Il 30 maggio, durante un evento elettorale a Lodi, in Lombardia, la presidente di Fratelli d’Italia ha parlato (min. 10:13) della questione dei «balneari», criticando l’accordo raggiunto dai partiti che sostengono il governo guidato da Mario Draghi per mettere a gara le concessioni degli stabilimenti balneari. Per anni queste concessioni sono state prorogate senza gara, andando contro le regole europee. A novembre scorso il Consiglio di Stato, l’ultimo grado della giustizia amministrativa, ha stabilito con una sentenza che le concessioni non potranno più essere prorogate oltre il 2023, indicazione recepita dal governo con un provvedimento contenuto nel disegno di legge annuale sulla concorrenza, approvato dal Senato il 30 maggio e ora passato all’esame della Camera.
Secondo Meloni, con questa misura «30 mila aziende italiane» saranno «letteralmente espropriate e mandate all’asta». Abbiamo verificato e la presidente di Fratelli d’Italia esagera, e non è la prima volta che questo accade sul tema delle concessioni balneari. In passato, Meloni aveva per esempio dichiarato che le direttive europee non si applicano ai balneari, cosa non vera, e che l’Italia ha «decine di migliaia di chilometri di costa» libere e non sottoposte a concessione, dichiarazione anche questa non supportata dai fatti.
Secondo Meloni, con questa misura «30 mila aziende italiane» saranno «letteralmente espropriate e mandate all’asta». Abbiamo verificato e la presidente di Fratelli d’Italia esagera, e non è la prima volta che questo accade sul tema delle concessioni balneari. In passato, Meloni aveva per esempio dichiarato che le direttive europee non si applicano ai balneari, cosa non vera, e che l’Italia ha «decine di migliaia di chilometri di costa» libere e non sottoposte a concessione, dichiarazione anche questa non supportata dai fatti.