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Salvini esagera i meriti dei suoi decreti “Sicurezza”

| 03 dicembre 2020
La dichiarazione
«Grazie ai due decreti sicurezza abbiamo ridotto del 90 per cento gli sbarchi e del 50 per cento i morti» (min. 19:15)
Fonte: Cartabianca – Rai 3 | 1 dicembre 2020
Ansa
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Verdetto sintetico
Il segretario della Lega Matteo Salvini il 1° dicembre, ospite di Cartabianca su Rai3, ha affermato (min. 19:15) che «grazie ai due decreti “Sicurezza”» gli sbarchi si sarebbero ridotti del 90 per cento e i decessi in mare del 50 per cento.

Quando l’intervistatrice Bianca Berlinguer gli ha fatto notare che questo era accaduto già «prima dell’approvazione dei decreti “Sicurezza”», Salvini ha corretto il tiro, attribuendo il merito del calo «alla mia linea sull’immigrazione».

Stabilire un nesso di causa-effetto tra l’andamento delle migrazioni e un certo provvedimento o una certa linea politica è impossibile: i fattori che influenzano il fenomeno migratorio sono troppi e spesso difficilmente conoscibili. Possiamo però vedere quali siano stati i numeri degli sbarchi e dei decessi in mare prima, durante e dopo i decreti “Sicurezza”.

Da dove vengono le percentuali (corrette) del -90 e -50 per cento

Come abbiamo scritto in una nostra precedente analisi, è vero che nei 15 mesi in cui Salvini è stato ministro dell’Interno gli sbarchi si sono ridotti quasi del 90 per cento rispetto ai 15 mesi precedenti e i decessi in mare di più del 50 per cento. Dunque è vero che quando c’è stato il leader della Lega al Viminale il calo registrato negli sbarchi e nei decessi in mare abbia raggiunto quelle percentuali. Ribadiamo però che non è possibile dimostrare un nesso causale con la linea sull’immigrazione di Matteo Salvini.

Il trend di forte calo era iniziato già sotto il suo predecessore Marco Minniti – che aveva trovato nel 2017 un discusso accordo con le fazioni libiche per bloccare le partenze – come si vede ad esempio nel grafico condiviso dal ricercatore dell’Ispi Matteo Villa sull’andamento degli sbarchi tra 2015 e 2019.
Grafico 1: i dati sull’andamento degli sbarchi in Italia da gennaio 2015 fino a ottobre 2019 – Fonte: Matteo Villa, Ispi
Grafico 1: i dati sull’andamento degli sbarchi in Italia da gennaio 2015 fino a ottobre 2019 – Fonte: Matteo Villa, Ispi
Se guardiamo ai dati sugli sbarchi e sui decessi in relazione a quando sono stati prima approvati e poi modificati i decreti “Sicurezza”, le cose cambiano leggermente.

Sbarchi e decessi con i decreti “Sicurezza”

Il primo dei due decreti “Sicurezza” è stato emanato il 5 ottobre 2018, il secondo il 14 giugno 2019. Entrambi sono stati pesantemente modificati (ma non del tutto aboliti, come abbiamo spiegato in una nostra analisi) con il decreto-legge n.130 del 21 ottobre 2020, il cui contenuto era stato anticipato già il 5 ottobre dal Consiglio dei ministri.

Vediamo dunque quanti sono stati in media gli sbarchi e i decessi durante i due anni in cui i decreti “Sicurezza” sono stati in vigore, che cosa è successo dopo la loro abolizione (ultimo periodo per cui abbiamo i dati) e qual era la situazione nei mesi precedenti alla loro approvazione.

Da ottobre 2018 fino a settembre 2020, cioè da quando è stato approvato il primo decreto “Sicurezza” fino alle modifiche, sono sbarcate in Italia 37.543 persone, cioè 1.564 persone al mese di media. Nello stesso periodo i morti e dispersi in mare nella rotta centrale del Mediterraneo, quella che dalle coste africane porta in Italia, sono stati 1.814, cioè circa 76 al mese di media.

Da quando sono stati modificati i decreti “Sicurezza” abbiamo solo i dati relativi a novembre 2020, come mese intero, e in quel periodo gli sbarchi sono stati 5.360 e i decessi 122. Numeri nettamente più alti di quelli del biennio coperto dai decreti “Sicurezza” ma che, facendo riferimento a un singolo mese, sono poco significativi. Si pensi ad esempio che a luglio 2020, quando i decreti “Sicurezza” non erano ancora stati modificati, gli sbarchi erano stati più di settemila e ad agosto più di cinquemila.

Andiamo allora a fare un confronto tra i dodici mesi precedenti all’approvazione del primo decreto “Sicurezza” – quando già si sentiva l’effetto dell’accordo raggiunto da Minniti con le fazioni libiche – e i dati successivi.

Tra ottobre 2017 e settembre 2018 sono sbarcati in Italia 34.796 migranti, cioè una media di 2.900 al mese. I morti e dispersi in mare sono stati, nello stesso periodo, 1.629, cioè una media di 136 al mese.

Dunque si può dire che da quando è stato approvato il primo decreto “Sicurezza” gli sbarchi sono calati, rispetto all’anno precedente, del 46 per cento e i decessi del 44 per cento.

Il verdetto

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che «grazie ai due decreti “Sicurezza”» gli sbarchi si sarebbero ridotti del 90 per cento e i decessi in mare del 50 per cento.

In primo luogo bisogna sottolineare che è impossibile dimostrare un nesso di causa-effetto tra i decreti “Sicurezza” e l’andamento degli sbarchi: troppe e difficilmente quantificabili le variabili coinvolte nel determinare l’andamento dei flussi migratori.

In secondo luogo, la percentuale del calo dei decessi è circa corretta, mentre quella sugli sbarchi è esagerata: se guardiamo all’andamento degli sbarchi nei dodici mesi precedenti all’approvazione del primo dei due decreti “Sicurezza” e a quello durante i dodici mesi in cui questo è stato in vigore (da giugno 2019 affiancato dal secondo decreto “Sicurezza”), il calo è del 46 per cento, la metà del 90 per cento rivendicato da Salvini.

Il leader leghista voleva forse fare riferimento – come risulta anche dalla sua risposta all’obiezione della conduttrice – al -90 per cento che risulta dal confronto tra i 15 mesi in cui è stato ministro dell’Interno e i 15 mesi precedenti (periodo durante il quale anche i decessi sono calati del 50 per cento).

Nel complesso per Salvini dunque un “Nì”.

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