Un ottimo indicatore dell’investimento nell’istruzione di un Paese è la percentuale di Pil allocata in tale settore.
Il database Eurostat nella sezione “education and training” ci fornisce una statistica completa di questo dato per (quasi) tutti i 27 Paesi Ue, che riportiamo nel seguente grafico:
In verde troviamo i dati del 2009 (che rappresentano anche i dati utilizzati per ordinare il grafico), che abbiamo scelto di prendere in considerazione in quanto i più completi a nostra disposizione, in blu quelli del 2010.
Nel 2009, con una spesa per l’istruzione pari al 4,9% del Pil, l’Italia si piazza ampiamente sotto la media Ue a 27 del 5,41% di spesa. Solo quattro i Paesi che investono meno. Nel 2010, il trend non cambia: l’Italia è 14esima su 18 Paesi per cui il dato è disponibile: la sua percentuale di investimento in istruzione scende al 4,5%.
Per la cultura, il discorso è più difficile da affrontare: infatti si tratta di un dato che si presta molto meno all’essere misurato. Il dibattito sul come fornirne una quantificazione economica è ora più acceso che mai; a tal riguardo diversi studi sono stati pubblicati, tra cui il pocketbook “cultural statystics 2012” elaborato da Eurostat. Questo filone di statistiche però, si concentra su indicatori di matrice più sociale che economica, focalizzandosi, per esempio, sulla “partecipazione dell’indviduo alla cultura” piuttosto che sul misurarne l’effettiva dimensione economica.
In attesa che le istituzioni europee elaborino nuovi set di indicatori, ci viene in aiuto la Ragioneria Generale dello Stato Italiano con il paper “La spesa pubblica in Europa 2012“. Tale documento analizza e confronta le componenti di spesa dei bilanci statali dei Paesi Eu 27.
In particolare ci fornisce un ottimo grafico di comparazione della “spesa primaria per attività ricreative, culturali e di culto” (pag. 63):
Anche qui, magro posizionamento per l’Italia che, con lo 0,9% del Pil impiegato in questa componente di spesa, si piazza quart’ultima nella classifica europea.
Il presidente della Camera riporta una triste verità con assoluta correttezza: “Vero”.