Il 15 ottobre 2019 Matteo Salvini e Matteo Renzi sono stati ospiti di Bruno Vespa a Porta a Porta (Rai1). Abbiamo verificato il loro confronto, qui trovate i fact-checking che parlano di immigrazione.


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I numeri degli sbarchi

Il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato a più riprese del tema dell’immigrazione. Salvini ha detto di non volere «un Paese che, come negli anni del governo Renzi, fa sbarcare 500 mila immigrati» (min. -1:19:30).

L’affermazione è sostanzialmente corretta. Renzi è stato al governo dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016. Nei tre anni sono stati registrati, rispettivamente, 170.664, 153.946 e 181.376 sbarchi, per un totale di oltre mezzo milione (per la precisione 505.986).

Se da questo numero sottraiamo gli sbarchi di gennaio (2.171) e febbraio (3.335) 2014, e se contiamo che al 12 dicembre 2016 erano sbarcati quell’anno 175. 323 migranti, il totale degli arrivi durante il governo Renzi cala a 494.427. Una cifra comunque vicina ai 500 mila citati da Salvini.

Salvini ha poi aggiunto (min. -1:19:23) che, a suo avviso, l’«unico risultato concreto del primo mese di governo di sinistra è che gli sbarchi sono triplicati». A tal proposito ha anche (min. -1:13:58) mostrato dei cartelli con alcuni dati: 73 sbarchi al giorno con il nuovo governo, 23 al giorno con il precedente.

Sia che si faccia il confronto solo sul primo mese di attività del governo Conte II (settembre), sia che lo faccia sulla situazione fino al 15 ottobre, i numeri sono leggermente imprecisi.

Gli sbarchi a settembre 2018 erano stati 947, contro i 2.498 di settembre 2019: non proprio il triplo ma quasi (2,6 volte). I numeri giornalieri però non tornano: 2.498 diviso 30 (i giorni di settembre) fa 83,3, e non 73; 947 diviso 30 fa poi 31,6 e non 23. I numeri citati da Salvini in questo caso sono entrambi più bassi di quelli corretti.

Se poi consideriamo anche i primi 15 giorni di ottobre nel calcolo, il totale degli sbarchi nel 2019 sale a 3.320, che diviso 45 giorni fa 73,8, circa il dato citato da Salvini. In compenso il totale degli sbarchi nello stesso periodo del 2018 è di 1.635 – in questo caso gli sbarchi non (quasi) triplicano ma raddoppiano -, cioè 36 al giorno. Anche in questo caso i numeri mostrati da Salvini sono imprecisi.

Con Renzi 500 mila sbarchi e con Salvini 28 mila?

Salvini ha poi dichiarato (-1:13:53): «Epoca Renzi 500 mila sbarchi, epoca Salvini 28 mila».

Il dato di 500 mila sbarchi lo abbiamo già verificato ed è sostanzialmente corretto. Il numero di 28 mila è invece sbagliato: Salvini è stato al governo dal primo giugno 2018 al 5 settembre 2019. Nei sette mesi del 2018 in questione sono sbarcati 9.940 migranti e nei primi otto mesi del 2019 altri 5.089: il totale della “epoca Salvini” è dunque di 15.029, meno di quanto affermato dal segretario leghista. Salvini probabilmente ha sommato al dato del 2019 il dato di tutto il 2018 (23.370 sbarchi), ma nei primi cinque mesi era ancora in carico il governo Gentiloni.

Del tema migrazione ha parlato (min. -1:08:27) anche Renzi, secondo cui «nel mese di settembre sono 2.240 o 2.450 – adesso non ricordo – le persone che sono arrivate. Se questo fosse il trend che rimane, è il mese peggiore dell’anno, se questo fosse il trend che rimane, abbiamo 30 mila persone e noi vogliamo far credere che ci sono 30 mila persone in un paese di 60 milioni di abitanti che costituiscono un problema? […] Il punto sono quei venti, venticinque, trenta che delinquono».

Il dato mensile è leggermente impreciso, come abbiamo visto gli sbarchi a settembre sono stati 2.498. È vero che sia il dato peggiore dell’anno e che se si replicasse per 12 mesi – un anno di tempo dunque, non l’anno solare – il totale sarebbe di circa 30 mila persone. Gli abitanti dell’Italia sono poi in effetti 60,4 milioni circa.

Sui «venti, venticinque, trenta che delinquono» non siamo in grado di verificare il dato: in passato abbiamo scritto dei crimini degli stranieri, ma non esistono dati pubblicamente consultabili che suddividano gli stranieri regolari da quelli irregolari, e quelli irregolari arrivati via mare da quelli irregolari arrivati via terra o overstayer (entrati cioè regolarmente ma rimasti anche dopo la scadenza del permesso di soggiorno o del visto).

Ci sarà un’invasione nei prossimi 20 anni?

Renzi ha poi anche dichiarato (-1:07:20) che «quando Salvini dice c’è un’invasione mente, ma l’invasione potrebbe esserci nei prossimi vent’anni». La quantità di migranti che arrivano irregolarmente nel Paese necessaria per parlare di “invasione” dipende dal punto di vista soggettivo – ammesso che il termine sia corretto per il fenomeno migratorio.

Diciamo che anche i 500 mila arrivi nel triennio del governo Renzi, il periodo “record” degli sbarchi, se confrontati con la popolazione straniera residente, ammontano a meno di un decimo del totale. Se poi confrontati con la popolazione residente in Italianel complesso si parla di un centoventesimo.

