – tutti gli studenti stranieri iscritti in una scuola italiana potrebbero essere interessati da questa riforma. Ma quanti sono gli studenti stranieri in Italia? Secondo i dati più aggiornati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’anno scolastico 2022/2023 gli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole del nostro Paese erano quasi 915 mila, il numero più alto di sempre e in aumento del 4,9 per cento rispetto all’anno scolastico precedente.

Quindi con tutta probabilità è a questo numero che si riferisce Speranza quando parla della «vita di circa un milione di giovani italiani senza cittadinanza». Di questo insieme fa parte però anche chi che non hanno concluso alcun ciclo di studi e quindi non potrebbe fare subito richiesta di cittadinanza in base allo ius scholae.

Il rapporto Istat

Tra i tentativi finora falliti, la proposta di legge più recente che prevedeva l’introduzione dello ius scholae in Italia è quella avanzata nel 2022 dal Partito Democratico e a prima firma della deputata Laura Boldrini. Il testo prevedeva la concessione della cittadinanza ai minori stranieri dopo la frequenza di un ciclo scolastico nel nostro Paese per almeno cinque anni, senza dover per forza attendere il compimento dei 18 anni di età. La proposta poi si è arenata in Parlamento a causa della caduta del governo Draghi, ma Istat nel suo rapporto annuale “La situazione del Paese” del 2022 aveva calcolato quanti giovani stranieri avrebbe interessato la proposta di legge del PD.

Secondo il rapporto, considerando i requisiti del testo di legge la platea degli aventi diritto da subito alla cittadinanza era «stimabile in circa 280 mila ragazzi». Per quanto riguarda la loro collocazione territoriale, «il 25 per cento dei ragazzi potenzialmente interessati dalla variazione della legge risiede in Lombardia», mentre «cinque regioni del Centro-Nord ospitano il 68 per cento dei potenziali aventi diritto: Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte». La nazionalità dei giovani studenti interessati due anni fa era nel 26 per cento dei casi rumena, seguita da quella albanese (10,1 per cento), cinese (9,6 per cento), e marocchina (9,1 per cento). 

Istat specifica infine che questa graduatoria risente non solo della presenza delle varie nazionalità sul nostro territorio, ma anche del diverso accesso da parte dei minori alla cittadinanza italiana per trasmissione dai genitori: «Come già si è avuto modo di osservare, i cinesi adulti hanno una minore propensione ad acquisire la cittadinanza italiana, di conseguenza i bambini e i ragazzi di questa origine, in base alla normativa vigente, hanno minori chances di diventare italiani durante la minore età; diverso è il caso dei ragazzi albanesi e marocchini, molti dei quali hanno acquisito la cittadinanza nel momento in cui i genitori sono diventati italiani e sono usciti dalla platea dei potenziali beneficiari della legge».

Il verdetto

Per Roberto Speranza è giusto tornare a discutere dello ius scholae perché questo principio interessa «la vita di circa un milione di giovani italiani senza cittadinanza». 

Secondo i dati più aggiornati, gli alunni con cittadinanza straniera nelle scuole del nostro Paese sono quasi 915 mila, il dato arrotondato dall’ex ministro della Salute a «circa un milione».

Non tutti questi studenti però otterrebbero subito la cittadinanza con lo ius scholae, dato che il principio richiede la frequentazione di almeno un ciclo scolastico in Italia: secondo Istat, nel 2022 gli studenti che soddisfacevano questo requisito erano circa 258 mila.

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