La dichiarazione di Letta svela un paradosso: non solo il debito pubblico italiano è di per sé molto elevato ma costa – e tanto -mantenerlo in vita. Lo Stato spende ogni anno una cifra che varia dai 78,39 miliardi del 2001 agli oltre 100 miliardi previsti a partire dal 2016 (per vedere l’andamento del debito pubblico, degli interessi e relativi delta, si veda la nostra precedente analisi su una dichiarazione di Beppe Grillo al riguardo).



In particolare, gli 85 miliardi di euro riportati da Letta riguardano l’anno appena passato, il 2012, in cui il governo italiano ha speso precisamente 86,72 miliardi in accordo con quanto riportato sul DEF 2013 (pag. 23). Leggermente diversi i numeri riportati dal sito di Eurostat (84,751 miliardi) che tuttavia ci permette di comparare gli interessi sul debito pagati dal nostro Paese con quelli tedeschi, francesi e spagnoli. Come si vede nella tabella di seguito riportata:



a. la differenza tra gli interessi italiani e quelli tedeschi è stata piuttosto bassa fino al 2006; si è attestata intorno ai 10 miliardi tra il 2007 e il 2011 e risulta pari a quasi 20 miliardi solamente nel 2012;



b. la differenza tra gli interessi italiani e quelli spagnoli è invece stata abbastanza costante negli anni ed è pari a circa 50 miliardi di euro;



c. la differenza tra gli interessi italiani e quelli francesi è stata altrettanto stabile, tra un massimo di 25,8 miliardi nel 2007 e un minimo di 20,7 miliardi nel 2004; soltanto nel 2012 è esplosa e ha toccato i 32,7 miliardi di euro.



Non possiamo valutare quanto costerebbe al governo un eventuale errore (che tipo di errore, poi, non ci è dato saperlo), ma i numeri che il Presidente del Consiglio riporta nella sua intervista sono corretti con riferimento al 2012: la differenza tra gli interessi italiani e quelli tedeschi e francesi è stata più bassa fino al 2011. Una piccola omissione che non fa prendere a Letta il massimo dei voti: “C’eri quasi”.



Differenza interessi