Sul fatto che nei prossimi vent’anni «potrebbe esserci» un’invasione, Renzi sta probabilmente facendo riferimento all’atteso boom demografico del continente africano. Ne avevamo già scritto in passato e, secondo le previsioni dell’Onu, gli abitanti dell’Africa potrebbero passare nei prossimi vent’anni da 1,3 miliardi a 2 miliardi (2,5 miliardi nei prossimi 30 anni). Si tratta in ogni caso di una previsione non verificabile, considerate le numerose variabili che potrebbero entrare in gioco oltre alla demografia (mutamenti climatici, geopolitici, economici, guerre e via dicendo).

L’origine dei terroristi: barconi o città europee?

Matteo Renzi ha detto (min. -47:20) che Salvini sbaglia quando dice che i terroristi «sono venuti dal barcone» e riporta alcuni esempi. Secondo il senatore di Italia Viva, «i terroristi che hanno ucciso al Bataclan venivano da una periferia, dalla periferia di Molenbeek (Bruxelles). I terroristi che hanno ucciso i vostri colleghi giornalisti a Charlie Hebdo nel gennaio 2015 venivano da una periferia, […] Jihadi John, il killer dell’Isis, quello che tagliava la testa […] era uno che era cresciuto nelle scuole di Londra».

Abbiamo verificato e Renzi ha ragione. Come abbiamo scritto in passato, 19 dei 21 terroristi responsabili degli attentati in Europa da Charlie Hebdo in avanti erano cittadini europeo e uno solo era arrivato come migrante (Anis Amri, l’attentatore di Berlino).

Nello specifico, i terroristi responsabili dell’attacco al Bataclan erano nati in Francia, così come gli attentatori che hanno attaccato la redazione di Charlie Hebdo.È poi vero che “Jihadi John”, soprannome dato dalla stampa al terrorista britannico Mohammed Emwazi, aveva studiato a Londra.

Sbarchi e morti

Salvini ha detto (-1:04:51) di aver «ridotto dell’80 per cento il numero degli sbarchi e dimezzato il numero dei morti». Poco oltre ha ripetuto (-36:37) il concetto: «Governo Salvini: morti e dispersi nel Mediterraneo più che dimezzati rispetto ai vostri anni. Siamo arrivati, quando c’era Lei [= Renzi] al governo a 5.000 morti e dispersi in un anno nel Mediterraneo […]. L’anno scorso 800».

La riduzione degli sbarchi è imprecisa per difetto. Se infatti confrontiamo i 15.029 sbarchi avvenuti nei 15 mesi in cui Salvini è stato ministro dell’Interno con quelli avvenuti nei 15 mesi precedenti (13.430 da gennaio a maggio 2018, più 105.871 avvenuti tra marzo e dicembre 2017: in totale 119.301), il calo è dell’87,5 per cento.

Della riduzione dei morti ci siamo occupati anche in passato. Nei 15 mesi in cui Salvini è stato al governo i morti e i dispersi nel Mediterraneo centrale sono stati 1.567, circa 105 al mese. Negli anni di governo di Renzi – consideriamo il 2014, il 2015 e il 2016, quando ci fu il record di sbarchi – i morti e i dispersi sono stati complessivamente 9.241, quindi 256 al mese: più del doppio dell’“epoca Salvini”.

È però falso che i morti, quando era al governo Renzi, siano mai stati cinquemila in un anno. Il record è stato raggiunto nel 2016, con 3.174 morti e dispersi nel Mediterraneo centrale. Allo stesso modo è falso che l’anno scorso i morti siano stati 800: nel 2018 sono stati calcolati 1.267 morti e dispersi.

Come abbiamo fatto notare in una nostra analisi in proposito, se è vero che il numero dei morti in valore assoluto sia calato, è anche vero che la percentuale dei morti rispetto al totale dei migranti che tentano la traversata del Mediterraneo centrale si è impennata mentre Salvini era al governo.

Le vicende degli ultimi giorni

Salvini ha poi dichiarato (-1:04:30): «Anche in queste ore ci sono 180 immigrati in arrivo, altri 180 su una nave norvegese di una Ong francese sbarcano a Taranto. Ma io mi domando: perché una Ong francese su una nave norvegese deve arrivare in Italia? Vai in Francia, vai in Norvegia, vai dove vuoi».

Salvini sta facendo riferimento alla nave Ocean Viking, che il 16 ottobre ha in effetti fatto sbarcare 176 migranti a Taranto. La nave batte bandiera norvegese ed è utilizzata dalla Ong europea Sos Mediterranee, fondata da un cittadino tedesco (Klaus Vogel) e da una cittadina francese (Sophie Beau), che ha le proprie sedi principali in Francia (Marsiglia), Italia (Milano), Germania (Berlino) e Svizzera (Ginevra). Dunque definirla come una «Ong francese» è impreciso.

Come abbiamo spiegato anche in passato, in base al diritto internazionale marittimo non ha alcun fondamento la pretesa di Salvini che i migranti imbarcati vengano portati nel Paese di bandiera della nave o nel Paese della Ong proprietaria del vascello.

Sul punto è peraltro intervenuto (-58:15) Matteo Renzi, dicendo che il motivo per cui i migranti vengono portati in Italia è la «legge del mare: si va nel posto più vicino». Della questione ci siamo occupati varie volte (qui e qui ad esempio): Renzi ha ragione sulla vicinanza, ma omette di dire che la scelta del porto più vicino è limitata dal diritto internazionale del mare a quelli considerati “sicuri”.

Salvini e Renzi a Porta a Porta: gli altri capitoli del nostro fact-checking