E’ falso affermare che le piccole e medie imprese (Pmi) non hanno goduto nel corso degli anni di alcun aiuto o attenzione particolare da parte del governo italiano. Fin dal Programma di Riforma Nazionale redatto nel 2005, infatti, le Pmi hanno beneficiato di alcuni interventi su misura, specialmente volti a facilitare l’accesso al credito. Interventi che sono stati riproposti ed ampliati nel Programma di Riforma Nazionale lanciato nel 2008, in seguito alla firma del Trattato di Lisbona del 2007. Infine nel maggio del 2010 l’Italia ha adottato una strategia nazionale di attuazione dello Small Business Act che segnala una serie di priorità specifiche dell’ambiente imprenditoriale italiano, e che dovrebbe fungere da orientamento strategico per le future azioni legislative, normative e amministrative (pag. 1). Per garantire l’attuazione del programma è stata inoltre prevista l’istituzione di un tavolo istituzionale per le Pmi che raggruppa professionisti, autorità locali e regionali, camere di commercio, l’Istituto per la promozione industriale ed esperti nazionali (pag. 4). Tuttavia bisogna anche prendere atto che gli sforzi compiuti dal governo non sembrano essere stati sufficienti a promuovere un clima favorevole alla piccola e media imprenditorialità, in quanto secondo i dati raccolti dalla DG Entreprise and Industry nello Small Business Act l’Italia si colloca mediamente al di sotto della media europea non solo rispetto agli indicatori di accesso al credito privato, ma anche con riferimento a quelli del settore pubblico (accesso ai finanziamenti pubblici, quota dedicata dei fondi regionali e strutturali, forza dei diritti legali e informazioni fornite sul credito) e soprattutto a quelli legati all’ambiente imprenditoriale (da pag. 3 in poi).