A parte i giudizi di “terrorismo” sulle affermazioni di Monti, Renato Brunetta parla di una dichiarazione passata espressa dal Presidente (ormai dimissionario) Mario Monti a fine 2011 (min 00:44), ribadita anche più recentemente anche nel novembre 2012.


Ci sono due punti da verificare: il primo è se Brunetta riporti correttamente il concetto espresso da Monti; il secondo è se Brunetta, nel confutarne le affermazioni,abbia più o meno ragione.


Innanzitutto Renato Brunetta non è molto preciso: a parte la confusione (che però consideriamo un peccato assolutamente veniale) sull’anno di riferimento (2011 invece che 2012), l’esponente Pdl non cita in modo correttissimo Monti, il quale parlava di “rischio molto concreto” e “ben possibile” (in assenza dei sacrifici richiesti dal suo esecutivo) e quindi non dava una probabilità del 100% all’avvenimento in questione.


Secondo punto: ma Brunetta ha ragione? Era tutto “falso”? Sembra che i timori fossero piuttosto fondati, invece, soprattutto all’epoca. L’Italia viveva una forte crisi di credibilità sulla propria “solvibilità” finanziaria, e i rischi di avere una spesa per interessi assolutamente insostenibile era tangibile. L’Italia, in caso di un effetto “a valanga” degli interessi pagati sui titoli di debito, rischiava verosimilmente di non riuscire a pagare gli stipendi della PA o le pensioni: queste sarebbero state tra le voci più a rischio del bilancio pubblico. E’ vero, però, che l’economia italiana è stata valutata in grado di “tenere” anche in situazioni molto critiche, come mostra bene uno studio a proposito di Bankitalia. I rischi di default e di mancanza di liquidità nei pagamenti venivano da una serie di situazioni probabili (ma non certe), come un possibile cliff risk e l’impossibilità tecnica di provvedere a interventi sulla crescita.


Monti faceva quindi del catastrofismo? Forse, ma il rischio c’era – anche se era, tutto sommato, abbastanza remoto – e non erano tutte “bugie terroristiche”. Oltretutto, e qui  andiamo nel paradossale, lo stesso governo Berlusconi IV, nell’agosto del 2011, ventilava un  parziale “blocco delle tredicesime”.


L’esempio della Grecia, poi, non è rassicurante: lì si è assistito, effettivamente, a dei grossi problemi per il pagamento degli statali e delle pensioni, con pesanti ridimensionamenti.


Riassumendo, Brunetta riporta in modo non totalmente corretto le affermazioni di Mario Monti. Sbaglia, poi, a giudicare del tutto infondata (“falso!”) l’idea che potessero essere bloccati i pagamenti di pensioni e salari statali, quando invece i rischi c’erano eccome. Noi diciamo “Pinocchio andante”.


 


P.S.: in passato ci siamo occupati di dichiarazioni analoghe degli illustri “fuori corso” Pierferdinando Casini e Bruno Tabacci