“L’Europa non è gratis” sottolinea Salvini nello studio di Otto e Mezzo. Se su questo concetto di fondo non ci sono dubbi, riscontriamo però qualche imprecisione nei calcoli del leader della Lega Nord.



Un regalo di 6 miliardi all’anno?

Per capire il contributo netto annuo dell’Italia al bilancio dell’Unione europea ci affidiamo ai dati pubblicati sul sito della Commissione europea. Nel 2013, ultimo anno disponibile, il contributo netto è stato decisamente inferiore all’ammontare citato da Salvini: 3,8 miliardi di euro. Guardando a tutto il periodo 2008-2013 scopriamo che in solo una occasione (nel 2011) il nostro contributo netto si è avvicinato ai 6 miliardi di euro citati da Salvini. La media è invece pari a circa 4,7 miliardi di euro. Dunque, il nostro Paese è tra i principali “creditori” dell’Ue (l’Italia era 4° per contributo netto nel 2012-13, 3° nel 2011 e addirittura il 2° nel 2008), ma la media annua non è stata di 6 miliardi come citato da Salvini.



Quanto abbiamo contribuito nel 2012?

Il nostro contributo nazionale nel 2012 è stato di 15 miliardi, 1,4 miliardi in meno di quanto detto da Salvini. Possiamo immaginare che il dato citato da Salvini includa anche alcune voci di entrata che non sono conteggiate nel vero e proprio “contributo nazionale” ma che, insieme al contributo nazionale, compongono il totale delle “risorse proprie” italiane, come il 75% dei dazi doganali e le imposte sulle importazioni da fuori l’Ue. Queste voci sono difficili da attribuire a un singolo Paese dal momento che, proprio a causa del libero scambio di beni nel Mercato Unico, i beni extracomunitari che arrivano a Brindisi possono essere destinati a Lione o Maribor ma comunque pagare il dazio comune alle autorità italiane. [Per maggiori dettagli su come viene calcolato il contributo dei Paesi al bilancio Ue si veda questa nota esplicativa del DG Bilancio della Commissione europea.] Il totale delle “risorse proprie” del nostro paese nel 2012 era sostanzialmente pari all’ammontare citato da Salvini, 16,5 miliardi.



Salvini esagera il nostro contributo netto, di 2,2 miliardi più basso se guardiamo al solo 2013 e inferiore di circa 1,3 miliardi sulla media 2008-2013. E’ invece più preciso sul contributo 2012, anche se dipende da quali categorie sono incluse. Una prima parte da “Nì” e una seconda da “C’eri quasi” risultano in un “C’eri quasi” complessivo.