Come
si può verificare dal sito ufficiale dell’Ue reopen.europa.eu, allo stato attuale 14 Stati membri sui 27 dell’Unione europea richiedono il certificato verde, per esempio, per accedere ad alcuni locali e svolgere tutta una serie attività, come andare a ballare in discoteca, visitare i musei o mangiare nei ristoranti al chiuso.
Oltre all’
Italia, gli Stati Ue dove il green pass ha finalità simili sono:
Belgio,
Repubblica Ceca,
Cipro,
Estonia,
Francia,
Grecia,
Irlanda,
Lussemburgo,
Portogallo e
Slovenia.
C’è poi il caso della Danimarca, dove il green pass – chiamato coronapass – è necessario per entrare nelle discoteche, ma quest’obbligo
sarà eliminato dal 10 settembre. Dal 1° settembre l’obbligo
è decaduto anche per ristoranti e luoghi simili.
Particolare è anche l’esempio dell’Austria. Qui il green pass non è obbligatorio, per esempio, per entrare nei ristoranti al chiuso, ma è comunque necessario presentare l’esito di un test negativo, il certificato di vaccinazione o di guarigione. Tuttavia, come
specificato dal governo austriaco, il certificato verde è consigliato perché rende più veloci le operazioni di controllo.
Infine, c’è un altro caso particolare, che è quello della Germania. Dal 23 agosto, governo federale e länder
hanno trovato un accordo sulla cosiddetta “regola 3g”. In virtù di questa regola, solo chi è vaccinato, guarito dal Covid o con un test negativo può accedere a tutta una serie di locali al chiuso, come ristoranti, cinema e impianti sportivi. Per poter entrare in questi luoghi è quindi necessario mostrare il certificato vaccinale, il certificato di guarigione, il risultato negativo di un test anti-Covid oppure il Green pass. In virtù della
forma di governo federale della Germania, i singoli länder hanno comunque un margine di manovra nell’attuare ulteriori restrizioni (Figura 1).