In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il Premier risponde alla domanda di Aldo Cazzullo – “Non è che i soldi li troverete facendo altro deficit?” – ricordando che l’Italia è tra i pochi a rispettare i vincoli europei. Nel sottolineare una nostra presunta eccezionalità in questo campo, scivola però nello stesso errore del ministro Boschi di qualche settimana fa.



Chi rispetta le regole



Secondo i dati della Commissione Europea nel 2014 erano ben 16 i Paesi dell’Ue, compresa l’Italia, ad avere un deficit pari o inferiore al 3% del Pil*. Altro che “pochi”, quindi: ben oltre la metà dei Paesi dell’Unione rispetta la soglia del 3%. Non solo: con un deficit pari ad esattamente il 3,0% nel 2014 l’Italia è, tra le economie con un deficit “in regola”, quella con il valore peggiore.



Per l’anno in corso è troppo presto per determinare con precisione i deficit dei 28 Paesi Ue, anche alla luce di numerosi scossoni economici endogeni ed esogeni. Ciò detto, è sempre la Commissione a prevedere un aumento del numero di economie che rispetteranno la regola del 3%: secondo l’istituzione europea diventerebbero addirittura 22 a fine 2015, una maggioranza netta sui 28 Paesi membri. In basso riassumiamo i dati del deficit 2014 nelle economie dell’Ue.



graphIl verdetto



Sarebbe precoce definire con certezza quanti e quali Paesi europei rispetteranno la soglia del 3% di rapporto deficit/Pil – e se l’Italia sarà uno di questi. Sicuramente nel 2014 l’Italia non ha trasgredito (con un deficit di esattamente 3,0%), ma a rispettare la soglia c’erano altri 15 Paesi europei, poco più della metà della membership dell’Ue. “Nì”.



______



* La “regola del 3%” fa parte dell’architettura economica dell’Unione Europea sin dal 1997, quando fu firmato il Trattato di Maastricht. Semplificando, questa regola richiede che la differenza tra uscite e entrate (deficit) dello Stato non superi il 3% del Pil. Una violazione prolungata del parametro può portare a ricevere delle sanzioni: nonostante ciò, molti sono i Paesi ‘sregolati’.