Renzi in questa dichiarazione sembrerebbe volersi riferire alle stime fatte dall’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), relative alle sole imprese edili, che denotano una situazione critica: “[…] ci sono 39 miliardi di risorse disponibili bloccate dal Patto di Stabilità e dalla burocrazia che se fossero spese genererebbero oltre 660.000 nuovi posti di lavoro e avrebbero una ricaduta complessiva sul sistema economico per circa 130 miliardi di euro. Si tratta di 30 miliardi di euro stanziati dal Cipe negli ultimi 4 anni destinati a opere pubbliche. A questi si aggiungono circa 9 miliardi di fondi disponibili degli enti locali per nuovi lavori rimasti bloccati dal Patto di stabilità [..]”.
La citazione di Matteo Renzi si rivela però imprecisa.
Innanzitutto, vediamo di capire quali cifre considerare per il calcolo dei posti lavoro perché non sono tutti pagamenti di debiti della PA bloccati: il grosso (30 miliardi di euro stanziati dal Cipe) sono fondi da smobilizzare, mentre solo 8-9 miliardi sono pagamenti effettivamente bloccati. Non è poi chiaro quanto sia la ricaduta occupazionale di questi ultimi, la quale non è presentata dall’Ance (ribadiamo che il riferimento all’Ance è una nostra ipotesi che facciamo perché Renzi sembra proprio voler parlare di questi ultimi in più di un intervento analogo).
A questo proposito, tuttavia, l’Ance fa un altro calcolo spannometrico ma interessante: stima, infatti, che per ogni miliardo di euro investito nell’edilizia si arrivi a 17.000 occupati. Se utilizziamo questo calcolo possiamo stimare che, con ipotetici 39 miliardi di euro di investimento, si possa arrivare a 663.000 nuovi occupati, mentre con 9 miliardi (i soli fondi bloccati dal Patto di Stabilità) arriviamo a 153.000.
Infine se invece ci riferiamo all’intero ammontare dei debiti della PA verso il settore dell’ediliza, l’Ance parla di 19 miliardi di euro: non sono chiaramente tutti bloccati dal Patto di Stabilità, ma secondo i calcoli elencati prima, genererebbero 323.000 posti di lavoro. Forse Renzi parla di questo ultimo dato come valore minimo, attestandosi ai 663.000 come valore massimo, mentre la “forchetta” più giusta da indicare sarebbe forse stata 153.000-663.000? Non è molto chiaro, ma i dati sarebbero comunque eccessivamente approssimati.
In un altro intervento Ance si parla inoltre di 360-500mila posti di lavoro persi da inizio crisi: che Renzi si sia confuso?
Un’ultima osservazione “linguistica”: parlare di “perdere […] posti di lavoro” fa pensare a una diminuzione dell’occupazione mentre qui sembra che si parli di ricadute occupazionali “potenziali”, cioè di posti di lavoro creabili ma mai creati. L’orizzonte temporale, inoltre, non è del tutto chiaro, così come la distribuzione tra pessimisti (?) e ottimisti(?) che paiono divertenti note di colore.
Per riassumere: Renzi sembra parlare di debiti della PA, bloccati dal Patto di Stabilità, verso imprese edili. In questo caso la cifra è minore dalla “forchetta” evidenziata dal sindaco di Firenze. Se parliamo di “debiti della PA delle imprese edili” tout court, invece, le cifre sembrano molto più corrette, almeno nella versione “pessimistica”.
Il dibattito è interessantissimo, ma presentato in modo forse poco preciso e sicuramente un po’ confuso. Noi diciamo “Ni”.