Il 5 gennaio il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha affermato (min. 0:00), durante un incontro con la stampa, che in Italia siamo stati «i primi in Europa» a imporre l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini over-50, una misura introdotta dal governo Draghi attraverso un decreto-legge approvato il giorno stesso.
Abbiamo verificato e Brunetta è impreciso: anche se la misura non è ancora entrata in vigore, almeno altri due governi europei hanno già deciso l’imposizione dell’obbligo vaccinale per i loro cittadini prima dell’Italia. Vediamo come stanno le cose.
Come funzionerebbe l’obbligo vaccinale in Italia
Al momento il testo del nuovo decreto-legge approvato dal governo il 5 gennaio non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e quindi i dettagli della misura non sono confermati.
Secondo quanto dichiarato dal governo in un comunicato stampa, comunque, il decreto-legge introdurrà «l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto i 50 anni» indipendentemente dalla loro situazione lavorativa, quindi anche, per esempio, per disoccupati e pensionati. Pare inoltre – ma attendiamo conferme – che questa misura entrerà in vigore già dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e resterà valida fino almeno al 15 giugno 2022.
Una bozza del decreto circolata nelle ultime ore non riporta sanzioni specifiche per i trasgressori dell’obbligo, ma alcune fonti stampa affermano che chi non rispetta la norma dovrà pagare una sanzione amministrativa da 100 euro, un importo da molti considerato troppo basso.
In più – ma si tratta di una misura distinta dall’obbligo vaccinale – a partire dal prossimo 15 febbraio i lavoratori pubblici e privati over-50 saranno tenuti a esibire il green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro, pena sanzioni dai 600 ai 1.500 euro.
Dall’Austria alla Grecia
L’Italia non è il primo Paese europeo a imporre l’obbligo vaccinale, anzi: almeno altri due governi hanno approvato la misura prima del nostro Paese, con sanzioni anche più severe.
Già il 19 novembre infatti il governo austriaco – allora guidato dal conservatore Alexander Schallenberg, oggi ministro degli Esteri – ha annunciato l’intenzione di imporre l’obbligo vaccinale per gran parte della popolazione.
La misura sarà attiva (pag. 3) a partire dal 1 febbraio 2022, sarà valida per tutti i residenti con più di 14 anni e resterà in vigore fino al 2024: si tratta quindi di un provvedimento molto più ampio rispetto a quello italiano, che al momento sembra che sarà valido, salvo modifiche, solo per gli ultracinquantenni e solo fino al 15 giugno 2022.
L’Austria ha adottato misure più rigide rispetto a quelle italiane anche per quanto riguarda le sanzioni: i cittadini non vaccinati andranno incontro, tra pochi giorni (pag. 5), al pagamento di multe trimestrali che possono arrivare fino a 3.600 euro.
Secondo i dati di Our Would in Data, al 7 gennaio il 74 per cento della popolazione austriaca ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro la Covid-19, mentre in Italia il valore sale all’81 per cento.
Il secondo Paese che ha approvato l’imposizione dell’obbligo vaccinale per almeno una parte della sua popolazione è la Grecia. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha infatti annunciato che a partire dal 16 gennaio l’immunizzazione sarà obbligatoria per tutti i cittadini con più di 60 anni, pena una sanzione amministrativa da 100 euro ripetibile ogni mese. Fonti stampa riportano che il governo potrebbe decidere di ampliare la misura anche agli over 50 nel corso dei prossimi giorni. In Grecia il 72 per cento della popolazione ha almeno avviato il ciclo vaccinale.
Se quindi in Italia l’obbligo dovesse entrare in vigore prima del 16 gennaio saremmo effettivamente il primo Paese europeo ad aver attivato la misura, ma non il primo ad averla introdotta.
La situazione negli altri Paesi
La maggior parte dei Paesi europei ha attivato una qualche forma di obbligo vaccinale almeno per le categorie professionali considerate più esposte al rischio di contagio, come il personale sanitario o le forze dell’ordine.
È questo il caso per esempio della Francia, dove la vaccinazione è richiesta al personale medico e ai vigili del fuoco; o dell’Ungheria, dove il vaccino è obbligatorio anche per insegnanti e dipendenti statali. In Germania il vaccino è richiesto in ambito sanitario, ma l’ex cancelliera Angela Merkel aveva già avviato le procedure per estendere l’obbligo a fasce più ampie della popolazione e il tema è ora sul tavolo del nuovo capo del governo, Olaf Scholz.
Nel Regno Unito l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario entrerà in vigore a partire dal 1 aprile 2022, mentre in Spagna non risulta essere attivo alcun tipo di obbligo.
Quasi tutti i Paesi europei hanno poi adottato misure simili al green pass italiano, richiedendo quindi prova di vaccinazione, guarigione o tampone negativo per accedere a luoghi pubblici, uffici o attività commerciali.
Il verdetto
Secondo il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta l’Italia è stato il primo paese europeo a introdurre l’obbligo vaccinale per i cittadini over 50.
Abbiamo verificato e Brunetta è impreciso: l’Austria ha già introdotto la vaccinazione obbligatoria contro la Covid-19 per tutti i residenti con più di 14 anni, che entrerà in vigore a partire dal 1° febbraio, mentre in Grecia un obbligo per gli over 60 inizierà dal 16 gennaio.
Se nel nostro Paese l’obbligo dovesse entrare in vigore prima del 16 gennaio l’Italia sarebbe il primo Paese europeo ad attivare la misura, ma non il primo ad averla introdotta.
Per Brunetta, quindi, un “Nì”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1